SPECIALE JOE ABERCROMBIE – LA SAGA DE “LA PRIMA LEGGE” (THE FIRST LAW) VOLUME SECONDO - PENSIERI E RIFLESSIONI SU “NON PRIMA CHE SIANO IMPICCATI”

Titolo: Non prima che siano impiccati
Autore: Joe Abercrombie
Traduttore: Tavani B.
Editore: Gargoyle
Collana: Extra
ISBN: 8898172192
ISBN-13: 9788898172191
Pagine: 703

Sinossi - Come si fa a difendere una città accerchiata dai nemici e zeppa di traditori, quando non puoi fidarti dei tuoi alleati e il tuo predecessore è svanito nel nulla senza lasciare traccia? Ce n'è abbastanza da far venire all'Inquisitore Glokta una gran voglia di darsela a gambe, se non dovesse appoggiarsi al bastone anche solo per stare in piedi. Eppure il torturatore dovrà rimanere e trovare le risposte di cui ha bisogno prima che l'esercito dei Gurkish arrivi a bussare alla sua porta. Gli Uomini del Nord hanno violato il confine dell'Angland e ora stanno mettendo a ferro e fuoco quella gelida terra. Intanto il Principe Ereditario Ladisla si prepara a ricacciarli indietro e a guadagnarsi la gloria eterna. C'è solo un problemino: il suo è l'esercito peggio equipaggiato, addestrato e comandato del mondo intero. Nel frattempo Bayaz, il Primo Mago, guida una spedizione di avventurieri in missione fra le rovine del passato. La donna più odiata del Sud, l'uomo più temuto del Nord e il ragazzo più egoista dell'Unione formano proprio una strana compagnia, ma se solo non si disprezzassero l'un l'altro così tanto sarebbero letali. Antichi segreti verranno rivelati. Saranno perse e vinte sanguinose battaglie. Acerrimi nemici riceveranno il perdono, ma non prima che siano impiccati. 

Il pensiero di Amarilli73

"Come sono le battaglie?", domandò.
"Sono come gli uomini. Non ne esiste una che assomigli a un'altra."

Decisamente questo secondo capitolo supera ogni mia più rosea aspettativa, dopo la già grande soddisfazione che mi aveva dato il primo (IL RICHIAMO DELLE SPADE: trovate la mia recensione QUI), perché più che un libro è davvero un magnifico giocattolo pieno di sorprese, per tutte le sue quasi settecento pagine, uno di quei balocchi colorati e fracassoni che fa ritornare il lettore un bambino curioso e felice.

Certo, questo non è un fantasy per ragazzi, ma chi si è avvicinato ad Abercrombie sa già che il suo stile è immaginifico ma crudo, affabulatorio e appassionante ma spietato.

L'Uomo del Nord ridacchiò. "Chi si vanta di non avere paura è uno sciocco, secondo me, perché gli unici che non hanno paura sono i morti, o forse quelli che stanno per morire. La paura ti insegna ad essere cauto, a rispettare il tuo nemico e a evitare le lame affilate quando non servono."

Se in precedenza avevamo conosciuto i protagonisti di queste avventure, tutti ben posizionati in differenti scenari e contesti, qui il gran burattinaio incomincia a muovere i fili, portandoci ad ogni capitolo su un fronte alternativo: l’inquisitore rovinato e sciancato Glokta a Dagoska, trasformato in stratega e uomo bersaglio al centro di complotti politici; i ragazzi del Nord insieme a un sorprendente West alla ricerca di vendetta contro Bethod e i suoi nuovi alleati oscuri; e infine la strana compagnia guidata dal mago Bayaz, con il bello (Jezal), il brutto (Logen Novedita) e la cattiva (la fiera e splendida Ferro che non ha tempo da perdere in mollezze femminili).

Su questa compagnia eterogenea si concentra maggiormente l’attenzione, perché Bayaz si è messo in testa di viaggiare sino ai confini del Mondo conosciuto per trovare un’arma dimenticata e potentissima, anche se neppure lui ha le idee ben chiare. 

Come ho già avuto modo di notare, un elemento continua ad essere ricorrente in Abercrombie: l’imperfezione e l’evidente ambiguità dei suoi eroi. Quindi neanche qui maghi onniscienti e protettivi, ma piuttosto incerti, misteriosi e pasticcioni, e niente guerrieri dallo scudo risplendente, ma combattenti sanguinari e impietosi, che molto spesso si sono messi e si mettono l’onore sotto gli stivali. E governanti che marciano allegramente sui cadaveri pur di portare a casa il risultato più vantaggioso.

Intorno a loro un’umanità immaginata, fantasiosa ma molto concreta, nelle sue bassezze, nei suoi desideri inconfessati, nelle sue gelosie e nelle sue meschinità, costanti e identiche a quella che è tuttora nostra contemporanea.

Continuo a pensare che, per chi ama il fantasy, questa saga è uno spartiacque imprescindibile tra il classico e il nuovo stile che avanza.

Tutti rimasero a bocca aperta, facendosi vicini in quello spazio fuori misura, come delle pecore spaventate in una valle brulla che si stringono l'una all'altra in attesa che arrivino i lupi.

La serie THE FIRST LAW:
1) The Blade Itself (Il richiamo delle Spade);
2) Before They Are Hanged (Non Prima che siano impiccati);
3) Last Argument of Kings (L’Ultima Ragione dei Re).
Amarilli73

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