Pensieri e Riflessioni su "La notte che ho dipinto il cielo" di Estelle Laure

La notte che ho dipinto il cielo
Estelle Laure
Editore: De Agostini (16 febbraio 2016)
ISBN-10: 8851136076
ISBN-13: 978-8851136079

Quanti volti ha l’amore?
Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nem-meno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrenny sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra. 
Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì? 
L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi… 
Il romanzo d’esordio più atteso dell’anno. Una storia romantica, commovente, inaspettata e piena di speranza. Come la vita, come l’amore. Come tutti i colori del cielo.

Il mio pensiero:
Romanzi così delicati ne capitano pochi. Libri che fanno riflettere e che anche solo in poche pagine riescono a sprigionare un’infinità di emozioni sono rari.
La notte che ho dipinto il cielo è uno di questi.
Delicato però non è il solo aggettivo che userei per descriverlo. Me ne viene subito in mente anche un altro: profondo.
Pagine che parlano di amicizia, di amore fraterno, del primo amore, di segreti, di famiglia e soprattutto di crescita. Emozioni difficili da dimenticare e personaggi che resteranno aggrappati ai vostri cuori per lungo tempo.

Questa non è la solita storia. Non è il solito romanzo young adult e nemmeno qualcosa scritto con il solo scopo di far piangere... come se appunto solo i romanzi che riempiono gli occhi di lacrime fossero gli unici a smuovere dentro la coscienza di un lettore.
Questo libro ti scuote con la forza dei piccoli gesti.
Qualcuno l’ha paragonato al romanzo “Tutta colpa delle stelle” e io vi giuro che a questa affermazione ho avuto i brividi e ho rischiato di immergermi nella lettura con il piede sbagliato. Per fortuna no. No. No. No. Niente di più diverso. 
Mai prendere per oro colato il parere di un altro lettore. La cosa migliore da fare è proprio mettersi nelle mani dell’autore senza preconcetti e vedere dove viene portato il tuo cuore.
Non posso nemmeno io dire che sia un romanzo spensierato. Questo no. Ma l’autrice non cerca il dramma da manuale che porta alla lacrima facile. Estelle Laure ci porta a camminare a piedi nudi sui cocci di una famiglia a pezzi. Ci porta ad immedesimarci nella vita di Lucille e ad ammirare la sua forza d’animo. Ci fa affezionare alla piccola Wrenny e sorridere alla timidezza di Digby ed ai gesti da adulta di Eden.

La protagonista ha diciassette anni, ma se non lo avessi scoperto leggendo, giuro che avrei pensato ne potesse avere molti di più. Ed è proprio la sua forza d’animo, la prontezza di prendere in mano le redini della sua famiglia a pezzi e di toppare i buchi lasciati dai genitori, che la rende molto più matura dei suoi coetanei e ovviamente speciale.
Lucille che studia, lavora, si innamora e bada alla sorellina: è l’impegno che mette nello stare vicino a lei che più mi ha commossa del romanzo; l’amore fraterno tra Lucille e Wrenny è speciale. 
Caspita… siamo stati tutti adolescenti e prima ancora bambini, e pensare alla giovane Lu che si preoccupa dei piccoli gesti che rendono felice la sua sorellina e le fanno pesare meno l’assenza dei genitori, quando a quell’età si vorrebbe solo pensare al divertimento, spacca il cuore.
L’autrice, come se di per sé il quadro non fosse già abbastanza triste, tende a peggiorare la situazione che Lu sta vivendo quasi all’inverosimile (sono arrivata a chiedermi: “ma tutte a lei capitano?!?”) ma fortunatamente riesce anche a gestirla nel migliore dei modi e senza esagerare con il dramma. 
Per fortuna poi introduce nel romanzo anche altri personaggi che con i loro piccoli gesti scaldano il cuore e contribuiscono a rendere questa lettura speciale. Uno di questi è sicuramente Digby: la personificazione dell’amore timido; di colui che in punta di piedi ama nell’ombra ed è capace di grandi gesti.

Un romanzo di crescita dai molti insegnamenti.
Un libro che non si scorderà tanto facilmente con personaggi che resteranno per sempre nei vostri cuori, sia per la fragilità che per la forza dimostrata.

Pagine che ti alleggeriscono il cuore perché ti dimostrano che esistono ancora angeli sulla terra in grado di fare del bene senza aspettarsi nulla in cambio; si può ancora aver fiducia nel prossimo.

Assolutamente consigliato.
Stefania

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