Pensieri e riflessioni su "La ragazza di Charlotte Street" di Danny Wallace

Titolo: La ragazza di Charlotte Street
Autore: Danny Wallace 
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Pagine: 429
Prezzo: 17,00 euro
Isbn: 9788807019005
Disponibile in ebook

Sinossi:
Londra, Charlotte Street. Jason Priestley - ex insegnante, ex fidanzato cronico, aspirante giornalista ed eroe riluttante - ha appena incontrato la sua Cenerentola. Cercava di salire su un taxi tenendo in equilibrio un'incredibile montagna di sacchetti, borse e pacchi, senza riuscirci. Jason è intervenuto in suo aiuto, e i loro sguardi si sono incrociati per un magico istante pieno di promesse. Un attimo dopo, lei se ne è andata. Ma a Jason è rimasto per sbaglio qualcosa in mano, una macchina fotografica usa e getta piena di foto già scattate... Ora si trova di fronte a un dilemma: deve rintracciare la ragazza o rispettare la sua privacy? Cercarla significherebbe seguire il consiglio di Dev, il vulcanico amico con il quale Jason condivide casa, bevute e (dis)avventure. Insieme, dovrebbero imbarcarsi in una rocambolesca caccia al tesoro seguendo gli unici indizi che hanno, ancora gelosamente custoditi nella macchina fotografica. Tra tentennamenti, errori e complicazioni di ogni genere, Jason imparerà una lezione importante, ovvero che, nel tempo di un clic, le cose si possono sviluppare in modo del tutto inaspettato... 

Il pensiero di Annachiara: 
Ho deciso di leggere questo libro spinta da un impulso del tutto immotivato, dopo averlo adocchiato in libreria e averne a malapena letto la trama. 
Se invece di perseverare nel mio intento in maniera cieca mi fossi fermata un momento a raccogliere qualche informazione, per esempio sul fatto che l’autore, Danny Wallace, è un artista multiforme che si occupa più di videogiochi che di letteratura, o a leggere qualche recensione, probabilmente avrei desistito dal proposito ben prima di iniziarlo, e avrei fatto bene. 

Invece l’ho iniziato, anche piena di entusiasmo, e già prima di pagina cento stavo valutando seriamente l’ipotesi di abbandonarlo, cosa che alla fine non ho fatto per vari motivi, nessuno dei quali ha a che fare con il libro stesso. 

Ma andiamo con ordine ed iniziamo dal principio. Non è stata tanto la copertina, pure molto carina, o il titolo, assolutamente ordinario, ad attirarmi in questo romanzo. È stata la trama. 

Un ragazzo incontra una ragazza una sera, in Charlotte Street. Se ne innamora ma non sa niente di lei neppure il suo nome; il suo unico indizio è una macchina fotografica usa-e-getta che lei gli ha lasciato per sbaglio. Decide di mettersi sulle sue tracce, nella speranza di ritrovarla e avere una seconda possibilità per conoscerla. 

Ora, io sono del parere che vi siano due modi per rendere bello un libro. Il primo, è raccontare una storia molto interessante. Il secondo, è raccontarla bene. L’unione dei due porta quasi sempre al capolavoro. Se mancano entrambi, ovviamente, il libro non può essere considerato che una schifezza. 
Questo romanzo rientra decisamente nell’ultima categoria. 

La trama è una di quelle assolutamente deliziose, forse un po’ da commedia romantica, magari con una spruzzata di mistero che non va mai male. Una di quelle storie che, a sapersele giocare, possono essere valorizzate e rese molto piacevoli, seppure non indimenticabili. Purtroppo, non è stato questo il caso: è vero che la storia ruota tutta intorno alla ricerca della ragazza, ma nel frattempo tutto ciò che possiamo leggere è la mediocrissima vita di un mediocrissimo protagonista, Jason Priestley: antipatico, lagnoso e incapace di relazionarsi in modo sano con il resto del mondo commette, nel corso del romanzo, una serie di azioni decisamente stupide e delle quali, a noi lettori, interessa ben poco. 

Attorno a lui ruota una varietà di co-protagonisti che, pur avendo ciascuno la sua caratterizzazione e il suo lato “da commedia”, riescono a rendersi tutti antipatici quanto se non più del nostro protagonista (cito un esempio su tutti: la ex-ragazza e il suo nuovo fidanzato, già la seconda volta che li si incontra si vorrebbe staccargli il capo dal collo!). 

E arriviamo al come è stata narrata questa storia. Lo stile di scrittura, in realtà, non è neanche troppo male. Forse un po’ verboso, ma nel complesso gradevole da leggere, interessante. Ma il modo in cui vengono condotti i personaggi, le situazioni e le ambientazioni non hanno niente, e sottolineo niente di originale! 

La storia si dipana tra una scena e l’altra, apparentemente a caso e senza riuscire mai a sollevare il lettore dalla noia, fin quando non gli viene impressa una svolta forzata (e la forzatura si avverte tutta!) nella successione degli aventi per arrivare poi all’inevitabile, affrettato ed inutile lieto fine in cui tutti si riconciliano con tutti apparentemente a caso. 

Insomma, un libro commedia che aveva tutte le premesse per rendersi almeno piacevole e che invece è riuscito a rendere l’esperienza della lettura pesante e noiosa. Un libro brutto, non credo che potrei definirlo altrimenti.
Annachiara

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