PENSIERI E RIFLESSIONI SU “LA MIA PICCOLINA” DI PIPER VAUGHN & M.J. O’SHEA

Autore: Piper Vaughn & M.J. O'Shea
Titolo: “One small thing”
ISBN-13 978-1-61372-780-5
E-book, Pagine 232
Copertina: L.C. Chase
Traduttore: Caterina Bolognesi
Pubblicazione: 28 maggio 2013

Sinossi – “Papà” non era un titolo che Rue Morraway desiderasse, ma non aveva neppure mai pensato di fare sesso con una donna. Adesso è il padre involontario di una neonata di nome Alice. Tra il suo lavoro come barista e la scuola per parrucchieri, Rue non ha il tempo per la bambina, ma non vuole darla via. Quello di cui ha bisogno è una babysitter e sta finendo le opzioni possibili. È sul punto di lasciare la scuola per badare lui stesso ad Alice, quando gli viene in mente il suo solitario vicino, Erik. 
Erik Van Nuys è uno scrittore di libri di fantascienza con un sacco di problemi d’ansia. Non ama la gente in generale e ancora meno ama i bambini. Lo stesso, con i suoi assegni per i diritti in calo, ha bisogno di un entrata extra. Malvolentieri, si cala nel ruolo del tato e ancora meno volentieri, si trova a innamorarsi di Alice e del suo spumeggiante genitore. 
Rue ed Erik sono tanto diversi quanto possono esserlo due persone e Alice è la più inusuale delle bimbe, ma Rue non è mai stato tanto felice quanto lo è con lei ed Erik al suo fianco. Almeno, fino a quando non riceve un’offerta che gli farebbe raggiungere tutti i suoi sogni e non si trova di fronte a una scelta: il futuro che ha sempre sognato o la famiglia che non aveva mai creduto di desiderare?

Il pensiero di Amarilli73

Di solito quando si affronta la tematica gay all’interno della nostra società, con la correlativa richiesta di riconoscimenti socio-familiari, la principale obiezione resta ancora quella delle adozioni e dei figli, come se gay e bambini fossero due cose troppo lontane, una sorta di antitesi insuperabile anche solo con il semplice pensiero.

Per questo, ben fanno, a mio parere, romanzi come questo che pongono al centro della trama un ragazzo gay che si scopre (accidentalmente) futuro padre e deve fare i conti con il crescerlo da solo, con gli stessi identici problemi che deve affrontare un genitore eterosessuale altrettanto solo (per sua scelta o per necessità), e con i più le difficoltà derivanti dal particolare “status” e dalla non completa accettazione e reazione negativa dell’ambiente circostante.

In “One small thing” le due autrici scelgono di non concentrarsi su una figura di uomo “normalizzato” e rassicurante, ma di lasciarlo esprimere in tutte le sue sfaccettature, anche le più stravaganti (come le unghie tinte di blu o il bikini e le calze a rete che indossa per andare a lavorare nei bar per soli uomini), senza per questo costringerlo a rinunciare al suo importantissimo ruolo di “papà” della neonata Alice.
Se a tutto questo, poi, aggiungete, che l’unica persona a cui Rue potrà chiedere aiuto per riuscire a finire di studiare e lavorare è il suo insolito vicino di casa, uno scrittore a sua volta prigioniero di fobie ed attacchi di panico e che non ha mai pensato di poter innamorarsi di un altro uomo, avrete il quadro di questa strana e tuttavia straordinaria famigliola che si va a comporre, e che non potrete non amare.

Non avevo mai provato niente del genere prima. Niente.
Non potevo respirare, non potevo pensare, non potevo sentire altro che le calde mani alla base della mia schiena e le saporite, stuzzicanti, carezzevoli labbra che sapevano di paradiso. Avrei voluto che non finisse mai. Non avrei voluto mai smettere di assaporare il suo odore. La bellezza del momento mi colpì allo stomaco, fremendo e crescendo fino a quando tutto il mio corpo vibrò con il suo potere.
“Erik?” sussurrai, quando finalmente ci separammo. Ne volevo ancora.
Erik sollevò un pollice e mi toccò il labbro, umido e gonfio per i suoi baci, guardandomi meravigliato. “Volevo farlo da così tanto tempo.”
Non disse altro, ma rimase fermo guardandomi le labbra, gli occhi, me. Solo l’intenso modo in cui mi guardava mi faceva tremare. Allungai le mani per toccargli il viso.

Il risultato è un tenerissimo romanzo scritto a quattro mani, dove i sentimenti, la voglia di casa e la scoperta/riscoperta di se stessi la fanno da padrone. 

Ben scritto, ottimamente tradotto, e davvero consigliato (magari per chi vuol provare questo particolare genere di romanzi, con un approccio soft).

Era come se mi avesse risvegliato da anni passati a vivere come una persona a metà. Non mi ero mai reso conto di cosa mi stessi perdendo, ma quando l’avevo baciato era stato come se tutti i pezzi fossero andati al loro posto, come se per la prima volta nella mia vita fossi riuscito a vedere l’intera immagine invece che soltanto i singoli frammenti.

Amarilli73

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