Pensieri e Riflessioni su "L'ultima volta che ti ho detto addio" di Cynthia Hand

L'ultima volta che ti ho detto addio
di CYNTHIA HAND

Editore: Harlequin Mondadori
Collana: hm
Data di Pubblicazione: Giugno 2015
ISBN: 8869050203
ISBN-13: 9788869050206

Lexie Rigs è un genio della matematica tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello - da poco scomparso - non riesce a confidarsi con nessuno.
Il mio pensiero:
In tanti mi chiedono sempre perché io legga spesso romanzi che, già dalla sinossi, promettono lacrime a fiumi.
Perché in un certo senso sono letture catartiche, secondo me. Rispondo così che la vita è fatta di momenti belli, sereni, felici, spensierati ma anche di fasi più tristi. E sicuramente, tutti, almeno una volta, si trovano a fare i conti con la dura realtà della vita. Quindi, quando io leggo il dolore di un personaggio, a volte è come se mi immedesimassi in lui e riuscissi a liberarmi di qualche lacrima trattenuta e magari anche a trovare un po’ di consolazione quando sento la storia vicina al mio vissuto.

Visto la premessa, avrete già capito che questo romanzo mi ha fatto versare proprio qualche bella lacrimuccia, soprattutto sul finale, sebbene io, per fortuna, non abbia avuto la disgrazia di perdere un fratello.

Il tono che mantiene il romanzo per la sua intera durata è piuttosto triste visto che alterna il racconto della quotidianità della sorella di Ty a pochi mesi di distanza dalla sua morte, a pagine di diario scritte ricordando i momenti passati con lui.
Tutto questo dolore che permea la storia ha un senso, solo che dovrete arrivare al finale per scoprirlo.
Alexis, la protagonista, non può essere identificata con l’autrice stessa, ma se avete seguito il Blogtour per la presentazione del romanzo, vi ricorderete che anche Cynthia Hand versò molte lacrime per la perdita del fratello morto suicida. Così, è come se in un certo senso l’autrice avesse voluto scrivere questo libro per aiutare quei lettori con un’esperienza di dolore simile alle spalle.

La vita di Lex, un promettente genio della matematica, procede spensierata: ha diciotto anni, un’ottima carriera scolastica che le permetterà di andare al MIT – la prestigiosa Università Matematica americana e sta vivendo il primo grande amore. Purtroppo i genitori hanno deciso di separarsi e quello che risentirà maggiormente di questa decisione sarà il fratello di Lex, Tyler, di due anni più giovane di lei. A distanza del primo tentativo di suicidio per aver assunto un’intera confezione di un farmaco da banco, Ty ci riproverà ancora a distanza di mesi con il fucile del padre. Purtroppo questo sue secondo gesto estremo andrà a buon fine, lasciando dietro di sé un’ampia scia di dolore, che ricadrà maggiormente su Lex (che si isolerà dal mondo rinunciando anche all’amore) e sulla madre (che si rifugerà nell’oblio dell’alcol). È vero che solo il tempo può lenire il dolore?

A lettura conclusa mi sento di poter dire che è un buon libro. Certo, magari non una lettura leggera e spensierata da vacanza sotto l’ombrellone ma, letto in un momento particolare, sa regalare tante emozioni e può anche essere di grande aiuto.

La tematica del suicidio è sempre qualcosa di difficile trattazione ma l’autrice ha saputo destreggiarsi molto bene tra le pagine regalando ai protagonisti e a noi lettori un degno ed accettabile finale.

Morire
È un’arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in modo eccezionale.
Io lo faccio che sembra l’inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
La morte è tutto intorno a noi, dovunque posiamo lo sguardo, qui ogni secondo si uccidono mediamente 1,8 persone. Semplicemente non prestiamo attenzione, finché, un giorno, lo fa qualcuno che conosciamo bene.

 Un romanzo dolce amaro per chi ha voglia di leggere qualcosa che arrivi dritto al cuore. 
Stefania

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