Thursday's Book: il libro del giovedì (87)

Buon giovedì a tutti!
Questa sera, vi propongo un libro uscito nel 2013 e che, almeno in Italia, è passato nettamente in sordina.
In tempi di luce declinante, di Eugen Ruge, è il ritratto tenero, a tratti addirittura umoristico, vivido e straziante di un'intera famiglia borghese- ben tre generazioni-  abitante nella Germania dell'Est.
Un periodo, quello dagli anni 50 sino alla caduta del Muro, di grandi cambiamenti per tutta l'Europa ed immortalato, con grande maestria, in un'istantanea folgorante.
In Germania questo romanzo ha fatto incetta di premi e, vi assicuro, merita di essere letto.
Ora vi lascio alla scheda del libro, vi ricordo che, in caso vogliate partecipare alla rubrica e fare voi una segnalazione, basta lasciare un commento al post oppure mandare una mail a illibrodelgiovedi@gmail.com. Il vostro consiglio sarà pubblicato in questo spazio dedicato. A presto e buona lettura! 

Titolo: In tempi di luce declinante
Autore: Eugen Ruge
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
ISBN: 8804624442
ISBN-13: 9788804624448
Pagine: 346

Sinossi:
Tutto è pronto per il novantesimo compleanno di Wilhelm: la lunga fila di libri di Lenin, il pugnale dell'attore western più famoso della DDR, il piatto di Cuba regalato dai compagni dell'officina Karl Marx. La famiglia al gran completo è riunita, suo malgrado, e sta per celebrare il patriarca dal petto gonfio di medaglie e di ricordi, non sempre veritieri. Wilhelm sta già raccontando qualche nuova prodezza del passato, seducendo gli ospiti, e non sa che due eventi eccezionali, per lui ugualmente catastrofici, lo attendono al brindisi: il Muro di Berlino sta crollando, suo nipote Alexander non arriva, è fuggito dall'altra parte. Dalla tavola in festa prende avvio una saga che racconta il destino di una famiglia borghese nella Gemania dell'Est, nel lungo dispiegarsi del secolo breve tra grandi speranze e gigantesche disillusioni. Una storia di padri e di figli. Wilhelm e sua moglie, comunisti convinti, che tornano dal Messico nel '52 per dare il loro contributo alla formazione del nuovo stato nella Germania Democratica. Il figlio Kurt, emigrato in Russia da dove fa ritorno portando con sé, assieme ai segni e agli incubi del gulag, una moglie russa che non si adatterà mai al grigio rigore della DDR e una suocera che si accontenta di vodka e conserve fatte in casa. E poi Alexander, il giovane nipote, che rischia di finire schiacciato da una soffocante nostalgia per i tempi che furono e che per questo fugge a ovest.

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