"84 giorni" di Daniele Pollero

84 giorni
Daniele Pollero

Pagine: 102 
Pubblicazione: maggio 2013 
Editore: Il Filo
ISBN: 978-88-567-6390-4 

Sinossi:
"Ragione e sentimento, razionalità e istinto, sogno e cruda realtà, Alìa e Greta sono gli attori che sembrano contendersi il ruolo principale nella vita di D., protagonista di questi 84 giorni. Una lettera puntata ad indicare il suo nome può bastare al lettore, chiamato a perdersi nelle atmosfere oniriche evocate in questo romanzo, senza chiedersi chi, dove e perché, solo abbandonandosi alla narrazione che fluente alterna momenti di lucida argomentazione a sprazzi di pura ilarità, per poi ripiegarsi nella cupa disperazione. Al centro della vicenda, più spettatore che reale attore, c'è D., trascinato dalla fragile ingenuità di Alìa, che sfugge e vuole essere catturata, e dalla crudeltà di Greta, che invece appare dal nulla per calare la sua spietata scure sul protagonista. Alìa e Greta, il sogno e l'incubo, così diverse in apparenza, contrapposte e compresenti, segneranno inesorabilmente il destino di D." 

L'autore presenta il suo romanzo così:
È stato definito in molti modi, da "fiaba gotica ed esoterica" a "pastiche postmoderno", ma la novità fondamentale di questo romanzo, a mio avviso, è piuttosto il suo carattere anomalo, inclassificabile e inusuale. Quasi una narrazione per immagini. 
Non appartiene ad alcun genere riconosciuto. Il genere sono io, in accordo alla mia visione dell'arte: la manifestazione compiuta dell'immaginario di un autore. 
Se proprio dovessi accostarlo ad uno o più generi, non sarebbero tanto letterari, quanto cinematografici o musicali, gli stessi a cui attingo: dal dark pop al post-punk, dal decadentismo all'espressionismo. 
Il soggetto di fondo è molto semplice, quasi banale: una storia d'amore minacciata da un terzo incomodo, ma tirata, distorta e sepolta sotto strati di simbolismo al punto da essere quasi irriconoscibile, e bisognosa dell'interpretazione attiva e costruttiva del lettore. La gamma dei registri e degli stili utilizzata è molto ampia, dall'estremamente serio all'estremamente faceto. 
È un'opera fortemente citazionista, fin dal nome dei protagonisti. Pesca a piene mani dalla cultura popolare e da quella meno popolare, ed è infarcita di riferimenti più o meno riconoscibili. 
L'unico intento che ho perseguito è stato quello di offrire qualcosa di nuovo, e i risultati finora ottenuti fanno ben sperare. 
Inutile dire che il tuo sarebbe un ulteriore grande aiuto in questo senso, ma accetterò senza opposizioni o riserve qualunque giudizio. 

... e ci da alcune informazioni su di lui:
Nasco il 17 gennaio del 1989.
Capricorno, quindi già cornuto in partenza. Non un gran presagio per il mio futuro sentimentale, ma fortunatamente non sono note attività clandestine delle [s]fortunate.
Appena sfornato pesavo circa 4 chili, e sono rimasto circa 4 chili. Tolti i capelli, viaggiamo sull'ordine dei grammi.
Faccio persone, visito cose, conosco luoghi.
Mi diplomo al Liceo Scientifico Orazio Grassi di Savona nel giugno del 2008 con 100 su 100, senza lode, probabilmente perché sorpreso a svolgere la seconda prova in braccio ad un mio compagno. Che probabilmente è stato l'avvenimento più normale di quella giornata.
Mi iscrivo a Matematica, faccio due conti, e ne deduco che mi conviene darmi alla filosofia o all'eroina.
Mi laureo in Filosofia nell'ottobre del 2012, stavolta con lode, ma avrei preferito l'eroina.
Attualmente sono iscritto a... No, non fatemelo ricordare.
Mi piacciono la pizza e gli androgini.
Poi le bambole, i peluche, le fate, gli elfi, i troll, i vampiri, i burocrati; insomma, tutto ciò che non è umano.
Amo il modo di non vestire delle cinesi.
Sono circondato da gente allegra.
Qualcuno è convinto che io sia in realtà una donna.
Quando sono single, mi approcciano solo gli uomini.
Mi piacciono l'arte e la bellezza, i tatuaggi e il romanticismo, le lesbiche e il sesso, le patatine e gli omosessuali, le streghe e gli angeli, le prostitute e le devote, le slave e le mediterranee, i piercing e le vergini, le collane e il bianco e nero, i fumetti e gli anelli. Gli animali.
In una donna, guardo in primis la voce e la calligrafia.
In generale, mi piace tutto ciò che non è adulto e non ha forma.
Mio malgrado, tendo ad essere gratis.
Ho un talento innato nell'infettarmi.
Ho un cane interattivo: ognuno può dargli il nome che desidera, basta che non abbia senso.
[Sì, sì, c'è anche Billy, un felino. E non è l'unico!].
Sarò il portavoce dell'invasione dei frati alieni.
Qualche volta sono ironico, ma non sempre.
Tutto sommato, sono normale.
Mi piacciono le ragazze strabiche e con le gambe storte, in carne e mascoline.
Non corteggio.
Non sono depresso.
Mi piace tutto.
Talvolta parlo da solo, per allenarmi a parlare con gli esseri umani.
Mi piacciono la miseria, la sofferenza, la disperazione e la povertà.
Probabilmente morirò giovane, quasi sicuramente in carcere.
Gli orologi da polso, per me, sono tipo la kryptonite per Superman.
E le cinture.
E gli ombrelli.
E Teo Mammucari.
E gli autobus.
E le attese.
Non mi piace tutto.
Mi piacciono l'inverno di giorno e l'estate di sera.
Mi piacciono i canestrelli.
Sono molto intimo.
Non sono professionale, né tantomeno formale.
Mi piace provocare qualcuno o qualcosa.
Non mi piacciono le presentazioni.
Mi piacciono tantissimo i nomi.
Ho scoperto recentemente di essere separato alla nascita.
Non ho gli occhi.
Disegnare mi rilassa moltissimo e mi arricchisce.
Poi boh, ci penso.

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