Pensieri e riflessioni su "Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel

Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
Autore: Kristin Harmel
Editore: Garzanti Libri
Collana: Narratori moderni
ISBN: 8811684110
ISBN-13: 9788811684114
Pagine: 380

Sinossi:
Finché le stelle saranno in cielo è un romanzo toccante della scrittrice statunitense Kristin Harmel. Ogni giorno Rose, al tramontare del sole, volge lo sguardo verso il cielo per cercare la prima stella del crepuscolo. E' per lei un rito che ha un significato ben preciso. Ora che la sua memoria sta svanendo, quel gesto semplice e carico di poesia le permette di ricordare le sue origini, chi è e da dove viene. Quando guarda il cielo, Rose ripercorre il suo passato, fino agli anni quaranta, quando aveva diciassette anni e trascorreva il suo tempo in una pasticceria sulle rive della Senna, in una Parigi sotto l'occupazione nazista. Le stelle rievocano in lei quel passato che nessuno conosce. Adesso, prima che sia troppo tardi, desidera ricongiungersi con la sua vera famiglia e tenere fede a quella promessa, lontana nel tempo, che l'ha accompagnata per tutta la vita. Rose affida l'incarico di trovare la sua vera famiglia ad Hope, la sua unica nipote, alla quale rivela tutto del suo passato. Rose confida ad Hope di essere ebrea, e di essere sopravvissuta all'Olocausto. Così la nipote parte per Parigi, perchè è proprio lì, tra i vicoli che si snodano tra Places de Vosges e la sinagoga che tanti anni prima la nonna aveva promesso di vivere finchè le stelle saranno in cielo.

Il pensiero di Emanuela: 
Hope ha 37 anni, è una donna carina che col tempo ha perso fiducia in se stessa a causa del lavoro e di un matrimonio fallito alle spalle. E' divorziata da due anni da Rob, marito assente ed egocentrico che con la scusa della freddezza della moglie l'ha tradita con una ragazza più giovane. Hanno una figlia, Annie di 13 anni, ribelle come tutti i ragazzi di quell'età e arrabbiata con il mondo perché non accetta ancora la separazione dei suoi genitori. 

L'educazione e la comprensione di Annie non è l'unico problema di Hope. Gestisce infatti una pasticceria di famiglia a Cape Cod dove le sue giornate vengono scandite da ritmi sempre uguali e monotoni; si sveglia all'alba, prepara i dolci e alla chiusura, rientra a casa dove la attendono i suoi problemi finanziari dovuti alla gestione della pasticceria di famiglia ereditata da sua nonna Rose, donna di origini francesi, che malata di Alzheimer, si trova in una casa di cura...  nell'attesa della prima stella nel cielo... 

Giornalmente in pasticceria si assiste ad un susseguirsi di visite di clienti fissi. La generosità di Hope, nel regalare ed abbonare dolci alla maggior parte dei clienti, sta però portando al tracollo il negozio, cosa che Matt, amico e consulente finanziario della banca dove la ragazza ha il prestito, non manca di ricordare tra un invito a cena e l'altro.
Tra i clienti abituali c'è anche Gavin, tuttofare di Cape Cod, bello e giovane, che ha spesso aiutato Hope nelle ristrutturazioni di casa o in piccole riparazioni. Anche a lui Hope regala dolci ed offre caffè non essendo ancora riuscita a ripagarlo per i suoi servigi. 

Annie va spesso a trovare la sua adorata bisnonna Rose, cosa che Hope non riesce a purtroppo a fare molto spesso. Questo è infatti uno dei punti di  scontro con la figlia. 

Un giorno in cui Rose sembra più lucida degli altri altri dà alla nipote Hope una lista di nomi, chiedendogli di partire subito per la Francia per scoprire che fine abbiano fatto quelle persone.
Hope è restia ed è convinta che sia un altro vaneggiamento della nonna, ma Annie le crede e convince la madre ad intraprendere questo viaggio che la porterà a scoprire, nel passato di nonna Rose, avvenimenti dolorosi ed inimmaginabili legati ai giorni dell'Olocausto

Ho gustato lentamente questo libro dolce-amaro. Mi è piaciuto molto. Kristin Harmel ha avuto la capacità di catapultarmi nel suo libro con estrema facilità cullandomi con dolci ricette e mostrandomi amare verità, che mi hanno anche sorpreso. Ha trattato un argomento molto delicato come quello delle sofferenze legate all'Olocausto,  narrando episodi dei quali non se ne parla molto o anche storie delle quali io ne sapevo ben poco; penso infatti alla solidarietà e all'accoglienza manifestata tra musulmani, ebrei e cristiani, senza distinzione di religione: mi ha colpito e commosso moltissimo. 

«Mamie, la tua famiglia era ebrea? Sei ebrea?» 
«Sì, naturalmente», replica, e rimango così stupita dalla prontezza della sua risposta che indietreggio di un passo. 
«Davvero?» chiedo. 
Annuisce. Alla fine si volta a guardarmi. «Sì, sono ebrea», dichiara, «ma sono anche cattolica.» Dopo una breve pausa aggiunge: «E anche musulmana». 
«Mamie, cosa vuoi dire?» domando, tentando di impedire alla mia voce di tremare. «Non sei musulmana.» 
«Non è la stessa cosa? È l’umanità a creare le differenze. Ma questo non significa che non sia sempre lo stesso Dio.» 

I personaggi e di luoghi sono descritti molto bene ed il libro e la trama è narrata a tratti dal punto di vista di Hope e a tratti da quello di Rose.
Volevo riportare una parte del romanzo che mi ha colpito molto, dove viene spiegato il concetto di Besa, che non conoscevo, concetto di solidarietà ed altruismo estremamente bello e profondo: 

Elida si gira verso mia figlia e annuisce. «Siamo musulmane, Annie, ma ti consideriamo nostra sorella, benché tu sia cristiana e abbia origini ebraiche. Io ho sposato un uomo cristiano di origini ebraiche perché lo amo. L’amore può trascendere la religione, lo sapevi? Nel mondo odierno c’è troppa divisione, ma siamo tutti figli di Dio, non è vero?» 
Annie fa un cenno d’assenso e mi guarda; capisco che non sa bene come rispondere. «Credo di sì», dichiara alla fine. 
«È per questo che ho cominciato a lavorare con l’Abrahamic Association», spiega Elida. «Così da potermi adoperare per favorire la comprensione fra le religioni. Dalla seconda guerra mondiale in poi sembra essere svanita gran parte della fratellanza che un tempo ci univa.» 
«Ma questo cosa c’entra con noi?» chiedo sottovoce. 
La nonna di Elida le dice qualcosa e lei annuisce, per poi rivolgersi a me. «La sua richiesta d’aiuto è giunta fino a me», afferma. «Nella nostra cultura questo significa che ora ho il dovere di aiutarla. È un codice d’onore chiamato Besa.» 
«Besa?» ripeto. 
Lei annuisce. «È un concetto albanese che deriva dal Corano. Significa che se qualcuno viene da te nel bisogno non devi mandarlo via. È per il Besa che mia nonna e io vi abbiamo invitato qui stasera. È per il Besa che lei e i suoi amici hanno salvato molti ebrei, a rischio della loro stessa vita. E probabilmente è sempre per il Besa che sua nonna è stata salvata, benché i musulmani di Parigi non lo chiamino con lo stesso nome che usiamo in Albania. » 

Ho apprezzato la scelta dell'autrice di mettere le ricette dei dolci cucinati da Hope e spero di riuscire a farne qualcuno perchè sono molto curiosa. Carina l'idea di pubblicare gratuitamente un pdf con tutte le ricette. 
Questo il link per scaricarle gratuitamente tutte:

Qui c'è anche il booktrailer di questo meraviglioso libro: 

E' un romanzo dove il ricordo, commovente e doloroso dell'Olocausto, si intreccia alla vita di una giovane donna e di sua figlia, che vivono in una società ben diversa da allora, portandole a scoprire le proprie radici; una storia che mi ha insegnato che l'amore, quello vero, non si spegne mai, nonostante il dolore, il tempo e le distanze.... 

Buona lettura e buona scorpacciata di dolci! 
Emanuela

3 commenti:

  1. Mi piace,visto diverse volte in libreria ma a causa di pochi spicci non l'ho mai potuto acquistare. vedo di trovarlo in ebook. ciao.

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  2. è in cima alla mia wishlist, purtroppo in questo periodo ne ho talmente accumulati tanti da leggere che ho deciso di aspettare un pochetto

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  3. Vi capisco... Non è purtroppo tra quelli più economici...

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