Imminente nuova uscita! Torna S.M. May con "Nuvole"!

Vi ricordate quando vi ho parlato di Good References di S.M. May e mi auspicavo di leggere presto ancora qualche sua creazione? Finalmente ci siamo! Ecco a voi

IL NUOVO ROMANZO DI S.M. MAY 
“NUVOLE”

Titolo: Nuvole
Autore: S.M. May
Editore: Triskell Edizioni 
Collana: Rainbow 
ISBN-13: 9788854154827 
Formato: e-book, Pagine: 86

In vendita su http://www.triskellevents.org/edizioni/, su Amazon e su tutte le principali piattaforme digitali ad € 2,99

Sinossi
Al ritorno da una vacanza con la sua fidanzata, Luca conosce all’aeroporto Mircea, un giovane medico, scoprendo poi che abitano nella stessa città. È l'inizio di un rapporto intenso ma inatteso che costringerà Luca a riconsiderare se stesso e tutta la sua vita, con, senza o addirittura oltre Mircea. 
Perché l’amore, quando ti prende, è solo uno sbuffo rarefatto nel cielo, un’impalpabile scia che ti segna dentro, ma continua a mutare forma sotto il tuo sguardo, senza che tu possa dominarlo o costringerlo, o anche solo credere di farlo tuo per sempre.

Un grosso grazie all'autrice che regala in anteprima ai lettori del Blog, le pagine iniziali: 

“Capitolo primo - Cielo coperto
«Quella valigia sembra pesante. Posso darti una mano?» Le parole erano uscite dalla bocca di Luca senza che lui neanche se ne accorgesse.
Il ragazzo che trascinava la valigia si immobilizzò e lo guardò fisso per qualche secondo, come se fosse sorpreso quanto lui. Anche Bea, due metri più avanti, si era voltata e li guardava con un punto interrogativo stampato in fronte. 
«Scusami.» Luca cercò di riprendere rapidamente il controllo, riconnettendo sinapsi e apertura involontaria della bocca. «È solo che sembrava facessi fatica. Se vuoi, puoi caricarla sul nostro carrello. Abbiamo ancora un po’ di spazio.» Indicò al ragazzo il carrello che stava spingendo e su cui erano accatastati due trolley rigidi metallizzati, il beauty di pelle di Bea e la sua attrezzatura da sub.
Adesso che lo guardava meglio, il carrello sembrava effettivamente già carico al di sopra della portata massima e la sua offerta d’aiuto quasi uno scherzo.
Il ragazzo sorrise. Probabilmente stava pensando la stessa cosa.
Al diavolo, pensò Luca. Aveva dormito accanto a Bea per tutte le tre ore di volo da Sharm e la sonnolenza non era ancora svanita. Non sapeva nemmeno se il ragazzo comprendesse l’italiano.
«Ti ringrazio. Sei davvero gentile.» disse finalmente il proprietario della valigia. Se non altro parlava la loro lingua, anche se con una leggera inflessione straniera. Europa dell’est, annotò mentalmente Luca.
Il ragazzo era un po’ meno alto di lui e più magro, indossava una t-shirt colorata e piuttosto stinta, e jeans che avevano ugualmente smarrito le originarie sfumature di blu dopo qualche nuotata di troppo in lavatrice. Il fatto che fosse ancora immobile, quasi in attesa di un cenno, infuse in Luca il coraggio di completare quella conversazione di stanchi viaggiatori.
«Se non ci sta nel carrello, non importa. Questo lo può portare tranquillamente la mia ragazza.» Indicò Bea. «Noi due possiamo portare invece la tua valigia, un manico a testa.»
«L’idea non mi dispiace.» rispose il ragazzo, spostandosi la frangia dalla fronte. Aveva capelli biondo miele, sottili, e occhi scuri. Per un momento Luca si sentì soppesato da quegli occhi: beh, se c’era uno che aveva il fisico per offrirsi di condividere il peso del trasporto, quello era lui. Era abituato a dare una mano agli operai in cantiere e Bea e le sue amiche lo usavano spesso come bestione porta-tutto nei pomeriggi di shopping sfrenato.
Quella situazione, però, si stava trascinando. Lui e Bea avevano accumulato tre ore di rattrappimento e di aria viziata nel volo low cost e adesso desiderava solo recuperare la macchina nel parcheggio dell’aeroporto e infilarsi in autostrada. 
Senza aspettare che il ragazzo aggiungesse altro, Luca prese uno dei manici della valigia e la sollevò dalla sua parte. L’altro, allora, fece lo stesso e prese a incamminarsi con lui verso il corridoio d’uscita. Bea li seguì a ruota, sbuffando continuamente per lo sforzo di spingere il carrello da sola.
Appena usciti, furono investiti da una piacevole corrente d’aria fresca, che sembrò risvegliarli dallo stato di torpore che li avvolgeva. 
Il cielo sopra Bologna era coperto e color carta da zucchero, quasi evanescente. In fin dei conti, anche se lui e Bea si erano appena goduti dieci giorni sotto il sole africano, in Italia era comunque febbraio, e una nevicata non sarebbe stata un evento così improbabile.
Marciarono ancora in silenzio. I due uomini avanti, con la valigia in mezzo, a separarli ma anche a tenerli uniti, e Bea nelle retrovie, a vigilare alle loro spalle.
Bea gli aveva sempre protetto le spalle, pensò Luca. Bea era la persona al mondo a cui voleva più bene. Che fossero in Italia, nel loro appartamento, o in giro per il mondo a visitare fondali marini, con Bea si sentiva comunque al sicuro.”

Cosa ne pensate? Vi ho incuriosito? Tenetevi pronti: a breve la nostra recensione sul Blog!

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