Pensieri e Riflessioni su "L'ultimo battito del cuore" di Valentina Cebeni

L'ultimo battito del cuore
Valentina Cebeni
Giunti Editore 
Collana A
pp. 304 
euro 12,00 
ebook 6,99 euro
In libreria dal 30 ottobre 2013

La storia romantica e struggente di una donna in cerca della sua nuova strada.
Penelope, giovane londinese in carriera, perde in un incidente d'auto il suo amato Adam. Il lutto, la perdita e la solitudine lasciano cicatrici profonde difficili da rimarginare. In soccorso arriva la sorella Addison, donna dinamica e intraprendente che la invita a vivere con lei e la sua famiglia.
In quella splendida villa di campagna Penelope non trova l'agognata pace, ma solo altri problemi: il matrimonio tanto decantato della sorella è oramai a pezzi e fra Addison e suo marito Ryan, vittima di un incidente e costretto sulla sedia a rotelle, l'amore ha lasciato il posto all'incomprensione. I litigi si susseguono e Penelope si trova al centro di una crisi senza fine.
L'unica soluzione per uscire dall’incubo sarà prendersi cura del giardino, il grande giardino abbandonato della villa. Il lavoro quotidiano, la cura dei fiori e l'amicizia con Tristan, il vivaista del paese, offriranno a Penelope l'occasione per riscattarsi e riprendere in mano la propria vita, per ricominciare e lasciarsi alle spalle il passato.

Il mio pensiero:
Non ci sono aggettivi migliori per descrivere "L'ultimo battito del cuore": romantico e struggente. Questo è il capolavoro di Valentina Cebeni, edito lo scorso 30 ottobre dalla Casa Editrice Giunti.

Un libro che sa spaccarti il cuore pagina dopo pagina, se si prova una certa affinità con la protagonista; pagine che fanno male se si pensa alla sofferenza che un lutto causa; ma anche parole di conforto e aiuto che spronano a riprendere in mano la propria vita e ad uscire ancora una volta allo scoperto per mettersi di nuovo in gioco.
Catartico, potrei anche definirlo. Purificatore senz'altro. Ovviamente imperdibile.

Una giovane donna si sveglia dal coma e si rende conto che in pochi minuti la sua vita è stata capovolta: l'amore della sua vita, Adam, suo futuro marito, non c'è più. Entrambi vittime di un crudele incidente stradale, lei, dopo il coma, torna a poco a poco alla vita, per rendersi conto d'improvviso che Adam non si sveglierà mai più e non sarà più al suo fianco.
Triste, molto triste.
Dopo lunghi giorni di apatia, la sorellastra Addison decide di prendere in mano la situazione e di portarla a vivere da lei. Peccato purtroppo che la casa di Addison sia in grado di offrire un ambiente tutt'altro che sereno.

All'improvviso un lampione rischiarò la notte, e le due sorelle approdarono davanti alla casa in stile georgiano, con i mattoni rossi e le inglesine bianche, e l'impeccabile simmetria dei camini agli estremi del tetto;

Già da queste tre righe è facile capire come lo stile chiaro e descrittivo dell'autrice aiuti ad immaginarsi nei luoghi descritti. I paesaggi del Kent, che la Cebeni ci offre in squarci davvero mozzafiato, creano un'atmosfera davvero suggestiva.

Penelope, ormai sradicata dalla sua casa, dovrà imparare a convivere con le manie da fredda calcolatrice della sorella, con Ryan, il cognato paraplegico, ed il piccolo Leonard, il figlioletto affetto da mutismo selettivo.

Ryan aveva bisogno di aiuto, ma lei era troppo stanca anche solo per ascoltare i suoi sfoghi. Aveva accettato di seguire Addison per guarire dal lutto che si trascinava nel cuore, non per medicare le ferite altrui.

Ryan... quanta tenerezza!
La comparsa di questo personaggio, nelle prime pagine, mi aveva portato su una strada sbagliata e mi aveva fatto fraintendere l'intento dell'autrice, portandomi a pensare che i capitoli seguenti si sarebbero potuti focalizzare su una nuova storia d'amore...
Questo mi permette di dare due note di merito all'autrice: la prima per il fatto di aver caratterizzato in modo perfetto ogni personaggio, facendo sì che ogni figura del romanzo diventasse una sorta di protagonista. Si era focalizzata talmente tanto bene su questo uomo (solo poi mi sarei accorta che avrebbe fatto così anche per i successivi) che mi son fatta subito un'idea sbagliata...
In secondo luogo perché la Cebeni così facendo è riuscita a sorprendermi in ogni capitolo, evitando di cadere nello scontato e nel banale (come appunto avevo pensato all'inizio illudendomi su una possibile storia tra i due cognati) creando una trama emozionante e unica.
Senza parlare del finale.
Se l'autrice mi sta leggendo, sappia che sono ancora piacevolmente sconcertata dalla sua abilità.

[...] un uomo costretto a guardare il mondo dal basso, con accanto una moglie che in basso voleva tenercelo a ogni costo.

Perché cari lettori, da lettrice "navigata" vi posso dire che pensavo di non poterci cascare ancora nei capitoli successivi, di aver ormai capito dove volesse condurmi... e invece l'autrice ha cambiato in seguito ancora le carte in tavola, o meglio, ha abilmente giocato con la trama per rendere unico il suo romanzo.

Tutta colpa della cicatrice; non aveva dubbi. Era lei a provocarle quel formicolio alla testa quando si avvicinava a Tristan, a spezzarle il fiato...

Vi dico solamente che apparirà nel libro anche un'altra figura maschile degna di nota per la sua particolarità (anch'essa dipinta in modo dettagliato tanto da renderla unica).

Lasciatemi spendere ancora due parole sulla protagonista: Penelope. Una giovane donna colpita dal dolore, che ha perso ogni desiderio e fiducia nella vita ma che, piano piano, trova da sola e offre anche ai lettori validi spunti per sopravvivere al dolore e vincere sulla tristezza. Una donna che si affida agli oggetti del passato (come gli aghi e le stoffe, o vecchie fotografie della madre) per non farsi sopraffare dall'amarezza; una donna che nella fatica nasconde la sua arma per tenere a freno le lacrime e i pensieri tristi.

«Io e te siamo fatte della stessa pasta» ripeteva spesso Penelope trattenendo una manciata di terra nel pugno.

Ve l'ho detto fin dalle prime righe che questo romanzo mi ha strappato il cuore in mille pezzettini e poi li ha riuniti a poco a poco lasciandomi in dono un messaggio che può valere per tutti: la speranza non deve morire.
E vi ribadisco anche in chiusura che è un romanzo che va letto. Non potete perdervelo. Io l'ho tanto apprezzato e sono sicura possa entrare nel cuore di moltissimi lettori.
Stefania

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