Pensieri e riflessioni su "Inferno" di Dan Brown

Titolo: Inferno
Autore: Dan Brown
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
ISBN: 8804631449
ISBN-13: 9788804631446
Pagine: 522

Sinossi:
Inferno è il titolo del quarto romanzo di Dan Brown che ha per protagonista il Professore di Harvard Robert Langdon. Ancora una volta, lo scrittore statunitense proveniente dal New Hampshire, mescola sapientemente le tematiche a lui più congeniali, dando vita ad un thriller dai risvolti misteriosi in cui arte, storia, codici e simboli fanno da padroni. Il docente di Simbologia di Harvard Robert Langdon è di nuovo in Italia. Questa volta si reca nel bel Paese per svolgere delle ricerche sulla Divina Commedia di Dante. Langdon viene risucchiato in un mondo sconvolgente la cui chiave di volta sembra risiedere nel capolavoro del Sommo Poeta, un’opera dai risvolti misteriosi ed oscuri, le cui parole sono pregne di un fascino in grado di travalicare i secoli. Langdon, nel tentativo di risolvere l’enigma in grado di condurlo alla verità, dovrà vedersela con un avversario temibile. Lo scenario in cui si svolge questa nuova avventura avente per protagonista Robert Langdon è caratterizzato dallo splendore dell’arte classica. Il nostro eroe per giungere alla risoluzione del mistero passerà attraverso gli arcani nascosti nelle opere d’arte, individuerà passaggi segreti e, per non far mancare nulla, usufruirà di strumenti scientifici all’avanguardia. Dan Brown, con Inferno, consegna ai lettori un altro incredibile thriller fatto di storia ed enigmi.

Il mio pensiero: 
Dovete scusarmi se vi ho fatto aspettare tanto per la recensione, ma, per essere completamente onesta con voi, sono stata a lungo dibattuta su cosa scrivervi. Partiamo da un assioma fondamentale. E' vero che Dan Brown è sempre Dan Brown. I suoi libri vendono, si fanno pubblicità da sé ed è scontato che le critiche positive si sprechino. Anche se... deve essere veramente difficile per un autore replicare costantemente un successo editoriale, soprattutto quando si parla delle sue prime opere. Bisogna avere inventiva, rinnovarsi e scrivere qualcosa di originale senza cadere nei cliché. Insomma, una vita veramente dura. 
Ed è questo che mi sembra sia accaduto in Inferno. Pur riscattandosi nella seconda metà del romanzo, per la prima parte l'autore rigioca in toto le stesse carte vincenti dei precedenti successi. E' vero, sono stati cambiati il luogo e gli indizi, ma il modus operandi e lo schema narrativo è il medesimo, suscitando una fortissima impressione di dejà vu, che non sempre aiuta nel creare un climax adrenalinico come dovrebbe essere. 

Dovete scusare la mia franchezza, ma da Dan Brown mi aspettavo qualcosina in più, soprattutto visto lo spettacolare lancio mediatico preparato per il libro. 
Per spezzare una lancia a suo favore, devo dire che basare il romanzo su tematiche così scottanti come la sovrappopolazione mondiale e il problema dell'impoverimento delle risorse primarie, legandole al bioterrorismo e ai ben noti indizi "storici", è veramente geniale come ci si aspetterebbe da lui. E ormai lo sappiamo bene che l'unione tra storia e modernità è il suo marchio di fabbrica. 

Detto questo, non voglio entrare nella polemica relativa alle possibili forzature, agli strafalcioni rispetto all'interpretazione dei Canti del Sommo Poeta o quant'altro. E' vero che siamo in Italia e guai a chi tocca la nostra Storia, però è sempre bene ricordare che l'intenzione di Brown non era certamente quella di creare un saggio storico- scientifico. Nonostante abbia considerevolmente dato spazio a descrizioni di opere d'arte, palazzi, e personaggi del passato- a volte anche in modo eccessivo- ha scritto un signor thriller, utilizzando questi elementi per meglio caratterizzare il romanzo. 

Tornando all'intreccio narrativo, veramente buono l'incipit, dove ritroviamo un Robert Langdon confuso e affetto da una grave amnesia che riguarda gli eventi degli ultimi due giorni. A noi lettori spetta il difficile compito di collegare assieme a lui qualsiasi indizio utile a ricostruire cosa sia successo e, soprattutto, chi sia il vero "cattivo" della situazione.

Le strane visioni tornarono come furie, nitide e brutali. La donna dai capelli argentei lo chiamava di nuovo dalla sponda opposta di un fiume rosso sangue. Le sue urla di disperazione perforavano l'aria maleodorante e si sentivano chiaramente al di sopra delle grida degli esseri torturati o morenti che si agitavano in agonia fin dove l'occhio poteva arrivare.

Eh sì, perché, non sarà facile destreggiarsi tra i personaggi. All'inizio avremo ben poco materiale su cui lavorare, e, man mano che ci addentreremo nella storia, ci verranno presentati sempre più indizi che rivoluzioneranno qualsiasi opinione precedente. 
Inoltre, come vi accennavo prima, il romanzo riprende la sua vera identità nella seconda parte. Qui, attraverso una vera e propria ventata di freschezza, data da un ritmo molto più serrato nell'azione, inseguiremo un filo narrativo dinamico, guizzante e ricco di colpi di scena gratificanti. Brown, anche se con un po' di ritardo, riuscirà finalmente a regalarci quello che ci aspettavamo da lui: un climax dal ritmo incalzante, che ci porterà a divorare una pagina dopo l'altra, fino ad arrivare al gran finale. Non una conclusione assoluta, ma qualcosa che ci darà modo di riflettere, pensare alla possibilità che quanto scritto possa avere un fondamento, possa succedere o che, forse, stia già accadendo...

Tirando le somme, nonostante lo scivolone dato dalle descrizioni fin troppo maniacali, Inferno merita sicuramente uno spazio nella vostra libreria. Dan Brown ha creato un buon thriller, da gustare sicuramente in un momento di sano relax, magari proprio sotto l'ombrellone. Buona lettura!
Ambra

4 commenti:

  1. gli scivoloni e le discutibili interpretazioni storiche e artistiche di Dan Brown sono quasi il suo marchio di fabbrica... eppure i suoi romanzi strapiacciono effettivamente!
    io dico sempre che bisogna prenderli per quello che sono, romanzi appunto, con beneficio di invenzione.
    pensa che all'università per un esame di arte dovevamo portare una monografia a scelta per avere dei punti in più... una studentessa è stata tanto stupida da portare "Il codice Da Vinci"... ti dico solo che c'è mancato poco che il docente non la defenestrasse!!!

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    1. Sono pienamente d'accordo con te! E' inutile far polemica sull'attendibilità storica di un romanzo, soprattutto se questo è stato concepito come thriller di pura fantasia. Meglio goderselo per quello che è! Mi dispiace per quella ragazza, a volte voler strafare senza cognizione di causa non porta a buoni risultati...

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  2. Ci hai fatto aspettare tanto per poter leggere la tua recensione, ma direi che ne valeva davvero la pena...Commento sincero, pulito, accurato, insomma il Tuo marchio di fabbrica :)))))

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    1. Che dire... ora arrossisco. Grazie Amarilli :)))

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