Pensieri e riflessioni su "La banda degli invisibili" di Fabio Bartolomei


Titolo: La banda degli invisibili
Autore: Fabio Bartolomei 
Editore: E/O 
Collana: Dal Mondo
ISBN: 8866321435
ISBN-13: 9788866321439
Pagine: 202

Sinossi: 
A ottantasette anni si dovrebbe avere di meglio da fare che brigare per un amore irraggiungibile, impegnarsi in azioni di disturbo alle auto blu in corsia preferenziale e studiare un piano per rapire... Silvio Berlusconi. Ma Angelo è un ex partigiano che tendeva agguati ai convogli della Wehrmacht, che sopravvive con la pensione minima, che non riesce più a far valere i propri diritti nemmeno con un impiegato del comune e che lotta quotidianamente contro una società che fa di tutto per farlo sentire inutile. E così, proprio quando sarebbe lecito disinteressarsi del mondo e pensare solo a trascorrere serenamente gli ultimi anni di vita, Angelo decide di reagire e di ottenere dall'uomo più potente del Paese ciò che secondo lui gli spetta di diritto. Insieme ad alcuni amici del centro anziani metterà a punto un piano incruento e geniale, che però sembra non tenere conto di una questione fondamentale: come possono sperare dei vecchi malconci di riuscire a rapire uno degli uomini più scortati al mondo? 

Il pensiero di Annachiara:
La banda degli invisibili è il secondo romanzo di Fabio Bartolomei, pubblicato da E/O nel 2012.

Chiariamo subito un punto: questo è un romanzo di sinistra. Non della sinistra partitica, quella divisa e inconcludente di cui tanto si è parlato ultimamente nel nostro paese, no. È un romanzo di sinistra nell’anima, un romanzo che parla di ex-partigiani comunisti che non riescono ad arrivare a fine mese, di assistenza sanitaria che non funziona, di ragazzi omosessuali e immigrati filippini più in gamba di tutta la classe politica ed infine di una reale e genuina antipatia per un personaggio che ha dominato le scene italiane per oltre un ventennio: Silvio Berlusconi.

“Avevamo fatto un'ottimo lavoro, liberando l'Italia e rimettendola nelle mani degli italiani, poi non so cosa sia successo, dobbiamo esserci distratti per qualche decennio. All'improvviso si sono sentiti spari e bombe, dopo un po' è partita la sigla di Drive In, un magistrato con seri problemi di dizione s'è incazzato con i politici e ci siamo ritrovati qui, nelle mani di un vecchio che racconta barzellette sporche.”

In tutta onestà, non credo che chi non riesce a ritrovarsi, almeno in parte, in questa ideologia, possa apprezzare questa lettura.

L’altro grande tema del racconto è la vecchiaia. E qui sono stata piacevolmente sorpresa, perché l’argomento è affrontato in maniera leggera e addirittura divertente, eppure senza mai abbandonare il realismo delle situazioni, a volte anche crudo e scomodo. Diventa un tema “comprensibile” e condivisibile per tutti, anche per chi non ha interesse al problema, e non si può fare a meno di capire e tifare per i protagonisti che, con i loro acciacchi e i loro ricordi di guerra, dimostrano di avere più buon senso di tanti giovani.

“La demenza è una sorta di sedativo naturale, l'ultimo atto di pietà della vita nei tuoi confronti.”

Angelo, ottant’anni, ex-partigiano e voce narrante del romanzo, è stufo di essere dimenticato dai parenti, di preoccuparsi ogni mese di come riuscire a vivere con la pensione minima e di dover ascoltare in tv le dichiarazioni del premier senza poter replicare. È per questo che, insieme ai suoi tre inseparabili amici, Osvaldo, Filippo ed Ettore, e qualche altro complice dell’ultimo minuto, idea un piano geniale ma semplice per rapire il premier ed ottenere da lui qualcosa che tutti (o quasi) gli italiani desiderano da molto tempo.

La prima parte del romanzo è piuttosto lenta e introduttiva, incentrata soprattutto sui problemi di vecchiaia e finanziari con cui i quattro amici convivono quotidianamente. La vita al centro anziani e le azioni di sabotaggio nei confronti delle auto blu vengono descritte in maniera ironica e accattivante, conferendo da subito al libro un tono da commedia ben riuscita che non viene mai meno durante tutta la narrazione.
Nella seconda parte si passa all’azione e seguiamo con attenzione la preparazione atletica e i piani strategici messi in atto per la buona riuscita del piano. Infine, quando tutti i fili, ben preparati, vengono tirati, il risultato è eccellente e non privo di sorprese: si legge tutto d’un fiato e regala anche qualche soddisfazione.

Particolari e divertenti, infine, sono le dichiarazioni (tutte vere e tutte assurde!!) di Silvio Berlusconi presenti all’inizio di molti capitoli, che fanno ridere e fanno incazzare e, alla fine, ci fanno condividere le opinioni e le reazioni di Angelo e dei suoi amici.

Per concludere, l’ho trovato un romanzo senza dubbio particolare, originale, che affronta temi insoliti e poco frequenti nella letteratura moderna e lo fa con ironia, ma senza essere distaccato. Un romanzo che non parla di tutti ma parla a tutti, dove è facile prendere in simpatia e capire la banda dei protagonisti.
Un romanzo coraggioso, anche, che non ha paura di mostrare cosa pensa l’Italia media della situazione in cui vive. Un romanzo che intrattiene, ma fa anche molto di più. 
Sicuramente un libro da leggere.
Annachiara

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