Pensieri e Riflessioni su "Nella vita tutto può cambiare" di Leslie Daniels

Titolo: Nella vita tutto può cambiare
Autore: Leslie Daniels
Editore: Giunti Editore
Collana: A
ISBN: 8809767748
ISBN-13: 9788809767744
Pagine: 384

Sinossi: 
Una mattina di primavera, nel piccolo paesino di provincia in cui vive, Barbara Barrett sta caricando la lavastoviglie mentre suo marito la osserva lì di fianco. Quando comincia a darle istruzioni su come dovrebbe disporre piatti e bicchieri, Barbara ficca a casaccio una tazza di caffè tra le stoviglie, prende la porta e se ne va. Un gesto che le farà perdere tutto, persino la custodia dei bambini. Ma con i guadagni di un lavoro un po' strambo rispondere alle lamentele della gente per una nota marca di gelati - Barbara è determinata a ricominciare tutto da capo: rivuole i suoi figli con sé, costi quel che costi. E mentre è intenta a ripulire di buona lena la casa che ha appena comprato, sul fondo di un cassetto trova un manoscritto misterioso, forse appartenuto nientemeno che al grande scrittore Vladimir Nabokov. La vita toglie, la vita dà. Infatti, per una serie di coincidenze che solo il destino può regalare, per Barbara tutto cambia. Certo, forse non proprio nella direzione che pensava... Ma quando il caso decide di metterci lo zampino bisogna davvero essere pronti a tutto. 

Il mio pensiero:
Nella piccola Onkwedo, Barbara Barrett ha ormai perso tutto quello che ritenesse importante nella sua vita. L'affetto di un padre, l'amore di un cugino, ma soprattutto i suoi due splendidi figli. 
Per cosa? Per cercare la libertà da un marito - padrone, che vive la relazione coniugale come un contratto in cui bisogna avere un ruolo, delle regole ed un piano a cui attenersi. Peccato che Barbara non sia una persona fatta per rimanere nelle convenzioni e nelle regole, anzi, ama agire d'impulso, anche se questa volta pagherà un conto ben troppo salato. L'Individuo, al secolo John, le porterà via i bambini ottenendone la piena custodia e Barbara dovrà rimettere insieme se stessa e la sua vita per poterli riavere... 

La Daniels scrive un libro la cui trama, come avrete intuito, non è assolutamente nuova. Sicuramente vi sono molti spunti brillanti, come aver messo una donna nei panni del genitore "inadatto" alla tutela, l'idea del ritrovamento di un romanzo scritto da un autore famoso, una storia d'amore tenero ed inaspettato... Peccato che si sia lasciata così tanto prendere la mano dalla caratterizzazione del personaggio che anche il racconto ne ha risentito. Eh sì, perché Barbara è così inconcludente, passiva, negativa e "pigra" per sua stessa definizione, che verrebbe voglia di poterla prenderla per le spalle in modo da darle uno scossone (e questo ad esser buoni... ). 

Buona parte del racconto risente di un grigio "vorrei, ma non posso" che si protrae per capitoli. La fatica che Barbara fa per cercare di sbloccare la sua depressione si sente scena dopo scena, lo vivi sulla pelle e fai veramente fatica ad accettarlo. 
Se lo scopo del libro fosse stato far immedesimare il lettore in Barbara, allora sarebbe stato un successo assicurato. Sfortunatamente, vista la svolta narrativa e stilistica proposta a tre quarti del libro, viene da supporre che non sia questo il vero obiettivo del romanzo. Infatti, troveremo una quasi salvifica Margie che, con poche lapidarie parole, esterna all'amica depressa quello che noi stessi ci stiamo chiedendo da molte, troppe pagine: 

"Ma perché non combatti per i tuoi figli? Questo di te non lo capisco. Lasciare un uomo è una cosa, ma come fai ad accettare di perdere i tuoi bambini?" 

Queste parole provocano un vero terremoto interiore in Barbara, che deciderà - finalmente - di prendere le redini della propria vita e ci condurrà verso una vera e propria graziosa rivoluzione nella triste Onkwedo: Barbara deciderà di aprire una casa di tolleranza per donne incomprese e desiderose di un po' di "distrazione" dalla routine quotidiana. Questa parentesi piccante le permetterà, nonostante tutti i pronostici, di ribaltare completamente la sua vita, arrivando ad un happy end assolutamente scontato e tremendamente in contrasto con il mood iniziale del romanzo. 

Alla fine viene da chiedersi cosa stiamo leggendo: un romanzo sulla difficile crescita personale di una madre? Una commedia all'americana? Un romanzo che denuncia lo stile di vita USA? Sarebbe interessante avere una risposta, perché a me, sinceramente, è sfuggita. Malauguratamente ci ritroviamo davanti alla filosofia "di tutto un po'" e, nonostante sia scritta bene, la storia non decolla, risentendo qua e là di forzature e colpi di scena fin troppo scontati. 
Ribadisco che quanto scrivo si basa sul mio gusto personale, quindi non prendetelo come un giudizio assoluto. Purtroppo, pur sorvolando su come venga trattato un argomento così delicato come il divorzio, vi sono troppi cambi di direzione nel genere. Questo, a mio parere, crea molta confusione e fa perdere verve alla narrazione, fino a renderla forzata, superficiale ed ovvia. 

Peccato perché solitamente i libri della Giunti mi piacciono parecchio, prova ne sono le recensioni più che positive di altri libri della stessa collana. Inoltre, la forza narrativa che scaturisce dalla penna di Leslie Daniels traspare qua e là e fa pensare che, sicuramente, questa scrittrice possa riservarci delle belle sorprese in futuro, soprattutto se pensiamo che questa è solo la sua prima opera. Pazienza, aspetto fiduciosa e, per il momento, vi auguro buona lettura!
Ambra

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