Intervista a Gisella Laterza, autrice del romanzo "Di me diranno che ho ucciso un angelo"

Buona serata a tutti i lettori!
Vi ricordate quando tempo fa pubblicai la mia recensione al delicatissimo libro di Gisella Laterza "Di me diranno che ho ucciso un angelo"? (QUI il link al post).
Abbiamo l'onore di ospitarla qui nel nostro salotto virtuale ^^
Per cui non vi resta che mettervi comodi e godervela.

Ciao Gisella! Sono felice di averti con noi per due chiacchiere nel nostro salotto virtuale.
Benvenuta da parte mia e dei lettori.
Grazie a voi per il gentile invito!

Ti va di presentarti, per chi ancora non ti conosce, e di darci due informazioni su di te?
Sono una ragazza di ventun anni che frequenta attualmente il terzo anno di Lettere moderne a Pavia.
Ho sempre amato la lettura e ho cominciato a scrivere sin da piccola: la stesura del mio primo romanzo risale a quando avevo undici anni. Da allora non ho mai perso questo brutto vizio. Scrivo di tutto, dal fantasy al racconto introspettivo, dall'horror alle fiabe. Scrivo per sfogarmi, per trovare un senso a ciò che vivo. Ma soprattutto, scrivo perché scrivere mi piace.

Ho letto con molto piacere il tuo romanzo "Di me diranno che ho ucciso un angelo": l'ho trovato un libro dolce e delicato, a tratti magico. Come è nata l'idea della trama?
Il romanzo è stato scritto, nella sua prima redazione, quando ero in terza liceo, e nasce da suggestioni diverse.
Mi hanno ispirato alcuni scrittori, specialmente Antoine de Saint-Exupéry (Il piccolo principe), ma soprattutto alcuni cantanti: i testi di De André e di Guccini per la creazione dei personaggi, le musiche degli Evanescence e dei Nightwish per le atmosfere gotiche e oniriche.
Si può dire, però, che il punto di partenza, per me, sia stato il voler parlare della mia esperienza di vita di allora; il tema principale del romanzo è, infatti, la ricerca dell'identità (tipica, se vogliamo, dell'adolescenza), che ho deciso di rappresentare in modo indiretto, attraverso un racconto di metafore, quasi una fiaba.

C'è qualcosa di autobiografico nascosto dietro qualche personaggio?
Potrebbe esserci. Si dice che un pittore, per quanto ritragga soggetti sempre diversi, finisca sempre per disegnare se stesso. Allo stesso modo, credo sia inevitabile per uno scrittore lasciar scivolare qualcosa di sé in ognuno dei suoi personaggi.
Un amico che mi conosce piuttosto bene, dopo aver letto il romanzo, mi ha mandato un messaggio: “Ti ho cercata tra le pagine, ma non sono mai riuscito a trovarti fino in fondo.”

Ci dici qualcosa di più su Aurora, magari qualche curiosità del "dietro le quinte" che dal romanzo non emerge? Chi è questa ragazza con il cuore infranto?
In Aurora ho messo molto della ragazza che ero a sedici anni (quando si hanno sedici anni, si ha sempre il cuore infranto). Ora che ne ho ventuno ho preso le distanze da lei. Quasi.

Penso che il romanzo possa essere apprezzato a tutte le età. C'è una morale o un insegnamento che hai voluto trasmettere ai lettori?
Credo che il romanzo mandi diversi messaggi al lettore, e credo che gli possa fornire diversi spunti su cui riflettere.
Tra le pagine è presente anche il mio punto di vista, ma non è l’unico. Questo perché non ho la pretesa di imporre la mia esperienza come un modello da cui trarre insegnamento.
Ho voluto rendere tutto più ambiguo così che ogni lettore si senta un po’ un angelo caduto e abbia la possibilità di cercare il proprio significato della vita tra quelli proposti dai diversi personaggi che popolano il romanzo.

Hai altri lavori in cantiere? Il tuo stile incanta, e non ti nascondo che mi piacerebbe leggere altro di tuo.
Sì, sto lavorando a un altro progetto. E spero di potervelo far conoscere presto, perché è una storia a cui sono molto affezionata.

Qual è il tuo genere di letture preferito?
Sono un tipo molto volubile: da piccola divoravo gli horror, qualche tempo fa leggevo moltissimi romanzi storici, ultimamente mi sono affezionata al genere fantasy. Ho, però, una costante: i classici, sia italiani che stranieri.

Avrai notato che in questo ultimo periodo impazza la mania del new adult. Cosa pensi di queste nuove letture che stanno conquistando le giovani teenager e non solo?
Devo confessare di non conoscere queste nuove letture, ma alcuni titoli mi incuriosiscono e credo che potrò farci un pensiero.

Ti sei convertita alla lettura digitale o anche tu come me, resti affezionata al piacere che trasmette il romanzo cartaceo?
Eh! Purtroppo ho dovuto convertirmi alla lettura digitale per necessità. Tendo, infatti, a sottolineare i libri, ad annotarli, scrivere pensieri miei, dunque non posso prenderli in biblioteca, ma li compro. E tendo anche a portarli in giro, in treno, dalla parrucchiera, in posta…, tanto che tutti i miei libri hanno gli angoli rovinati. Per questi motivi ho deciso, a gennaio, di acquistare un lettore ebook: gli ebook costano meno e vi si possono aggiungere note e sottolineature; e in questo modo i miei libri mi seguono sempre, occupando uno spazio minimo in borsa. Una grande comodità, per me che mi muovo sempre con mille valigie.
Credo, comunque, che la carta sia un piacere. Quando un romanzo mi è piaciuto tanto, compro la versione cartacea. E poi, quando presto un libro che mi è appartenuto, chi lo legge si diverte sempre a chiedersi: “Chissà perché avrà sottolineato quella frase”. 
Insomma, gli ebook sono più comodi, ma un libro cartaceo ha un fascino più profondo.

Grazie Gisella per essere passata a salutarci ed averci regalato un po' del tuo tempo per rispondere alle nostre curiosità.
Ti aspettiamo presto sul Blog con il tuo prossimo lavoro!
Grazie per avermi ospitato in questo spazio. A rileggerci! :)

2 commenti:

  1. interessante!!! bella intervista ^^

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    1. Grazie!
      Spero di leggere presto ancora qualcosa di suo: mi piace lo stile ed è anche una bella persona.

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