Pensieri e riflessioni su “Tutto ciò che sappiamo dell'amore” di Colleen Hoover

Titolo: Tutto ciò che sappiamo dell'amore
Autore: Colleen Hoover
Traduttore: De Biase G.
Editore: Rizzoli
Collana: Rizzoli narrativa
Data di Pubblicazione: 9 Giugno 2013
ISBN: 8817066699
ISBN-13: 9788817066693
Pagine: 343
Titolo originale: Slammed

Trama 
Lake arriva in Michigan dopo la morte del padre, rassegnata ad affrontare un nuovo, faticoso inizio. La risalita appare all'improvviso dolce grazie a Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L'intesa è immediata, ma il primo giorno nella nuova scuola Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori - giovanissimo, ma dall'altra parte della barricata. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam - una gara di versi - per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine è qualcosa di molto semplice, di essenziale: tutto ciò che sappiamo dell'amore è che l'amore è tutto, come ha scritto Emily Dickinson a nome di tutti noi.

Il pensiero di Amarilli 73
Nonostante le lodi diffuse, questo romanzo mi ha lasciato tiepida. Ci ho riflettuto e non credo che il fatto che sia un New Adult (lettori under 25) abbia influito sul giudizio: ci sono varie cose che non convincono, a prescindere dall'età del lettore.

C'è una storia inverosimile (a pag. 25 lei è già completamente andata: “Mi metto a esplorare Will con attenzione, cercandogli un difetto. Non ci riesco. Questo ragazzo è praticamente perfetto”. A pag. 26 i due hanno già capito che sarà amore eterno: lui la bacia sulla fronte ed è naturalmente il bacio più appassionante della sua intera esistenza), ma su questo si può passare sopra, se la ricchezza della trama e lo stile compensano. Ma difettano pure quelli.

La trama è un concentrato tra il solito amore proibito studentessa/prof. e l'Attimo Fuggente (ricordate il Club dei poeti estinti? Qui c'è un'intera cittadina che ama sfidarsi a colpi di versi. E la cosa incredibile - ma nessuno se ne accorge? - è che tutti declamano allo stesso modo. E' possibile che prof., allievi, ragazze arrabbiate, ragazze innamorate, tutti compongano poesie con lo stesso stile? Non chiedo che qualcuno si esprima con haiku o in rima, ma ci voleva così tanto a differenziarsi un po'?).

L'ulteriore elemento che mi ha disturbato non poco è il costante perseguimento della lacrima: tutto intorno alla protagonista deve far piangere (incidenti, figli orfani, figli di madri drogate senza famiglia, fratelli ridotti in povertà...). E' come se l'autrice avesse attinto ad un intero catalogo di situazioni commoventi e le propinasse una dopo l'altra, accompagnandole sempre con sbocchi narrativi edificanti. Piangete, piangete, ma il bene trionferà...

Ad un certo punto, mi aspettavo che inserisse un cagnolino scodinzolante, tanto per farlo tirare subito sotto da un TIR. Ma, per fortuna, le bestiole ci vengono risparmiate.

"Slammed" mi è parso un prodotto artificioso, costruito a tavolino, mirato a piacere grazie al tocco di quelle "corde" particolari. Nulla di più.

L'autrice abilmente sorvola sugli aspetti troppo crudi e veri (tipo gli ultimi mesi di vita della madre) per regalarci il finalino sistema-tutti felici e contenti. Della serie: tenete pronti i fazzoletti, ma tranquilli, vi sono risparmiati gli aspetti troppo seri della vita. 

Colgo l’occasione per lasciarvi un componimento (visto che siamo in tema di Slam!) ispirato proprio da questa lettura alla nostra lettrice fissa Lucia (ovviamente, se avete parere in merito, le vostre opinioni sono le benvenute…):

Tutto ciò che sappiamo sull’ammore
Titolo aulico ma senza spessore
Non c’è poesia, non c’è struggimento 
In questo insulso componimento
“Da appena 3 giorni mi hai vista cadere
E già ti amo che ti darei un rene”
“Mamma ha il cancro? Oddio che rabbia!
Ma prima mi passo il lucida-labbra”
Un consiglio spassionato
Cambia corso e vai da Zivago
Ad imparare a scrivere d’amore
E a far trapelare davvero il dolore.
Pazienza signore siate carine ……..
Ma non ho l’età per queste manfrine.

Amarilli73

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