Pensieri e riflessioni su “La rivelazione dell’antica carta” di Karen M. Moning

Si conclude (per ora) la serie urban-fantasy “Fever” 

Titolo: La rivelazione dell'antica carta. Fever
Autore: Karen M. Moning
Traduttore: Bruno A.
Editore: Leggereditore
ISBN: 8865083352
ISBN-13: 9788865083352
Pagine: 594

Sinossi - MacKayla Lane era solo una bambina quando lei e sua sorella Alina furono date in adozione e bandite dall'Irlanda per sempre. Vent'anni dopo, Alina è morta e Mac è tornata nel luogo da cui era stata esiliata per dare la caccia all'assassino di sua sorella. Ma dopo aver scoperto di appartenere a una stirpe magica e maledetta, Mac verrà coinvolta nel millenario conflitto tra umani e immortali, in un turbine di eventi in cui nulla sembra esserle risparmiato. Quando la magia nera getta la sua ombra oscura sui destini di chi le sta vicino e una donna misteriosa infesta i suoi sogni, Mac si accorge di non potersi fidare più di nessuno. Non è certa neppure di sé stessa, né del destino che legge nei disegni neri e cremisi di un'antica carta dei tarocchi. Mac sa solo che la paura uccide, ma non sa ancora quanto può fare l'amore, e dovrà prepararsi ad affrontare l'ultima verità sul suo esilio e sul suo passato.

Il pensiero di Amarilli 73

Quinto e (per ora) conclusivo capitolo della serie Fever. 

Indubbiamente un romanzo corposo, perché la Moning si è degnata di rischiarare (finalmente) parecchi dei misteri di cui aveva disseminato le avventure di MacKayla Lane, americana inizialmente svampita e con ambizioni di reginetta del college, che si ritrova - suo malgrado - a fare i conti con le sue vere origini irlandesi e il suo ruolo di prescelta in una profezia apocalittica (dove l’Irlanda non è la solita isola verde smeraldo a cui siamo abituati, ma un cupo luogo di confine tra la dimensione umana e quella, per nulla positiva, dei mondi fatati).

Se già nei libri precedenti le barriere tra i mondi erano cadute e un terzo dell’umanità era stato allegramente sgranocchiato via da ombre, mostri e varie creature d’incubo, Mac e i suoi alleati stanno ancora cercando una via d’uscita contro la distruzione scatenata da Darroc e proseguita poi dal Sinsar Dubh (il libro Oscuro in cui, nella notte dei tempi, il Re Unseelie ha riversato tutto il proprio sapere). Anche se il problema, in realtà, è capire chi siano gli effettivi alleati di Mac, perché in questa serie non ci sono certezze su chi siano i buoni, e le carte in tavola continuano a cambiare. 

Anche se mi sono sempre detta che non avrei mai voluto un uomo come lui, troppo vecchio, troppo carnale, più animale che uomo, con un piede nelle paludi e nessuna voglia di uscirne del tutto fuori, in verità ero solo terrorizzata da quello che mi faceva provare. 

Dal punto di vista stilistico, quest’ultimo capitolo mi è parso troppo denso e distribuito in modo confuso. Si va da interi capitoli occupati dalle riflessioni interiori di Mac (talvolta monologhi estenuanti, che finiscono per rallentare la lettura) a pagine dove sono concentrate in poche righe plurime rivelazioni, con la conseguenza che a volte rischiavo di perdere qualche spiegazione e dovevo tornare indietro a metabolizzare la scoperta.

Alla fine, lo ammetto, sono rimasta incollata solo per la curiosità di conoscere i destini del sexy trio Gerico Barrons/ Christian Keltar /il principe V’lane, mentre Mac mi era divenuta quasi insopportabile. 

Tirando le somme, dunque, che dire? Barrons, con quelle sue movenze da predatore e le sue battutine sarcastiche e strappacuore, resterà certamente un personaggio scolpito nei ricordi e l’intera serie merita di essere ricordata tra le più intense e particolari di quelle in circolazione. Tuttavia, dopo tutto il circo strepitoso piantato su dalla Moning e la fatica (mentale) che è costata la lettura di una saga così lunga, mi pare che la conclusione affrettata non abbia dato quel pizzico in più che tanto avrei voluto.
Amarilli73

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