PENSIERI E RIFLESSIONI SU “IO, PERO’” DI ROSA SANTORO

Titolo: Io, però...
Autore: Rosa Santoro
Genere: Narrativa – Erotica
Editore: Arduino Sacco Editore
Pag. 144
Prezzo (di copertina): 12.00 Euro
ISBN – 978-88-6354-810-5

NUDA SUL FOGLIO DELL’EROS - E così tra Eros e Thanatos, tra sesso estremo e il sempre presente anelito di sublime, la Santoro, attraverso il personaggio di Margherita, ci conduce alla conoscenza di un mondo femminile molto rigoroso, molto esigente con sé stesso e con gli altri, laddove sì, ella pratica con dimestichezza il sesso, anche in modo promiscuo e con partners multipli, concede e si concede ogni cosa, ma una cosa non perdona: “lei non vuole il banale” (dalla prefazione di Salvatore Cosentino - Magistrato e critico letterario).

Il pensiero di Amarilli73
Confesso che all’inizio mi sono trovata un po’ spaesata nell’affrontare questa lettura, fuorviata probabilmente dalla qualifica di “erotico” che ti porta a pensare a altre produzioni che vanno per la maggiore di questi tempi, e che sembrano fatte un po’ con la stampino (storiellina a due, personaggi stereotipati e sempre uguali, qualche brivido di perversione… ). Ebbene, se cercate quel genere, questo libro non rientra assolutamente in quel genere, per cui forse non soddisferà le vostre aspettative.
Se invece cercate un erotico “diverso”, potreste rimanerne piacevolmente sorpresi.

Questo è infatti un piccolo libro molto inconsueto, sia per la struttura (24 brevi capitoli, quasi istantanee nella vita di Margherita, senza che ci sia una vera trama), sia per la particolarità del linguaggio.

Rosa Santoro usa un immaginario/vocabolario corposo, fiorito, quasi una prosa poetica, che passa dalla crudezza e dall’insistenza su certi dettagli scabrosi, naturalmente sgradevoli (i gesti, la puzza, i sapori cattivi, gli umori e il sudore - tutti protagonisti, senza filtri e senza sfumature) a inattesi momenti amari-intimi-tristi e sorprendentemente lirici ("Era una biglia che camminava nel cielo distratto da nuvole e stelle ubriache”; “E’ sventata, sembra una meretrice dai vestiti leggeri e da mille carezze d’immaturi ragazzini.”)

E poi la protagonista, il mistero-Margherita che non scioglie il dubbio in chi legge le sue avventure/sfide sessuali: è solo una terribile ingenua o al tempo stesso una fortunata incosciente/innocente con un’inarrestabile voglia di sperimentare?
Margherita è una donna che accoglie con disinvoltura (e una certa gratificazione personale) partner casuali, ma anche il ménage à trois (anzi a quattro), e che accetta con naturalezza di farsi colmare in tutti i buchi e pertugi possibili e di farsi “torturare la magnolia”.

Per sua stessa ammissione, non è in cerca di una storia seria, ma segue piuttosto l’impulso del momento, che sia un uomo incrociato per caso o un volto sulla stessa carrozza del treno: “Margherita ogni volta che partiva non programmava niente, nascendo tutto per caso. Portava con sé un frigo colmo di voglie femminili da far scongelare lentamente come ghiaccioli a chiunque l’avesse a portata di mano.”

La sua è una ricerca costante, un’ esplorazione per capire cosa vuole e cosa la rende felice. Poi scrive le sue riflessioni, le sue frustrazioni, quasi appunti di un diario del corpo e dell’anima su pezzi di carta improvvisati: “…voglio fare l’amore con il vento e l’estate, inchiodarmi su un pene e non uscire per ore.

Attorno a lei, o forse all’ombra di lei, si muovono maschi mollicci, a volte teneri, a volte crudeli, a volte impotenti, ma tutti con la voglia di prendere da lei più che possono, immersi in un delirio del suo corpo, che da pericolosa venerazione può facilmente trasformarsi in una sorta di dominazione di un territorio proprio.
E dopo tanti maschi e altrettante delusioni, la felicità è ancora lontana per Margherita, e lei confessa nel suo diario di non aver ancora incontrato qualcuno o qualcosa che le abbia toccato “la cima del paradiso”. 

Fino all’epilogo, assolutamente imprevisto, che la trasforma in una delle tante vittime anonime dell’amore di cui conservare comunque memoria. 
Perché tutti questi uomini, in fin dei conti, hanno cenato con il suo corpo di donna e nessuno si è veramente preoccupato di non consumarla del tutto.
Amarilli73


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