Teaser Tuesday (156)

Buona serata con la Rubrica Teaser Tuesdays, Rubrica ideata da MizB del Blog Should Be Reading a cui anche questo Blog aderisce.

In cosa consiste? 
1. Prendi il libro che stai leggendo 
2. Aprilo a una pagina a caso 
3. Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser") 
4. Fai attenzione a non scrivere spoilers! 
5. Riporta anche il titolo e l'autore così che i lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.

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Secondo voi potevo mai resistere????

Nobili parole Nobili abusi
Anna Chillon
Pagine 268
ISBN978-88-6300-149-5
Ebook 978-88-6300-153-2
Edizioni Smasher

Palazzo Leicerhampton, 1801. Rimasta orfana in giovane età, Dawn prende servizio nella dimora del conte Terence Ibelin Cristopher, venendo pericolosamente a conoscenza dei suoi biechi segreti. Non appena Terence lo scopre decide di imporre alla fanciulla troppo curiosa un crudele compromesso. Dawn deve accettarlo se tiene alla sua vita, ben sapendo che in questo modo finirà tra le grinfie del Padrone, impreparata alla sua impetuosità e al suo terribile fascino. Ed è così che nasce tra i due una relazione che stravolgerà la vita di Terence, portandolo a consumare una lotta nella quale tutto sarà messo a rischio, perfino la vita stessa.
Tutto, pur di possedere la sola cosa autentica che resta.
Possedere lei.
Terence descrisse con il bastone un semicerchio sul pa-
vimento di legno producendo un rumore sottile, sufficiente 
memento di ciò in cui si sarebbe potuta imbattere disub-
bidendo. La superficie del vino tremolò, increspandosi leg-
germente, finché lui non prese tra due dita ferme il calice 
togliendoglielo di mano e deponendolo sul tavolo. 
«Le tue dita sono livide. Riesci a muoverle?»
«Sì.»
Dawn fu colta totalmente alla sprovvista dal modo in cui 
lui le afferrò la destra scorrendo delicatamente ogni falange 
tra indice e pollice, premendo proprio sui punti più dolen-
ti mentre le piegava le nocche. Faceva male, ma allo stesso 
tempo no, era quasi piacevole. Assurdo che fosse così. 
Era la prima volta che la toccava. 
La sua mano era grande e dorata, calda e sicura; tutto l’al-
lestimento del suo fisico dalle spalle ai piedi era imponente 
a suo confronto, come se non bastasse un solo sguardo di 
quegli occhi austeri a farla sentire di molto inferiore. 
«Bada a non usarle mai più per pararti le natiche o rischie-
rai di spezzarti un osso e di non poter più lavorare.»

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