Pensieri e Riflessioni su "Il bambino che cadde sulla terra" di Kathy Lette

Il bambino che cadde sulla terra
di Kathy Lette
Editore: Dalai Editore
Collana: Pepe rosa
ISBN: 8866208116
ISBN-13: 9788866208112
Pagine: 288

Sinossi:
Da quando il padre di Merlin, Jeremy, se n’è andato – subito dopo la diagnosi di autismo – lasciando lei e il figlio, Lucy ha fatto di Merlin il centro del suo mondo. Alle prese con le gioie e le difficoltà di crescere un bambino eccentricamente adorabile, ma impegnativo (se soltanto Merlin fosse arrivato con un manuale di istruzioni!), Lucy non ha tempo per altri uomini nella propria vita, perciò perché darsi la pena di cercarne uno?
Quando Merlin compie dieci anni, Lucy comincia seriamente a preoccuparsi che il Papa possa contattarla per chiederle suggerimenti in materia di castità, perciò decide di rimettere piede (per quanto il pedicure lasci a desiderare) nel mondo degli uomini. Ma a causa della bizzarria di Merlin, le cose non vanno come aveva immaginato. Tuttavia, proprio quando Lucy sta per rassegnarsi a una vita da single, ecco che Archie – il più perfetto, per lei e per suo figlio, degli uomini imperfetti – bussa alla sua porta. E lo stesso fa Jeremy, pronto a implorare perdono e una seconda possibilità… Di cosa ha bisogno Lucy? Di un vero padre per Merlin o di un compagno affidabile per se stessa?

Il mio pensiero:
"Il bambino che cadde sulla terra" è il romanzo della londinese Kathy Lette. Autrice di successo internazionale, con questo libro portato in Italia dalla Casa Editrice Dalai Editore, narra una storia che tocca uno degli argomenti più delicati con un pizzico di ironia, sarcasmo e originalità.

Letta la sinossi vi starete chiedendo: ma è un romanzo triste? Uno di quelli da affrontare con una bella scorta di fazzoletti a portata di mano?
No, toglietevi subito dalla testa l'idea che sia un romanzo strappalacrime e servano cuori forti per leggerlo.

Certo, è una storia che tocca una tematica delicata, ma lo fa aprendo uno squarcio su un mondo che pochi conoscono, in un modo davvero unico.

Poco dopo le nozze, Lucy aspetta un figlio da Jeremy. Come tutte le coppie che si apprestano per scelta a diventare genitori, la felicità è alle stelle... ma purtroppo dura poco.
La scoperta di avere un figlio affetto dalla sindrome di Asperger, cioè autistico, spaventa a tal punto Jeremy da farlo scappare di casa per inseguire una donna più giovane, svampita ed insignificante come una moderna Marilyn Monroe...
Immaginatevi pertanto la situazione: Lucy, neo mamma, si trova così da sola ad occuparsi del figlioletto speciale. Un'impresa non da poco. Insegnante d'inglese, cercherà di coniugare i suoi impegni lavorativi e la gestione della casa, con il tempo da dedicare al figlio... Il fatto è che Merlin richiede molte più attenzioni e impegno di quanto possa permettersi.
La sua vita diviene così costantemente votata a lui, all'unico amore rimasto nella sua vita.

La storia ci viene narrata direttamente da Lucy, mentre piange in un letto d'ospedale Merlin rimasto vittima di un incidente stradale. 

Nonostante il sarcasmo e le battute pungenti e a bruciapelo della protagonista, riflettendoci bene è una storia davvero triste. Come dicevo, non vi farà versare lacrime a fiumi leggendolo, ma penso che un senso di sconfitta, di impotenza, unito anche alla rabbia ed alla volontà di dare una scrollata alla protagonista siano più che spontanei e giustificati.

«E se anche lo facessi?» la pizzicai. «Dedicarsi al porno… costa anche meno che uscire con qualcuno.»
«Ma un bel vibratore ti parla, ti coccola, ti cambia una gomma a terra?» domandò mia madre con schiettezza. «Prima o poi la testolina rosea del sesso farà capolino, mia cara.»
Rabbrividii. «Sai qual è il miglior contraccettivo per una donna della mia età? Stare nuda.»
«Sai qual è il modo migliore per evitare le rughe? Togliersi gli occhiali», controbatté lei.
«Mamma, io non sono come te. Non posso spogliarmi davanti a uno sconosciuto. Sono diventata così moralista. Persino quando sono a casa da sola non giro per la mia camera da letto senza qualcosa addosso.»

Forse alcune situazioni saranno anche state portate all'esasperazione dall'autrice per dare più enfasi o un maggiore tocco di pathos alla trama, ma all'ennesimo fidanzato che scappa e all'ennesima situazione imbarazzante, vi giuro che stavo iniziando a provare un senso di repulsione come mi capita di rado con pochi libri.

«Be’, durante il caffè ti avevo avvertito che mio figlio è un po’ eccentrico…»
«Eccentrico mi sembra poco. E poi gli ha domandato dei loro…»
Bob abbassò la voce imbarazzato, «…clitoridi.»
La figlia maggiore intervenne, scandalizzata: «Voleva sapere se il mio clitoride fosse lungo o corto. O se le ragazze ce l’hanno tutte della stessa misura».

L'istinto di abbandonare il romanzo c'è stato, lo ammetto, anche perché non è scorrevolissimo. Mi son sforzata comunque di andare avanti per la curiosità di scoprire il finale. 

Ci sarà un finale luminoso per questa storia?
Non voglio svelarvelo, e tutto sommato son contenta di esser arrivata alle ultime battute.

È stata una lettura insolita che ha aperto parecchi spunti di riflessione e che mi sento di consigliare comunque.
Stefania

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