Pensieri su "Il diavolo vince a Wimbledon" di Lauren Weisberger
Gonnellino bianco, scarpe da ginnastica e racchetta: questa è la divisa di Charlotte Silver più o meno da quando le hanno tolto il pannolino. E infatti adesso Charlie, poco più che ventenne, è già una delle promesse del tennis mondiale. Ma quando, durante una partita a Wimbledon, costretta a indossare un paio di scarpe che non sono le sue, si rompe il tendine d'Achille, improvvisamente i suoi sogni sembrano andare in fumo. Ed è allora che nella sua vita compare Todd Feltner: il coach dei coach, l'uomo che alleva campioni come fossero polli e che non ha mai sbagliato un colpo. Certo, è insopportabilmente arrogante, crudele e sadico, e sottopone i suoi atleti a sacrifici pazzeschi. Ma Charlie sa che farsi allenare da lui vuol dire tornare a vincere. E così, per lei non c'è altra scelta che stringere un patto col diavolo. Peccato che il diavolo abbia una filosofia: non si vince restando buoni. Dunque addio alla vecchia Charlie, e largo alla nuova: nuovo look, nuova immagine, nuove frequentazioni. Nuovi flirt - ovviamente pilotati da Todd. Ma sarà disposta Charlie a rinunciare a se stessa per rincorrere il suo sogno? Soprattutto quando comincia a innamorarsi di qualcuno che Todd non approverebbe mai.
407 pagine
Editore: Piemme (29 novembre 2016)
ISBN-10: 8856656922
ISBN-13: 978-8856656923
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Ci tenevo tanto a leggere questo libro perché pensavo fosse effervescente e con un ritmo particolare… invece mi sono sbagliata.
L’ho trovato abbastanza banale e scontato, pur essendo scritto molto bene.
La storia non mi ha avvinta. Ho trovato la protagonista un po’ troppo surreale e poco coerente con se stessa.
Inoltre sono rimasta delusa dagli uomini presenti nel libro. A eccezione del padre, gli altri sono tutti molto piatti e non lasciano questo gran ricordo. Anche Jake, il fratello, è un po’ troppo stereotipato nel suo ruolo omosessuale.
Sembra un po’ la facciata dell’allegra famiglia della Mulino Bianco senza che i drammi e la pesantezza della vita possano sconfiggerli o solo toccare il loro cuore. O meglio, non arriva al lettore tutta questa tribolazione.
Questa è la mia impressione, forse perché dopo Il diavolo veste Prada, le storie di quest’autrice sono più o meno tutte simili e ricalcano i protagonisti del suo libro più famoso.
Avete avuto anche voi quest’impressione o è solo mia?
Ledra
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