Pensieri e riflessioni su "La luce alla finestra" di Lucinda Riley

Titolo: La luce alla finestra
Autore: Lucinda Riley
Editore: Giunti Editore
Collana: A
ISBN: 8809779991
ISBN-13: 9788809779990
Pagine: 528 

Sinossi:
Émilie de la Martinières ha sempre subito il giudizio di sua madre, regina indiscussa della scena mondana parigina. Ora ha trent'anni, ma la freddezza mascherata dal lusso e dagli agi con cui quella donna superficiale e distante l'ha cresciuta è un fardello ancora pesante da portare. L'improvvisa notizia della sua morte, tuttavia, risveglia in Émilie un groviglio di sentimenti contrastanti e dolorosi, soprattutto quando apprende di essere l'unica erede di un sontuoso castello nel Sud della Francia, un castello che nasconde le risposte a molti degli interrogativi che pendono sul suo passato: sarà un vecchio taccuino ritrovato tra quelle mura a metterla sulle tracce della misteriosa e bellissima zia Sophia, la cui tragica storia d’amore ai tempi della guerra ha segnato irrimediabilmente la sua famiglia. E perché all'improvviso continua a pensare a un uomo che ha appena conosciuto, proprio lei che si è sempre tenuta lontana dall'amore?

Il pensiero di Ambra:
Iniziato questo romanzo, mi sono trovata alle prese con una giovane aristocratica francese. Ovviamente, non la personificazione della ricchezza ed alterigia che accompagna lo stereotipo più comune, ma una giovane donna veramente timida, schiva e molto insicura di sé. Émilie de la Martinières non ha mai voluto attrarre l'attenzione e, cosa veramente avvilente, si è sempre sentita non appropriata ed inutile, soprattutto nei confronti delle aspettative materne. 

Nonostante non abbia mai preso decisioni epocali nella sua esistenza discreta, quando Émilie si ritrova orfana e sola, è costretta forzatamente a riconsiderare sia la sua vita sia cosa vorrebbe fare del suo futuro. Non può più considerarsi solo una veterinaria, è l'ultima discendente di una importante casata nobiliare, con un castello fatiscente ed una ricchezza smisurata sulle spalle e, come detto prima, irrimediabilmente sola, se non per la presenza dello scialbo notaire di famiglia.

Messa così non vi sono molte alternative, Émilie fa l'unica cosa in cui pensa di riuscire meglio: cede al panico. Quando poi incontra, guarda caso fortuitamente, un giovane e aitante commerciante di opere d'arte inglese, non ci vuole molto perché si getti tra le sue braccia. A questo punto, per favore, non pensiate che Émilie manche di fibra, la povera ragazza ne ha passate veramente tante e, anche se pure io ho avuto molti dubbi in proposito, sarebbe veramente ingiusto giudicarla basandosi solo sulle apparenze. In più, a sua discolpa, bisogna dire che Sebastian Carruthers, si comporta come un angelo, risolvendo immediatamente qualsiasi problema di Émilie e coccolandola in tutti i modi possibili.

Non stupisce, quindi, assistere solo dopo pochi mesi, al matrimonio dei due e alla partenza per l'umida e grigia Inghilterra di una Émilie completamente incantata, per non dire di peggio, dal suo giovane marito. 

Purtroppo Émilie sembra aver perso qualsiasi capacità razionale, anche lei in alcuni punti, sembra rendersene conto, ma non ci dà troppo peso. La loro è una bellissima storia d'amore, soprattutto considerando la complementarietà dei due. L'unico neo che impensierisce un po' la ragazza è l'estrema reticenza di Sebastian nel parlare di sé e del suo passato prossimo. Eh sì, perché, piuttosto che approfondire la relazione di coppia, lui preferisce rinvangare il passato lontano della Seconda Guerra Mondiale, quando sua nonna e il papà di Émilie lavorarono insieme contro l'occupazione tedesca. Questo, insieme con le lunghe assenze di lui, gli sbalzi d'umore e una serie di comportamenti sempre più difficilmente scusabili, mettono la pulce nell'orecchio alla ragazza, che si ritrova a chiedersi cosa stia succedendo veramente.

Sebastian spense la luce ed Émilie rimase lì, distesa, chiedendosi come facesse suo marito a giustificare ogni sua azione facendola sentire una stupida, sempre dalla parte del torto. Forse lo era davvero...

Quello che ne seguirà sarà un'esplosiva serie di colpi di scena, assolutamente imprevedibili e che vi terranno incollati fino all'ultima riga di questo sorprendente libro. Sì, perché la Riley possiede una capacità narrativa spettacolare, riuscendo a trasportarvi in un attimo dai selvaggi paesaggi della brughiera inglese alla tumultuosa Parigi della Grande Guerra. Vi assicuro che non vi annoierete mai. Nonostante gli eventi e le situazioni descritte nel libro non siano di certo nuove, ma già usate in passato da altri scrittori, la sua capacità di introspezione dei personaggi è accattivante, inoltre la descrizione dei paesaggi è così vivida che vi sentirete dentro il romanzo. 

Si voltò a guardare il castello, trecento metri più lontano (...). La pietra chiara e rosata dei muri, gli scuri delle finestre dipinti con il tradizionale azzurro, la cornice di alti cipressi: tutto era addolcito dalla delicatezza del tramonto.

Ultima riflessione, nonostante un inizio non troppo brillante per la nostra sfortunata protagonista, vi assicuro che vi ricrederete presto sulle sue capacità. Émilie vi sorprenderà. Nonostante tutto quello che dovrà sopportare, ne uscirà rafforzata e maturerà un carattere forte, sicuro di sé e, soprattutto, libero da qualsiasi altrui pregiudizio.

La luce alla finestra è un libro con una trama ampia e ben strutturata, che dà molta soddisfazione a chi è alla ricerca di un racconto che non si esaurisca subito. E' una lettura consigliata a chi è appassionato di racconti storici, trame intricate e non cerca solo una banale storia d'amore, ma è più interessato ad assistere ad una crescita piena ed appagante del protagonista.
Ambra

Nessun commento:

Powered by Blogger.