PENSIERI E RIFLESSIONI SU “LA SPOSA DI SHERBROOKE” DI CATHERINE COULTER

Catherine Coulter
La sposa di Sherbrooke
Brossura – 357 pagine

I Romanzi Mondadori (Oro introvabili – Giugno 2013) 

Trama - Douglas Sherbrooke, conte di Northcliffe, ha necessità di prendere moglie e dare alla casata un legittimo erede. Alexandra Chambers, secondogenita del duca di Beresford, è innamorata di lui fin da quando era una ragazzina, ma la scelta ricade sulla bellissima sorella maggiore Melissande. E tanto è impaziente il conte di impalmare quell’affascinante creatura che, seppur inviato in Francia per una missione, incarica il cugino Tom di organizzargli il matrimonio per procura. Sfortunatamente, però, le cose non vanno secondo i piani, e al ritorno Douglas si ritrova sì sposato, ma con Alexandra. Come se non bastasse, nelle stanze nuziali del castello ha ripreso a manifestarsi lo spirito della Sposa Vergine…

Note: LA SPOSA DI SHERBROOKE ( The Sherbrooke Bride ) è il primo romanzo della serie “Bride” di Catherine Coulter, che comprende inoltre “The Hellion Bride”, “The Heiress Bride”, “Mad Jack”, “The Courtship”, “The Scottish Bride”, “Pendragon”, “The Sherbrooke Twins”, “Lyon’s Gate”, “Wizard’s Daughter” e “Prince of Ravenscar”.

Il pensiero di Amarilli73

Questo romance “introvabile” ha ben vent’anni, e direi che si sentono quasi tutti. 

In realtà, è probabile che, dopo vagonate di romance molto più erotici o con trame spionistico-avventurose, le lettrici di oggi (in cui mi auto-inserisco) siano molto più smaliziate e abbiano gusti più esigenti, sia per quanto riguarda le scene passionali, sia per quanto riguarda la credibilità di intrighi e complotti.

Qui siamo nel 1805, in piena epoca di guerre napoleoniche, e il conte Douglas, dopo aver servito fedelmente la patria ed essere tornato dal fronte, è costantemente bersagliato da allusioni sempre più insistenti e sempre sullo stesso, “noiosissimo” argomento: sposarsi, sposarsi, e generare un erede.
Questo, nonostante lui e il fratello già stiano allevando un nutrito gruppo di piccoli Sherbrooke illegittimi, tenendo meticolosamente il conto con riunioni e aggiornamenti trimestrali (!!). 
Va a finire che, a furia di voler pianificare tutto a tavolino, anche un semplice matrimonio combinato rischia di rivelarsi un gran pasticcio per il compassato ed algido conte.

Nel complesso, ci sono varie scene divertenti, perché Alexandra è un tipetto risoluto, a prescindere dai suoi diciotto anni e dalla sua apparente ingenuità, e il conte non è uno che cade facilmente ai suoi piedi, anzi, persevera nei suoi modi da despota e da marito padrone per buona parte del libro.

Semmai la principale debolezza, a mio parere, è aver voluto inserire una storia d’amore abbastanza prevedibile in una trama con risvolti pseudo-drammatici: le scene di missione all’estero, in effetti, mi sono sembrate le più inverosimili del romanzo, nonché le più inutili ai fini della narrazione.

Un’ulteriore delusione, poi, l’ho avuta proprio sul lato romance: a prescindere dal fatto che lo stesso conte biasima se stesso per comportarsi come una “donnola in calore”, le scene si riducono tutto a un ansimare di lui - tipo muflone – sopra di lei, che giace inerme con i vestiti strappati. Alla quinta scena in cui lui promette di concederle i preliminari, e poi si abbonda in una prestazione selvaggia e veloce, una lettrice romantica comincia ad innervosirsi. 

Alla fine, ho trovato molto più adorabili il cugino Tony e la sorella-monella del conte, Sinjun. 

E il fantasma della Sposa Vergine? Cosa c’entra in tutto questo? Gran bella domanda: il fantasma c’è, con tanto di lunghissimi capelli biondi e vestito di velo bianco, solo che io ancora non ho ben chiaro perché apparisse e cosa volesse dai suoi discendenti…

Amarilli73


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