Pensieri su "L' albergo sulla baia di Mulberry" di Melissa Hill

Elle Harte è una giovane architetta di successo, vive a Londra, e ormai da tempo ha lasciato l'Irlanda e il paese dove è nata, Mulberry Bay. Sua sorella minore Penny, invece, non ha mai abbandonato quel piccolo, idilliaco villaggio a picco sul mare, dove tutti si conoscono e il cui cuore pulsante è da decenni il Bay Hotel, lo storico albergo gestito proprio dalla loro famiglia, le cui sale hanno ospitato un'infinità di feste ed eventi. Quando però Anna, la loro gentile e infaticabile madre, muore, tutto è destinato a cambiare. Elle torna a casa e ad aspettarla trova i luoghi e gli affetti di una vita, un amore interrotto, ma anche spiazzanti sorprese e impreviste rivelazioni. L'antico hotel è in decadenza e non se la passa affatto bene e, senza Anna a occuparsi di tutto, loro padre Ned sembra perso nei ricordi scanditi dalle canzoni dei suoi amati Beatles. Elle dovrà allora affrontare spettri e delusioni del passato per ricomporre i pezzi del presente e tentare di salvare le sorti del Bay Hotel. Ma da dove incominciare? Come restituire la magia di un tempo a quell'albergo in rovina? Quali compromessi Elle sarà disposta a fare per il bene della sua famiglia e di tutta Mulberry Bay? Sullo sfondo del burrascoso mare di Irlanda e con le suggestioni dei Beatles, Melissa Hill ci regala un'imprevedibile storia d'amore, amicizia e speranza.

Titolo: L' albergo sulla baia di Mulberry
Autrice: Melissa Hill
Genere: narrativa, contemporaneo
Editore: Rizzoli
Pagine: 301
Prezzo: € 9,99 ebook - € 16,15
Uscita: 9 marzo 2017

***

Mi attirerò le ire delle fans di Melissa Hill ma questo libro l'ho trovato insipido. 
Per carità, scritto e tradotto benissimo, ma con qualcosa di indefinibile che manca. 
A mio avviso potrebbe essere il ritmo o una trama abbastanza scontata. Sembra una via di mezzo tra la commedia degli equivoci e il melodramma in atto. 
Mi sembra strano che due adulti di trentacinque anni vivano ancora nella fase adolescenziale del non parlare per il timore di qualcosa che non si capisce bene cosa sia. Inoltre la figura di Ned, il padre, è molto artificiosa e, in alcuni punti, troppo rimarcata. 
La connotazione dei personaggi manca di spessore, sembrano tutti veleggiare nei loro pensieri compreso Colin, il romanziere finto sfigato, ma molto nerd in qualche momento. Poi c'è un'aura di irreale bontà che caratterizza tutto il libro da dare quasi alla nausea. E il ritorno a casa della figliola prodiga mi sembra tanto moraleggiante. 
Per me questo libro il mio giudizio è un NI, nel senso che è piacevole se si vogliono passare un paio d'ore senza particolari patemi d'animo nonostante la morte della madre mentre, se si decide di non leggerlo, non si perde un libro indimenticabile.

Ledra

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