"L'orfanotrofio" di Stefano Besi


Titolo: L'orfanotrofio
Autore: Stefano Besi
Formato: ebook
ASIN: B008JJY79E
Disponibile su Amazon

Sinossi:
Ogni dieci giorni un test di valutazione determina il destino degli studenti dell'orfanotrofio. Un rito burocratico che segna duramente anche Ian Cameron, incaricato contro il suo volere di portare a termine la procedura. Dentro i confini della Città, in un edificio a metà tra scuola e carcere, nessuno può sottrarsi alla legge, nemmeno il direttore e suo figlio Carlos.



Dal Blog dell'autore:

Ci sono tre cose che vorrei sapessi di me.

Mi piacciono gli oggetti. Quando ero piccolo ci parlavo. Gli davo del tu, io, alle cose. Avevo la mia forchetta preferita e se alcune volte non la usavo poi dovevo andare a cercarla nel cassetto altrimenti si offendeva. I peluche avevano le loro esigenze e le magliette, be’ le magliette se non riuscivo a infilarle con disinvoltura (cioè finivo strangolato dal buco del braccio o erano sottosopra e dovevo fare un carpiato per rimetterle nel verso giusto) con le magliette, dicevo, finivo proprio per litigare.
Poi sono cresciuto. Credo. Mi ricordo qualche imbarazzo con la forchetta, perché ogni tanto non mi andava di cercarla e la volta dopo non sapevo che dirle. E mi ricordo qualche problema con i reggiseni, più avanti nel tempo, ma non è che poi mi ci mettessi a parlare come con le felpe, diciamo che in quei momenti avevo altro per la testa.
Così, un giorno, ho smesso di parlare alle cose e quando l’ho fatto – questo lo ricordo con precisione – ho pensato: mi creano già tanti problemi le persone, non posso farmene anche per oggetti che da soli non parlerebbero nemmeno.
Per anni ho dimenticato le cose. Ma un giorno mi sono accorto che stavo mentendo a me stesso. Il rumore della serratura di casa, quando fatica a incastrarsi e a chiudersi. L’odore dei libri. Il frigo che si spegne con un colpo di tosse. Il calore dell’hard disk portatile che legge qualcosa per me. Sono tutte cose a cui sono affezionato. Non glielo do a vedere, perché temo che possano diventare di nuovo esigenti. Ma io ci tengo. Quando tolgo lo sporco dalle posate con cui mangerò, quando sistemo una presa di corrente per poter leggere sul divano, sento che le cose si accorgono di come le tocco e mi accolgono, prima ancora che lo facciano le persone.

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