SPECIALE JOE ABERCROMBIE – LA SAGA DE “LA PRIMA LEGGE” (THE FIRST LAW) VOLUME PRIMO - PENSIERI E RIFLESSIONI SU “IL RICHIAMO DELLE SPADE”

Titolo: Il richiamo delle spade
Autore: Joe Abercrombie
Traduttore: Tavani B.
Editore: Gargoyle
Collana: Extra
ISBN: 889817201X
ISBN-13: 9788898172016
Pagine: 679

Sinossi - Logen Novedita, il famigerato guerriero, ha infine esaurito la sua fortuna. Si è fatto un nemico di troppo e ora ha davanti a sé un futuro solitario e cupo, in cui da un momento all'altro potrebbe ritrovarsi a guardare la morte in faccia per l'ultima volta. Ma saranno proprio i morti a offrirgli un'ultima opportunità, perché qualcuno, là fuori, ha ancora dei progetti per il Sanguinario. Il Capitano Jezal dan Luthar, modello di egoismo e vanità, ha in mente poco altro che banali sogni di gloria, da far avverare in duello a colpi di spada. Ma la guerra è alle porte, gli eserciti si mobilitano e sui campi di battaglia del gelido Nord si combatte con regole terribilmente cruente. L'Inquisitore Glokta, carnefice storpio, sarebbe contento di veder tornare i resti del Capitano Jezal in una cassa, ma d'altro canto lui odia chiunque non sia stato ridotto nelle sue condizioni. Confessione dopo confessione, senza lasciar spazio a nessun sentimento se non al rancore, elimina i traditori in seno all'Alleanza, ma la sua ultima scia di cadaveri potrebbe condurlo dritto al cuore corrotto del governo. Se soltanto potesse sopravvivere abbastanza a lungo da poterla seguire... 

Il pensiero di Amarilli73

Dopo avervi parlato di Richard K. Morgan e del suo approccio fantasy crudo e crudele, vorrei segnalare un altro autore dello stesso filone, forse anche più amato e apprezzato (sempre all’estero, non ancora qui da noi), e peraltro pubblicato in Italia dalla medesima casa editrice (Gargoyle): Joe Abercrombie.

Di Abercrombie, in particolare, vorrei introdurre la saga più celebre, THE FIRST LAW o LA PRIMA LEGGE, che inizia appunto con IL RICHIAMO DELLE SPADE (THE BLADE ITSELF).

“La lama stessa induce alla violenza” diceva Omero, e il mondo in cui viene catapultato il lettore, fin dalle prime pagine, è una serie di molteplici scenari di guerra, dal nord (dove Bethod, il Re degli Uomini del Nord vuol muovere guerra all’Unione e da dove il pericolo degli Shanka incombe) al sud (dove il territorio dei Gurkish è in fermento e dove il Profeta e i suoi Mangiatori sfidano le Prime Leggi), fino al centro dell’Unione, che si sta sfaldando sotto i colpi di una burocrazia miope e corrotta, in balia dello strapotere di gilde mercantili sempre più avide e corruttrici. 
E molteplici sono i personaggi di cui via via facciamo conoscenza, ciascuno nel proprio ambiente, ciascuno con qualche pregio e molti, parecchi difetti. 
Perché questo va subito detto: Abercrombie non ama gli eroi senza macchia e senza paura, ma predilige invece personaggi imperfetti e con svariate ombre nel loro passato, nel loro presente e nel loro futuro. 

Si potrebbe dire che questo prima parte sia in realtà una fase di preparazione alla grande battaglia, dove i pezzi vengono disposti sulla scacchiera e gli schieramenti non sono ancora ben definiti.

Mentre le minacce si fanno ogni giorno più vicine Bayaz (che forse è il primo Mago di cui parlano le leggende o forse un cialtrone che gli assomiglia molto), raccoglie intorno a sé un piccolo gruppo, quasi una strampalata compagnia di tolkieniana memoria, con il capitano Jezal, ricco, bello e viziato, Ferro Maljinn, l’ex-schiava guerriera, e soprattutto Logen Novedita, una formidabile figura di condottiero selvaggio, ricoperto di cicatrici dentro e fuori.

A parte, ma non in disparte, si muove poi Sand dan Glokta, una volta un ufficiale ammirato (anzi, la stella più luminosa del firmamento) e ora, dopo la caduta, la prigionia e la tortura, un Inquisitore dell'Impero, storpio e distrutto nel corpo, sospinto avanti solo dal rancore e dalla sete di riscatto.

Per ora personaggi formidabili, un intreccio che conquista e che ti costringe a divorare quasi settecento pagine senza neanche accorgertene, uno stile concreto, fresco e tuttavia pieno di reminiscenze che non potranno non deliziare chi è cresciuto con il fantasy classico (oltre a Tolkien, io ci ho visto ad esempio spunti del ciclo di Dune di Herbert, del Conan di Howard e anche qualcosa del Vazkor di Tanith Lee).

Serie consigliatissima.

Logen strinse la mascella e serrò i pugni dentro i brandelli ammuffiti della coperta. 
Sarebbe potuto tornare alle rovine del villaggio vicino al mare, solo un'ultima volta, e partire alla carica con un ruggito di battaglia in gola, proprio come aveva fatto a Carleon, quando aveva perso un dito e si era guadagnato il suo Nome; avrebbe potuto fare fuori qualche Shanka, squartarlo come aveva squartato Shama Senza cuore, dalla spalla al ventre, fino a tirargli fuori le budella. Tutto per vendicare suo padre, sua moglie, i suoi figli e i suoi amici. 
Sarebbe stata una fine degna per uno che chiamavano Novedita il Sanguinario. 
Morire uccidendo, una canzone che sarebbe valsa la pena cantare.

Da questa saga, peraltro, è stata tratta una graphic novel di cui ho trovato commenti pieni di entusiasmo on line. Vi faccio vedere la copertina: Logen, Glokta e Jezal sono o non sono come ve li immaginavate?

La serie THE FIRST LAW:

1) The Blade Itself (Il richiamo delle Spade);
2) Before They Are Hanged (Non Prima che siano impiccati);
3) Last Argument of Kings (L’Ultima Ragione dei Re).

Amarilli73

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