Intervista speciale a Stephanie Hudson, autrice acclamata di "Afterlife"

Dopo avervi dato un assaggio di Afterlife ieri sera, (QUI per chi si fosse perso il post), oggi appagherò la curiosità di voi lettori, e ovviamente anche la mia, con le risposte che la sua bravissima autrice ha dato ad alcune nostre domande.
Un grazie particolare ad Amarilli per la traduzione.
Vediamo nel dettaglio di scoprire qualcosa di più su Stephanie Hudson.

Editore: BOOKME
il nuovo marchio di De Agostini Libri dedicato ai titoli di narrativa adulti e cross over

ISBN: 8841896493
ISBN-13: 9788841896495
Pagine: 608
Euro 14,90


Chi è Stephanie ? Una scrittrice a tempo pieno o un'autorice solo per passione ?
Credo di poter tranquillamente dire che sono entrambe le cose ora, grazie a fan appassionati che continuano a comprare i miei libri, permettendomi così di vivere i miei sogni ogni giorno e di mettere a frutto la mia passione per la scrittura. Però prima di tutto io sono una madre sorridente, una moglie felice e la proprietaria di un cane giocherellone e amo tutti e tre molto di più delle parole.

Afterlife è un romanzo con una copertina molto intrigante: come hai avuto l'ispirazione per questo romanzo?
L'ispirazione per questa saga mi è derivata dall’avere una passione per questo genere sin dalla tenera età. Essendo dislessica ho incontrato difficoltà sia nella lettura che nella scrittura, ed è stato frustrante quando si trattava di cercare di creare le mie storie, specie quando ero più giovane. Ma una volta che ho scoperto il mio tipo preferito di libri da leggere, sentivo che non c’era più niente che potesse fermarmi, e più leggevo più facile diventava. Ho sempre avuto un grande amore per tutte le cose soprannaturali e ho ritenuto di poter coinvolgere il lettore combinando una storia d'amore con questa distorsione verso il lato dark, perché io personalmente ero sempre stata attratta da questo tipo di storie.

Un autore di solito ama tutti i personaggi che ha creato, ma ce n'è uno in particolare a cui sei più affezionata? Perché?
La risposta è abbastanza difficile per me, perché sento una profonda connessione con ognuno dei miei personaggi, e ho cercato di dare a ciascuno una storia di fondo prima di introdurlo nella trama principale. Ma se dovessi rispondere, per quanto io adori Draven, dovrei essere fedele a me stessa e dire Keira . Quel che veramente mi interessava in Keira è stato lo sviluppo della sua forza interiore, il modo in cui si adatta a una varietà di situazioni durante la continuazione della saga.

Il tuo romanzo è un mix di mistero, orrore e seduzione. Qual è la componente principale?
Di base penso di dover dire che è soprattutto una storia d'amore dove le difficoltà si accumulano contro due persone molto diverse e provenienti da mondi molto diversi, il tutto mischiato con abbastanza mistero e orrore oscuro per poter creare una trama seducente.

Questo è il tuo primo lavoro pubblicato. Hai qualcos'altro in programma? Hai pensato a un sequel o uno spin- off?
Quando ho iniziato a scrivere Afterlife ho sempre saputo che la storia era troppo ampia per essere contenuta in un solo libro o addirittura in una trilogia. L'unica cosa che dovevo fare era lavorare su come spezzettare questa storia così vasta e scoprire quanti libri ci volevano per completarla. In totale per la saga ho previsto sette libri, e al momento sto scrivendo il quinto. Ci saranno anche quattro libri spin-off libri, una volta che la saga sarà finita, che racconteranno la storia di alcuni dei personaggi maschili e l'amore che essi sperano di trovare nel loro futuro.

Se dovessi pensare a una colonna sonora della scena finale del romanzo , che musica preferisci?
Questa è una domanda facile da rispondere, in quanto c'era solo una canzone che ascoltavo sempre mentre scrivevo la scena di lotta finale e che è stata “Sound of Madness”, cantata da uno dei miei gruppi preferiti, gli Shinedown .

Hai qualche aneddoto curioso legato alla scrittura di questo romanzo da poter condividere con i nostri lettori?
Quello che mi viene in mente di più è stato lo shock che ho dato a mia madre quando ho finito il libro. A causa della mia dislessia ho trovato molti ostacoli nella scuola, come accade alla maggior parte delle persone, e voler crescere fino a diventare uno scrittore non era il sogno più facile quando ti risulta difficile scrivere. Ma la mia immaginazione non ci avrebbe rinunciato, benché i miei insegnanti mi dicevano che pretendevo troppo. Così ho scritto Afterlife in segreto e poi ho telefonato a mia madre un giorno e le ho detto: “Mamma, ho scritto un libro, vuoi leggerlo?” La cosa divertente era che lei non sapeva nemmeno che mi piacesse scrivere, figuriamoci poterlo fare. Alla fine è stata proprio lei il motivo principale per cui sono arrivata a pubblicare, perché lei mi ripeteva quanto il mio libro fosse bello.

Un grosso grazie all'autrice per essersi prestata, un ringraziamento particolare alla nostra Amarilli per la traduzione e, in ultimo ma non per importanza, alla gentilissima Noemi che ha permesso la riuscita di questo "speciale".
Nei prossimi giorni troverete on line anche la mia recensione a questo bellissimo romanzo.
Stefania

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