Pensieri e Riflessioni su "The returned" di Jason Mott

Titolo: The Returned
Autore: Jason Mott
Editore: Harlequin Mondadori
Pagine: 336
Prezzo: € 16,00
Ebook € 9,99

Sinossi:
Per Harold e Lucille Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall’aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.

Il mio pensiero:
"The returned", primo romanzo dell'autore Jason Mott, edito lo scorso 19 novembre in contemporanea mondiale, ed in Italia grazie alla Casa Editrice Harlequin Mondadori, è un romanzo che ha fatto parlare fin da subito di sé.
I tre prequel, il cui download è disponibile gratuitamente sul sito della Casa Editrice, mi avevano ingolosita sin da subito.
Pensate a ciò che si legge sulla quarta di copertina:

"E SE LORO, UN GIORNO, RITORNASSERO? Nessuno sa come, né perché. È un miracolo? È l'inizio della fine? Ciò che è certo, è che niente sarà più come prima."

Quanti di noi hanno perso una persona cara e, con un grosso vuoto nel cuore, sognano di poterla avere accanto ancora una volta per poterla abbracciare, per poterle dire ciò che in passato non è stato possibile e per raccontarle quanto si è persa dal giorno della sua scomparsa?
Ecco, io sono una di quelle che prova nostalgia per gli anni passati e sente la mancanza costante delle persone che ha amato e non ci sono più. 
Questo romanzo, visto che io tendo spesso ad identificarmi o a mettermi nei panni dei protagonisti dei libri che leggo, mi è sembrato fin da subito lo strumento adatto per alleggerire un po' la mia nostalgia e poter fingere di riavere accanto a me, almeno per qualche pagina, chi mi manca tanto.

Ammetto che con queste premesse le mie aspettative erano alle stelle. L'idea dell'autore è stata davvero ottima ed originale. Lui stesso racconta che il libro è nato a seguito di un suo sogno in cui ha rivisto la madre morta e ha potuto scambiare con lei ancora qualche parola nell'ambiente familiare di casa.
Certi sogni sanno davvero sconvolgerti emotivamente.

Il romanzo, secondo me, parte anche bene. Prequel a parte, che sono davvero ricchi di spunti riflessivi, la storia ti porta a coltivare e vedere crescere pagina dopo pagina una grande speranza.
Il libro si focalizza, nonostante qualche inquadratura su altri redivivi, su un ragazzino in particolare. Jacob, un bambino che morì annegando in un fiume nel lontano 1966, proprio il giorno del suo ottavo compleanno. Comprensibilmente, i suoi genitori, Harold e Lucille, soffrirono parecchio per la morte del figlio e la sua mancanza. La vita però, per chi ha modo di essere ancora tra i vivi, va avanti. Passano gli anni, tanti anni e quando ormai i due coniugi sono sulla settantina, la Terra ed i suoi abitanti, assistono ad un fatto unico nella storia ed inspiegabile.
Un miracolo forse?
Prima un solo uomo, poi una decina, poi un centinaio... migliaia di persone morte tornano tra i vivi. I "redivivi" li chiamano. Badate bene: non sono mostri o zombie, ma persone in carne ed ossa come noi. Persone che sanno ancora amare e che vogliono tornare a godere dell'affetto dei loro cari. Redivivi che tornano come se avessero dormito solo per qualche istante...
Così che Harold e Lucille possono riabbracciare il loro piccolo Jacob.

[...] una benedizione. Una benedizione del Signore. Ecco che cosa sono. Una seconda occasione!

Oltre al lato positivo che comporta il poter riabbracciare i propri cari, il romanzo solleva diversi quesiti e offre al lettore molti spunti riflessivi.
Come considerare questi "Ritornati"? 
Pensate anche solo allo scompiglio che può portare nella vita di un uomo che vede ritornare dall'aldilà la propria fidanzata morta anni or sono, quando lui ormai ha già una moglie e una famiglia?

Dopotutto, quello erano sempre stati, i Redivivi: una negazione delle leggi di natura.

L'ho trovata una lettura molto piacevole e appassionante.
In qualche punto triste ed anche in grado di far riaffiorare la malinconia e il dolore per la mancanza dei propri cari. 
Un romanzo delicato e profondo, ma senz'altro in grado di far brillare gli occhi.
Mi ero affezionata alla famiglia Hargrave e soprattutto a quel vecchio brontolone di Harold ed è proprio per questo che, giunta all'ultima pagina, sulle prime mi ero quasi arrabbiata con l'autore per il finale scelto. 
Come sempre, lasciando riposare le mie emozioni, a distanza di giorni, posso apprezzare meglio la potenzialità del volume, accettare il finale "studiato" e addirittura anche condividerlo: non avrebbe potuto fare altrimenti.
Con l'amaro in bocca per aver accertato ancora una volta che tutti i sogni finiscono, non posso che consigliare la lettura a chi ha voglia di sognare, avvertendo però che quando ci si sveglia da un bel sogno, purtroppo, resta sempre l'amaro in bocca.

Chiudo ricordandovi, come vi avevo segnalato nell'anteprima, che la società di produzione di Brad Pitt, la Plan B, ha opzionato i diritti per farne una serie televisiva con un cast da urlo e che la prima stagione dovrebbe partire già quest'anno. 
Stefania

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