PENSIERI E RIFLESSIONI SU “I COLORI DELLA NEBBIA” DI MARY E FRANCES SHEPARD – INTERVISTA DOPPIA CON LE AUTRICI

Autrici: Mary & Frances Shepard
Titolo: I colori della Nebbia
Editore: Harlequin Mondadori
Uscita: 2.10.2013
Paperback, ed.1, 320 pagine
Prezzo: € 6,00

Sinossi 
–1815
Mantova, stretta nella morsa del nebbioso autunno, non è più un luogo sicuro per Matilde Vicolini. Dopo essere stata testimone di un orribile delitto, la giovane cerca di farsi forza e tornare a vivere, ma la strada per riconquistare la serenità è ancora lunga. La buona società è in fermento per la visita dell’Imperatore d’Austria, e quando la giovane incontra William 1815 - Mantova, stretta nella morsa del nebbioso autunno, non è più un luogo sicuro per Matilde Vicolini. Dopo essere stata testimone di un orribile delitto, la giovane cerca di farsi forza e tornare a vivere, ma la strada per riconquistare la serenità è ancora lunga. La buona società è in fermento per la visita dell’Imperatore d’Austria, e quando la giovane incontra William Roschmann, a un ballo, ogni sua certezza vacilla. William è un ufficiale austriaco, ferito nel corpo e nell’anima durante la battaglia di Austerlitz. Fra loro è subito passione, ma una serie di attentati minaccia la vita di Matilde e ogni promessa di felicità sembra svanire. Fra complotti, delitti e il nascente fervore indipendentista che attraversa la città, riuscirà il coraggio di un uomo a mantenere la pace nel Lombardo-Veneto? E l’amore di Matilde sopravvivrà alle tenebre?

Il pensiero di Amarilli73

Rispetto ai romance di ambientazione classica a cui siamo abituate (Londra & dintorni per intenderci), “I colori della nebbia” ha il grande merito di trasportarci in un luogo inusuale – Mantova – lontana provincia e terra di confine del regno austro-ungarico, stretta tra le difficoltà della restaurazione successiva alla sconfitta delle mire napoleoniche e la tentazione di sottrarsi al giogo straniero, perseguendo quella voglia di indipendenza che in quel periodo agitava la penisola italiana.

In una Mantova molto visiva (si sente che chi la descrive vi si muove abitualmente) si inserisce la storia d’amore tra una signorina di buona famiglia, sopravvissuta a un delitto e perciò vittima di malelingue che la stanno lentamente relegando all’isolamento e a un futuro da nubile “forzata”, e un affascinate e tormentato ufficiale austriaco (già eroe di guerra ad Austerlitz e pur sempre membro delle forze d’occupazione straniere). 

La baciò, coprì le sue labbra morbide con le proprie e assaporò a lungo la dolcezza del suo respiro. Sentiva qualcosa di più urgente del desiderio, un bisogno prepotente assoluto che cancellava il mondo e scacciava ogni resistenza.

Il duo Shepard scrive con piglio deciso e senza sbavature, tutti i personaggi (anche quelli di contorno) hanno spessore, e le scene d’amore sono intense e molto belle.

C’è pure spazio per squarci delicati in una Mantova molto romantica, dove anche la nebbia riesce a giocare un ruolo non meno importante e a rendere più struggente l’atmosfera: “Un po’ come la nebbia che era l’unione di tutte le tinte e nessuna di loro al tempo stesso, e lasciava sempre intravedere la verità che sembrava celare”.

Dietro a questa coppia si nascondono due scrittrici ITALIANE, amiche fin dai tempi dell’università, Mariachiara Cabrini e Francesca Cani. 
Quale migliore occasione per conoscere le autrici di questo romanzo? 
Ecco la mia intervista doppia, dove troverete le risposte di Mary (M) e di Frances (F).

Care Mary e Frances, benvenute nel salottino virtuale del nostro Blog! 
Quando mi trovo di fronte a una coppia che riesce a portare a casa un gran bel risultato come il vostro, sono sempre curiosa sul metodo di lavoro. Come vi siete organizzate? Scrivete insieme oppure ciascuna di voi sceglie un personaggio e lo sviluppa in parallelo?
F. Ciao a tutti! Siamo contente di essere in vostra compagnia! No, non abbiamo mai scritto insieme o sedute alla stessa scrivania, abbiamo però sempre parlato molto, discusso di ogni dettaglio e ci siamo costantemente confrontate. Partivamo da un pomeriggio in compagnia, non necessariamente davanti a un foglio, in cui si gettavano le fondamenta del capitolo e della storia ingenerale, seguivano valanghe di mail, poi si iniziava a scrivere. Ognuna per conto proprio, ma sempre con la supervisione e i consigli dell’altra.

M. Per scrivere in coppia ci vuole organizzazione. Prima di tutto bisogna schematizzare i contenuti del romanzo capitolo per capitolo, con dovizia di particolari, poi si inizia a scrivere. Nel nostro primo romanzo, I colori della nebbia, per semplicità ci siamo assegnate capitoli alternati, alternando anche i punti di vista, io Matilde, Francesca William, ma poi man mano che la storia proseguiva ognuna scriveva anche dal punto di vista dell'altro personaggio, ci siamo più amalgamate. Ognuna leggeva ciò che l'altra scriveva, suggeriva, cambiava, e così via fino a ottenere un risultato che soddisfacesse entrambe.

Ci sono degli aspetti che una di voi predilige rispetto all’altra, ad esempio la ricostruzione storica o le scene più passionali?
M. Io credo di prediligere le situazioni più ironiche, le scene familiari, le indagini.... Francesca ama di più le scene d'azione, ma poi ognuna ha scritto ogni tipo di scena in realtà.

F. Ho un debole per i personaggi maschili, li trovo più stimolanti, perciò mi sono spesso occupata dei maschietti del romanzo. Amo molto anche le scene passionali, ma non le ho scritte tutte io, naturalmente.

Immagino che abbiate scelto Mantova perché è un luogo che conoscete bene (e in effetti confermo che è un posto bellissimo, dove vado sempre volentieri), ma come mai vi siete focalizzate su questo particolare periodo storico?
M. L'ottocento, e in particolare l'epoca napoleonica, è un periodo storico molto usato nei romance. Abbiamo preso ispirazione dalle scrittrici che amiamo, ma spostando l'ambientazione in Italia e più precisamente a Mantova. Era necessario scegliere un anno in particolare che fosse interessante dal punto di vista storico. Il fatto che nel 1815 ci fu nella nostra città una visita dell'Imperatore d'Austria, ci ha fatto scegliere quell'anno, era un'occasione troppo ghiotta per non sfruttarla.

F. La nostra città ha vissuto tanti periodi di splendore, ma l’Ottocento è stato il secolo che le ha dato l’aspetto odierno e ha contribuito a formare il carattere di Mantova. Le nostre radici sono saldamente piantate nel retroscena culturale della dominazione austriaca: basti pensare che molti termini dialettali derivano dal tedesco, così come alcuni cognomi e, in generale, un po’ il carattere della popolazione mantovana. Ma l’inizio dell’Ottocento fu anche, per Mantova, un periodo di presa di coscienza del valore dell’unità nazionale, di lì a pochi anni si sarebbero svolte, proprio sulle nostre campagne, le battaglie per l’indipendenza. Questo, unito al fascino degli abiti e della moda dell’epoca, ha contribuito molto alla scelta del periodo.

Ci potete raccontare qualche retroscena della genesi del romanzo: quanto avete impiegato per scriverlo? E avete trovato difficoltà per la pubblicazione?
M. Pubblicare non è mai semplice ed essere state scelte da Harlequin è un grande risultato, ma la strada per arrivare a ciò non è certo semplice. Non abbiamo impiegato tantissimo per scrivere la prima stesura, circa nove mesi, dieci... ma prima di scrivere ci siamo poste molte domande riguardo alla trama migliore, più commerciabile, più vendibile al pubblico e che ci fosse più consona visto il nostro background. Nulla è stato lasciato al caso e all'interno della trama, vista anche la componente gialla, tutto doveva tornare ed essere plausibile, senza essere ovvio. Poi una volta che la nostra storia ha destato interesse siamo state seguite dalla Harlequin per un profondo editing del testo durato un intero anno, con riscritture, limature, correzioni, taglio di capitoli o modifiche all'ordine degli stessi. Un lavoro duro che però ci ha insegnato moltissimo.

F. Prima di mandare il manoscritto a Harlequin Mondadori avevamo tentato con editori minori, sapete, non credevamo di riuscire a interessare un grande editore con un’opera d’esordio! Quando hanno iniziato ad arrivare molti pareri positivi, abbiamo capito di avere fra le mani qualcosa che valeva la pena inviare a una redazione seria. Quando Harlequin ha risposto positivamente non potevamo credere ai nostri occhi! Nel primo periodo, l’entusiasmo ha rischiato di sbatacchiarci come un’onda poi, grazie alla professionalità della redazione, abbiamo imparato come agire sul testo e amalgamare gli stili. Siamo molto diverse quando scriviamo (per fortuna!) ciò ci ha arricchite e ci ha messe spesso in crisi, ma tutte le difficoltà sono state superate grazie all’amore che abbiamo provato per questo romanzo.

Il romance è un genere a volte un po’ disprezzato (spesso ci si vergogna quasi ad ammettere di leggerlo…il che non vale per me J). Quali sono le vostre autrici di riferimento, se ne avete, in Italia e all’estero?
M. Io adoro Mary Balogh, Laura Lee Guhrke, Julia Quinn, Amanda Quick. Aspiro un giorno alla prosa della Balogh, ma come temi forse il mio gusto si avvicina di più a quello di Amanda Quick con le sue eroine fuori dal comune, come Harriett del romanzo Batticuore. E infine la baciò il romanzo di Laura Lee Guhrke, è fra i miei preferiti di sempre è così, tenero e forte al tempo stesso, ma adoro anche Pamela Morsi, oddio, me ne piacciono così tante! Delle italiane mi piace molto Stefania Auci.

F. Vado molto a periodi: in questo momento apprezzo i medioevali e mi sto concedendo un lungo soggiorno nella Scozia di Michelle Willingham, autrice che amo per l’intensità dei personaggi, per il coraggio di raccontare particolari crudi di un’epoca per molti versi selvaggia. Ho appena passato una fase altrettanto impegnativa nella campagna inglese in compagnia di Mary Balogh e dei sei fratelli Bedwin. Una lettura molto utile per afferrare la mentalità inglese ottocentesca. Fra le italiane aspetto sempre con ansia le uscite dell’amica Stefania Auci, divoro i suoi libri.

In futuro pensate di continuare la vostra attività comune? E in questo caso, pensate di dedicarvi ancora al romance o di tentare con altri generi?
M. Credo pubblicheremo ancora sia insieme che separatamente. Stiamo già lavorando, infatti, al seguito de I Colori della nebbia.

F. Scriveremo, scriveremo e scriveremo, in coppia, da sole, l’importante è battere le dita sulla tastiera. L’esperienza è stata, ed è, troppo sensazionale per concedersi una pausa!

Ringrazio moltissimo Mariachiara e Francesca, alias Mary & Frances Shepard, e nel consigliare a tutte le appassionate di romance questo libro (pure meravigliosamente Made in Italy) vi lascio in attesa del sequel…(visto che ci hanno confermato che è in fase di lavorazione). Buona lettura!!
Amarilli73

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