Conosciamo PATRISHA MAR: intervista all'autrice

Cari lettori, oggi vi offriamo la possibilità di conoscere meglio un'autrice italiana molto amata, una vera produttrice di bestseller, che ha in più la qualità di essere anche una persona gentile, positiva e umile: in altre parole una Scrittrice impeccabile.

Partiamo con una breve presentazione e la nostra intervista, sicuri che le sue risposte ve la faranno apprezzare sempre di più.

CARTA D'IDENTITA' DI PATRISHA (VISTA CON GLI OCCHI DI PATRISHA)

Patrisha Mar vive ad Ancona con il marito e la figlia. Le sue grandi passioni sono da sempre la scrittura e la lettura. Non esce di casa senza un libro nella borsa. Adora la pizza, la cioccolata fondente, Superman, i period drama e le commedie romantiche americane.
Con la Newton Compton ha pubblicato La mia eccezione sei tu, Ti ho incontrato quasi per caso e Apri i tuoi occhi
In self ha pubblicato la duologia fantasy I protettori dell'Oracolo composta dai romanzi Buio e Luce. Inoltre con la collega Angela C. Ryan, con lo pseudonimo di Katherine Keller, sempre in self, ha pubblicato la trilogia fantasy The shadows saga composta da Black Shadow, Crimson Shadow e Grey Shadow.


Ed ecco le nostre DOMANDE A RAFFICA:

1) Di solito con la prima domanda si parte dall’infanzia, mentre noi diamo per scontato che tu avessi già sogni di scrittrice fin da bambina. Quindi passiamo subito alla fase successiva: quando hai iniziato a scrivere in modo professionale (ovvero non per mero diletto personale)? 
Sei partita con qualche palestra on line (tipo fan fiction, efp, wattpad, ecc.)?

Ciao a tutti e grazie per queste belle domande. Mi ci tuffo subito. Allora io non ho mai smesso di scrivere e ho cominciato da ragazzina, ma mi sono resa conto nel tempo che non avevo metodo. Partivo sempre dalle trame e cercavo di piegare i personaggi, quasi costringendoli a fare quello che volevo io per raggiungere l'obiettivo che mi ero posta con la storia. Non potevo fare errore più grande, non era il metodo giusto per me, infatti non ero mai soddisfatta di quanto scrivevo e spesso gettavo la spugna, sperando un giorno di riprendere da dove mi ero interrotta. In parte è successo proprio con Eccezione, l'idea del modello e della ragazza che si incontrano in ascensore durante un attacco di panico infatti trae le sue origini proprio da un romanzo che avevo scritto tanti anni fa per pochi capitoli. Comunque dicevo, tutto è cambiato quando ho iniziato a ruolare su facebook, con i giochi di ruolo prima in costume e poi fantasy e contemporary. Ho imparato a costruire bene i personaggi, i loro background, le psicologie e li ho lasciati sempre liberi di essere loro stessi, a costo di modificare la trama, questo per renderli più veri, con reazioni e sensazioni naturali. Ed è cambiato tutto. Non ho più interrotto la stesura di un romanzo, li ho completati tutti. I giochi di ruolo mi hanno insegnato a entrare nella storia tramite i personaggi, tanto da darmi il coraggio di imbarcami nella mia prima esperienza editoriale con la mia amica e collega Angela C.Ryan, partendo dal mondo self con una trilogia paranormal, la Shadows Saga. E da lì non ho più smesso, prima in self e ora anche con casa editrice.

2) Tre aggettivi per definire il tuo stile.

Romantico, positivo, delicato.

3) All’inizio della tua carriera tu sei partita come autrice urban-fantasy e in coppia, poi sempre urban-fantasy ma single, e infine l’approdo al romance (correggimi pure se sbaglio). Perché il cambio di genere, un bisogno tuo o l’esigenza di incontrare maggiormente i gusti dei lettori? 
Pensi di cambiare di nuovo genere in futuro o il romance contemporaneo resterà il tuo campo d’azione?

Sono felice tu me l'abbia chiesto. Tutto è partito da una mia esigenza. Era un periodo particolarmente intenso quello che stavo vivendo e volevo scrivere una storia allegra, brillante, leggera, che mi facesse stare bene e con il sorriso. Così è nato La mia eccezione sei tu. Non ho mai riflettuto su quello che il mercato voleva, ho sempre pensato a quello che piaceva a me. Ho una passione smodata per le commedie romantiche hollywoodiane e volevo ricreare quella magia, che ci sia riuscita è tutto da dimostrare però, solo i lettori possono dirlo. Continuo a non pensare a un potenziale pubblico che mi legga quando scrivo, perché ascolto solo i personaggi, quello che hanno da dirmi, li assecondo e questo mi porta a scrivere magari storie che non incontrano appieno il gusto dei lettori del momento. Per esempio non esaspero mai le loro storie, creando chissà quali disastri umani e personali, amo seguirli nella loro esistenza di tutti i giorni, nei pensieri reali che hanno, li sento come amici veri quasi e non personaggi di pura fantasia. Non assecondo molte delle richieste del mercato del momento. Non ho scritti particolarmente hot, né forti. In questo già mi sento lontana dal mercato attuale che anche nei romance chiede appunto emozioni forti, come nei dark romance. Ora il romance mi sta dando tanto, ho mille storie e personaggi in mente, una vena creativa che mi esalta e mi fa andare avanti, ma non escludo un giorno di tornare al fantasy o di avventurarmi persino nel giallo, quanto mi piacerebbe scriverne uno, ma bisogna avere il plot giusto, l'idea che funziona e che ti fa entrare nel tunnel della scrittura. Per ora il romance è il mio mondo ideale e sono felice e comoda qui.

4) Scrivere da sola e scrivere in coppia: pregi e difetti. Hai considerato di ripetere l’esperienza?

Sono due processi creativi differenti ma altrettanto stimolanti. Ovvio che scrivere da sola fornisce una libertà di movimento maggiore, sia nell'organizzazione del tempo che si ha a disposizione, sia per le idee relative a una storia, puoi muoverti come vuoi e in qualsiasi direzione, mantenendo certo la coerenza interna al romanzo. Si è più se stessi nel processo creativo perché in fondo devi misurarti solo con quanto hai dentro e vuoi comunicare. Ma scrivere in coppia è divertente, è una continua sorpresa, soprattutto se usi il sistema che avevamo io e Angela. Ognuna gestiva i suoi personaggi, creati in maniera individuale e poi li inserivamo nella storia, una storia che prendeva vita con suggerimenti reciproci, idee, e confronti, ma sempre molto propositivi. Non abbiamo mai litigato su nulla e questo perché abbiamo un approccio alla scrittura simile e una sincera sintonia. Dicevo che era una continua sorpresa, perché appunto l'una non sapeva come avrebbe reagito il personaggio dell'altra e quindi ogni sviluppo di trama era imprevisto e assolutamente incredibile. L'idea di scrivere ancora insieme c'è eccome, il problema sta solo nel riuscire a conciliare le nostre vite, tempi diversi, famiglia e le storie individuali. Non vivendo neppure vicine, è tutto più complicato. Ma appunto l'intenzione di scrivere White Shadow, il quarto capitolo della saga di Katherine Keller, c'è tutta.

5) I tuoi romanzi: semplice lettura di svago o ti proponi di inserire un messaggio tra le righe?

Onestamente quando scrivo non penso a come sarà percepito il romanzo, per esempio c'è chi ha definito i miei libri leggeri e da ombrellone, a prescindere che non lo trovo un insulto, anzi, perché comunque vuole dire che regalo qualche ora piacevole con le mie storie, e in fondo è questo che chiedo a chi mi legge, che lo faccia con il sorriso; spero che qualcosa di buono resti dopo aver chiuso il romanzo, quindi mi va benissimo. Però finisco sempre per inserire messaggi involontariamente, non perché mi sento un guru di qualcosa ma solo perché è la vita che ci regala i suoi messaggi e io scrivo di personaggi che vorrei fossero percepiti come i più reali possibili, quindi finisco per trattare tematiche vere in cui più o meno tutti si possono ritrovare: il valore della famiglia, dell'amore, degli affetti, della salute, il problema della disoccupazione, dell'abbandono, del dolore, etc. Certo il tutto condito con una dose di ironia e di delicatezza, che in fondo fanno parte di me.

6) C’è un personaggio nato dalla tua penna in cui ti riconosci maggiormente, o che ami più degli altri? 
Cinque ragioni per cui anche noi dovremmo amarlo.

Questa domanda è difficilissima, aiuto. Chi amo di più? È come chiedermi a quale figlio voglio più bene, impossibile scegliere. Allora, io non sono nessuno dei miei personaggi in particolare e un po' tutti in generale. Ci sono tratti di me in ognuno di loro: di Sara ho la voglia di organizzare, di controllare le situazioni come vorrei, ma ovviamente tutto resta una mera utopia; di Virginia ho l'allegria, il suo ottimismo; di Alessandro e Ward l'ironia, che mi porta a controbilanciare l'aspetto serio di una Sara; di Andrea il desiderio di esserci per le persone a cui voglio bene; di Emma il desiderio di essere vista e compresa per quella che sono; di Daniel il romanticismo; e così via anche per quanto riguarda i personaggi che ho scritto e che ancora non avete avuto modo di leggere. Credo che chi mi conosce bene mi ritrova nei miei personaggi, sono sparpagliata qua e là.

Per rispondere all'ultima questione, scelgo un personaggio a caso (sono tutti pezzi di cuore): Ward Camden, uno dei protagonisti di Apri i tuoi occhi. Dovreste amarlo perché sa ammettere quando sbaglia e cerca di rimediare; perché è ironico e con la battuta pronta; perché fa lo scrittore (cosa c'è di più bello?); perché quando ama lo fa con tutto se stesso; perché si è perso e vuole ritrovarsi.

7) Ti sei mai ispirata a elementi della tua vita personale per scrivere?

Più o meno coscientemente sì. Per esempio proprio il mio ultimo romanzo pubblicato, Apri i tuoi occhi, è il frutto di una splendida vacanza fatta con mio marito e mia figlia a Lucca. Alcune cose che ho visto e situazioni che ho vissuto, mi hanno ispirato i personaggi del romanzo e la loro storia. Ma non sempre è così, a volte le idee mi nascono dal nulla, senza che riguardino direttamente me o qualcosa che mi è capitato. Sono di sicuro il frutto di esperienze e cose che ho immagazzinato nella testa, che rielaboro e butto fuori così, di getto, senza un motivo preciso. A volte mi piace pensare che è una sorta di magia.

8) Self o CE: torneresti indietro?

Il self e la casa editrice sono due modi complementari di fare editoria, vanno di pari passo e a braccetto. Tornare al self non sarebbe certo un tornare indietro, ma fare una scelta consapevole di quello che si vuole fare con un determinato romanzo. Anche se si ha una casa editrice, non è detto, che per le sue linee editoriali, ogni romanzo scritto anche con amore e attenzione faccia al suo caso. Il self permette così all'autore anche di pubblicare magari una storia che con casa editrice non troverebbe un naturale sfogo. Quindi non escludo nulla per il futuro, e se proprio vogliamo dirla tutta, in realtà sono ancora self. I romanzi di Katherine Keller e la mia duologia fantasy sono ancora negli store online in versione self. Ammetto comunque che avere una casa editrice per me è stato provvidenziale. Fare buon self è impegnativo, perché devi seguire ogni fase del processo di pubblicazione, non solo creativo, e questo significa impegnare molto del proprio tempo in ogni aspetto legato alla pubblicazione stessa, sottraendolo alla scrittura. Da quando ho mia figlia è diventato molto complicato incastrare tutto, soprattutto ora. Quindi avere una casa editrice che sopperisce a certe necessità, mi ha aiutato non poco, e ho avuto più tempo per scrivere.

9) Si sussurra che il mondo letterario sia un sottobosco popolato da anime invidiose e attaccabrighe: come definiresti il tuo rapporto con gli altri scrittori, blogger, editori, ecc.? Come è il tuo rapporto con i lettori? Sei un’abile promotrice di te stessa?

Parto dall'ultima domanda e dico no e lo dico ridendo. Sono una pessima promotrice di me stessa, lo ammetto, non sponsorizzo i miei romanzi sui social; nei gruppi, per mancanza di tempo, non interagisco molto, penseranno sono un orso, ma credetemi non è così. Poi, invece di mettere un estratto in più su facebook, metto un post nerd con una foto di Star Wars. Ma questa sono io, non ho voglia di assillare le persone. Sanno che scrivo, vedono chi sono. Se vorranno leggermi mi farà piacere, ma di certo non le costringerò mai. Per quanto riguarda il rapporto con blogger, autori ed editori non posso dire di aver mai avuto problemi. A volte leggo di faide, diatribe, litigate, bannate e mi dico, ma che succede? Di certo non amo le polemiche sterili, e trovo che la competizione sia ridicola. Un lettore che compra un autore e ama leggere, ne comprerà anche altri. Dove sta il problema? Ogni autore ha un suo percorso personale, un suo stile, paragonarsi non ha senso, perché ognuno è diverso e unico. Davvero certe cose io non le capisco e non voglio averci nulla a che fare. Vivo una vita più serena indubbiamente. Posso comunque dire che tra le mie migliori amiche ho proprio delle autrici ed è bello.

10) So per certo che sei un’estimatrice di Mary Balogh e Lisa Kleypas (e rigorosamente in cartaceo!): cosa trovi in queste scrittrici? Vorresti un giorno tentare con un romance storico sul loro modello?

Per la verità ho scritto un romance storico, un paranormal però, è proprio la mia duologia dei Protettori. Questo perché volevo omaggiare un periodo storico che mi ha sempre affascinato profondamente. Ho divorato tutti i romanzi dell'ottocento inglese, i grandi classici dalla Austen alle Brontë e quindi la naturale evoluzione è stato innamorarmi di chi scrive di quel periodo e lo fa con classe, grande fantasia, e dedizione. Nella Kleypas e nella Balogh ritrovo il mio stesso amore per una società, per dei costumi, per dei personaggi che bucano le pagine del libro e si fanno sentire. Hanno sempre idee bellissime, trame intense e una forte caratterizzazione appunto di quei personaggi. Le trovo davvero brave, esempi. E non escludo di scrivere un giorno un romance storico puro, ma come sempre devo avere i personaggi giusti e la giusta idea, ma non metto limite alla provvidenza e alla mia fantasia.

11) La domanda insidiosa per ultima: cosa ci stai preparando? Quali sono i progetti in cantiere?

Ho già firmato con Newton Compton per altri due romanzi che usciranno in futuro: uno è il romanzo di Alessandro e Virginia, una commedia brillante e divertente per sorridere, e poi un altro romanzo che invece si discosta della mie solite commedie, un romanzo sentimentale con maggiori tocchi di drammaticità. Intanto sto revisionando di nuovo la mia duologia fantasy, che vorrei riproporre in una edizione integrale appena possibile, e sto revisionando un nuovo romance che ho finito di scrivere da poco. Ma la realtà è che una nuova storia già preme, sto prendendo appunti, facendo ricerche e non riuscirò a stare lontano dalla scrittura vera e propria per molto. Insomma, finché avrò idee andrò avanti e spero che qualcuno avrà voglia di farmi compagnia.

Ringraziamo di cuore Patrisha per aver accolto il nostro invito e le auguriamo un grosso in bocca al lupo per l'avvenire!
E ancora complimenti!

Amarilli

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