Pensieri e Riflessioni in pillole su "Cronache dalla fine del mondo" di Sara Mazzini
Cronache dalla fine del mondo
Sara Mazzini
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 308 KB
Lunghezza stampa: 162
Lingua: Italiano
ASIN: B00CHQC7WO
Sara Mazzini
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 308 KB
Lunghezza stampa: 162
Lingua: Italiano
ASIN: B00CHQC7WO
Sinossi
Racconti allucinati, lancinanti epifanie, intense destrutturazioni, corruzioni e catarsi: il ritratto dall'interno della cosiddetta Anti Generazione, una generazione incapace di costruire se stessa e che riesce a definirsi soltanto nel contrasto con quello che rifiuta, nell'eterna interposizione della maschera del web, che distrugge e distorce i rapporti personali precipitando la coscienza nell'alienante vortice dell'ego.
Il pensiero di Whatsername:
"Cronache dalla fine del mondo" di Sara Mazzini più che un libro è un piccolo squarcio sul mondo nel quale l'autrice, come un Alice nel suo Paese meraviglioso, ci trasporta facendoci assaporare realtà di ogni genere. Una realtà personale che però ci unisce inevitabilmente.
I suoi scritti sono pura poesia che ti annebbiano la testa come una musica psichedelica. Brani che ti aprono la mente, te la svuotano e ti fanno vedere tutto in modo differente e puntano dritto dritto alla parte più delicata di noi: la coscienza.
"Io sono quella che gioca scorretto, perché non ho mai tutti i mezzi necessari ma so appellarmi all’ingegno. Io sono il cliché di ogni film di tensione. La ragazza pon pon della commedia americana. L’eroe di fantascienza che sceglie il lato oscuro. Non lascio toccare il mio lavoro a nessuno, perché lo so gestire solo io. Perché voglio che a tutti sia chiaro che so gestirlo solo io. Voglio che abbiate bisogno di me, anche solo per avviare un programma che pure un bambino."
Sara ha colto nel segno ed ho apprezzato ogni singolo brano dei suoi più reconditi pensieri...
È riuscita a scavarmi dentro ed a mettere i miei principi ed i miei stessi pensieri in dubbio!
Nei suoi brani si sente il profumo della libertà, degli anni Settanta, della musica, dell'ispirazione che ha trovato in Kerouac (è grazie a lei se sono rimasta colpita ed incuriosita da questo autore del quale ancora non ho letto nulla. Certamente recupererò questa lacuna vergognosa).
Confesso che certi brani erano un po' contorti, ma lei ha dato voce anche a ciò che c'è di più disconnesso dentro di noi. La maggior parte però sono veramente belli, veri e diretti.
"Ho fondato un comitato per l’abolizione del ricordo. Chiunque voglia sottoscrivere la petizione, da inviare al presidente dell’ordine cosmico, se la crei, giacché qua non lavoriamo per togliervi le caccole dal naso al posto vostro. Il ricordo ci fotte del tempo. Tempo che impieghiamo per qualcosa che non esiste più. Lo stesso si dica di un giorno. Tempo che impieghiamo per qualcosa che non esiste ancora. Non avere alcun obiettivo nella vita, oltre al fatto di impedirci di scattare delle foto, eliminando alla radice gran parte del lavoro che dovremo fare per dimenticare, è l’unico modo che abbiamo per concederci di viverla."
D'istinto cercavo un filo conduttore tra un brano e l'altro, ma essendo suoi vecchi scritti recuperati dal web senza date o altro non hanno legami logici.
Penso che Sara sia una bravissima scrittrice che abbia davanti a sè una carriera da intraprendere.
Se dovesse realizzare un nuovo libro, lo leggerei sicuramente molto volentieri.
Ecco un altro assaggio di uno dei brani per me più belli. Spero di catturare ancora di più il vostro interesse:
"La cosa più bella che può capitare a uno scrittore, a qualcuno che passa la sua vita a raccontare, è sentirsi raccontare. E quando scopri qualcuno che ti assomiglia veramente (ce ne sono) ti accorgi di quanto la persona su cui ti eri incastrata era sbagliata per te, e tu sbagliata per lui, e di quanto forse lei invece sia giusta, e quasi spero che ce la farà, che ce la faranno, perché è quello che conta, diventare un plurale – finché siamo io e te, come eravamo io e te, non cambia mai niente - e poi magari nessuno di noi si incontrerà mai, continueremo a essere soli in quel modo che soli non siamo, coi nostri fantasmi d’orgoglio e dolore, la nostra paura, un manipolo di sogni che a volte sono forti e hanno il potere di distorcere la trama del mondo e altre volte ci gravano addosso perché quella forza non la troviamo, vogliamo possiamo, ed è il mondo che distorce la trama di noi – io, te, lui, lei… così simili nel nostro essere – diversamente - alla deriva...
Leggetelo!
Whatsername |
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