INTERVISTA CON NINA PENNACCHI, AUTRICE DI “CAPITAN SWING”

A cura di Amarilli73

Cari lettori,
chi ci segue ha già avuto modo di conoscere i romanzi di Nina Pennacchi (da me particolarmente amati) e la stessa Nina, già intervistata su questo blog all’inizio del 2013. 

Ho colto l’occasione per l’uscita del suo secondo bellissimo romance CAPITAN SWING (per leggere la mia recensione a 5 stelle, potete andare QUI) per scambiare nuovamente due chiacchiere con lei.

Partiamo dall'aspetto più pratico della tua nuova creatura: quanto tempo ci hai messo per scrivere Capitan Swing e da dove ti è venuta la prima scintilla di ispirazione?
Più o meno un anno. Per l'ispirazione, invece, non ne ho idea; era una storia che mi frullava nella testa da un po', quella di un lui e di una lei che si trovano su due lati opposti della barricata durante una rivolta.
Anna e Rebecca, due eroine che non si adeguano alle convenzioni dell'epoca, che vorrebbero lottare ma che con i loro mezzi non ci riescono. E che finiscono entrambe tra le braccia del "cattivo" (almeno in apparenza) della situazione. 

E' un modello di donna ricorrente: è voluto o solo un caso? 
E chi hai amato di più?
Un modello ricorrente? Uh, è possibile. Sai che, al momento, non so che rispondere a questa domanda? Lo scoprirò scrivendo i prossimi :)
Rebecca o Anna, mi chiedi? Inimicandomi la maggior parte delle lettrici, lo so già, dico Rebecca. Il fatto è che Anna è troppo perfetta, fa sempre la cosa giusta e (nonostante sia più giovane di Becky) è molto più matura. Rebecca è talmente imperfetta! Una ragazzina in cerca di conferme, che crede di essere una rivoluzionaria e poi, tutto quello che vuole davvero, è essere stretta e rassicurata. Non so perché mi piacciano caratteri così, alla "sposa-bambina" di Dickens. Nella vita sono molto forte e indipendente... mah, forse è liberatorio lasciarsi guidare di tanto in tanto :D

Veniamo poi al mistero Capitan Hunt, ovvero James Thomas Cooper, un personaggio che vediamo solo di striscio ma che in realtà è quello "di cui ti sei innamorata" (Tu stessa lo dici, alla fine del libro). Perchè hai scelto di farlo rimanere una figura secondaria?
Puoi raccontarci qualcosa di più su di lui?
In realtà quell'accenno in postfazione è quasi tutto quello che so di lui. Per il periodo di cui parlo nel libro, quello dei riots di "Capitan Swing", il trattato "Captain Swing" di Hobsbawm e Rudè è praticamente l'unica fonte autorevole (e ahimè, anche noiosa fino alle lacrime). È triste, ma di molte persone è svanito tutto, persino il ricordo, persone che hanno lottato, amato, perso, persone che non sono riuscite a riscrivere la storia ma ci hanno solo provato - di loro oggi ci rimane solo il nome. Anche di John Hardy non ho scoperto null'altro; e allora ti incavoli, e pensi: "Non è giusto", e ti viene voglia di dare un passato e un volto a persone dimenticate dalla Storia. 

Paul. All'inizio del romanzo sembra destinato a essere il protagonista maschile, ma poi Adam gli ruba completamente la scena (e l'amore). E, per effetto dei vari eventi, gli provoca pure la perdita di una mano. Insomma Paul è veramente maltrattato in questa trama. Cosa ha combinato per farti indispettire così tanto con lui?
Non so, forse mi odio, visto che considero Paul Evans il mio alter ego :D

A nome della nostra lettrice Lucia, ti chiedo pure numero di telefono di Robert: quel ragazzo brutto/sfregiato/buono ha indubbiamente un grande fascino, e in molte si chiedono perché anche a lui hai voluto negare una fettina di torta d'amore...
Ci sarà mai un riscatto anche per il modello uomo orso, grande e grosso ma tanto tenero?
Robert è giovane, avrà altre occasioni, soprattutto se Becky convincerà Adam a ordinargli di spinzettarsi le sopracciglia (io credo riuscirà a convincerlo). D'altronde, ragazze (e ora faccio uno spoiler grande come una casa). Mary? No, dico... MARY?! Va bene che è una ragazzina, forse con il tempo acquisterà un po' di senno, ma per Robert mi auguro qualcosa di meglio...

Infine, ultima curiosità: come mai la decisione di passare all'autopubblicazione?
Sei così delusa dalla ricerca di una vera casa editrice, o trovi che questo tipo di pubblicazione consenta maggiori soddisfazioni?
Il fatto è che se si pubblica con una casa editrice, bisogna sapere con certezza in quali mani ci si mette. A volte concedi i diritti d'autore a CE piccole (o medie, leggendo in giro pare che ci siano problemi anche là) che poi non si occupano della distribuzione, mettono gli e-book a prezzi colossali, danno rendiconti delle vendite quantomeno... creativi. Per evitare questo tipo di problemi, per "Capitan Swing" avevo deciso che la CE doveva essere o grande o nessuna. E - ops - le CE grandi non mi hanno risposto :)

Grazie ancora a Nina Pennacchi per la sua disponibilità, e come sempre un grande in bocca al lupo!
Amarilli73

3 commenti:

  1. "Per evitare questo tipo di problemi, per "Capitan Swing" avevo deciso che la CE doveva essere o grande o nessuna. E - ops - le CE grandi non mi hanno risposto :)"

    Perché non capiscono niente!

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  2. Vero!!!! Forse son troppo occupati a guardare all'estero e a spendere soldi per far tradurre mediocrità solo perchè hanno baura dei nostri tesori locali :))))

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  3. sante parole ragazze... sante parole... spesso penso che vorrei conoscere e fare quattro chiacchiere con chi lavora per CE grandi, ma seriamente, senza malizia, è solo che vorrei proprio capire che genere di pensiero fanno per arrivare a determinate scelte... snobbando lavori che sono oggettivamente di buon/ottimo livello, vedi Nina.
    boh è un grande mistero per me. e per quanto mi riguarda Nina dovrebbe essere stipendiata dallo stato per scrivere e basta, talmente scrive bene.

    manu

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