Pensieri e riflessioni su "Joyland" di Stephen King

Titolo: Joyland
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
ISBN: 8820054272 
ISBN-13: 9788820054274 
Pagine: 351 

Sinossi:
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel frattempo si è innamorato.

Il mio pensiero: 
Devo scusarmi con i fan sfegatati del Re, in quanto non sono quella che si può definire una vera seguace di Stephen King. Dei suoi libri ne ho letti veramente pochi in confronto all'enorme mole di romanzi pubblicati durante la sua lunga carriera. Quello che posso dire a mia discolpa è che, finito un suo libro, l'ho sempre apprezzato. 
A mio avviso, King è uno di quei pochi scrittori che, oltre ad avere un raro talento, sono in grado di rinnovarsi nel tempo e proporci romanzi stilisticamente anche molto diversi tra loro. Inoltre, non è solo uno scrittore horror, è soprattutto un autore che possiede la grande dote di capire come funzioni l'animo umano e saperlo rendere su un foglio di carta.

Nel suo ultimo romanzo, King ci propone una storia molto diversa dai racconti del brivido per cui è così famoso. Joyland ha solo un vago sentore di mistery, che si rivela appieno solo nelle ultime pagine, per il resto è quanto di più lontano da un racconto dell'orrore. King ci racconta dell'intreccio tra le vite di tre persone speciali, che si incontrano durante l'arco di una sola estate. Un lasso brevissimo di esistenza, ma che è in grado di modificare radicalmente la vita dei suoi protagonisti.

Devin è un giovane ragazzo appena uscito dall'adolescenza, ancora con tanta confusione in testa. Appena mollato da una ragazza piuttosto insipida, non sa cosa farà nella vita, ma è sicuro che prima o poi troverà una risposta. Per il momento decide di accettare la sfida di lavorare in un parco divertimenti del North Carolina, dove scoprirà di possedere delle doti da vero intrattenitore.
Mike è un ragazzino gracile solo nel corpo. Il suo spirito ha già la profondità di un oceano. Sarà empatia o preveggenza, ma la sua grande sintonia con le persone gli permette di cogliere quello che tanti altri non vedono.
Anne Ross, sua madre, vive la vita attraverso l'ineluttabilità del destino, sapendo che molto presto dovrà affrontare uno degli eventi più strazianti che possano mai capitare ad una madre.
Queste tre persone si incontreranno, una tiepida mattina d'estate, sulla spiaggia nelle vicinanze del parco. Ed insieme riusciranno a risolvere uno dei segreti più oscuri di Joyland. Un giallo tanto vecchio che ormai è diventato un macabro aneddoto, uno di quelli usato tra i ragazzini per spaventarsi a vicenda. King rivisita il mistery nella sua chiave più classica. Suspense mischiata a vita quotidiana, quattro omicidi insoluti, un cattivo che resta nell'ombra e un finale degno del grande Re.

Se ciò non bastasse, in Joyland troviamo anche un'ambientazione di quelle che fanno sognare ad occhi aperti. L'America degli anni settanta, con le sue contraddizioni, le sue speranze e la voglia di essere parte di un futuro migliore. Una località balneare con il suo piccolo parco dei divertimenti. Un luna park che cerca di sopravvivere alla dura legge di mercato e regalare ancora ciò per cui è stato creato: la capacità di sognare.

E il suono dell'oceano di notte, e la forte brezza dal largo che soffiava tra i montanti della ruota sprigionando una strana melodia. E le fresche gallerie sotto il parco. E la Parlata, quella lingua segreta che verso il Natale il resto dei pivelli avrebbe già scordato. Io non ero intenzionato a dimenticarne le ricche sfumature. Sentivo che Joyland aveva altro da darmi

Insomma, King ha creato un piccolo gioiello e ci dimostra come non si debba mai etichettare un autore. La bellezza dello scrivere sta nella plasticità delle parole e nell'evoluzione dello stile. E questo ne è un esempio.
Ambra

Nessun commento:

Powered by Blogger.