SEI RISPOSTE D'AUTORE - Lorenza Ghinelli


Lorenza Ghinelli
     
Sei risposte d’Autore:

1) Chi è Lorenza Ghinelli?
Un essere umano con molta fantasia e fragilità. Quando avrò le idee più chiare su chi sia Lorenza Ghinelli, magari ti scriverò una risposta più appropriata.

2) Cosa ti piace scrivere, come e quando?
Non ho mai pensato a cosa mi piaccia scrivere. Scrivo e basta, scrivere è un prolungamento della mia essenza, quando si ha a che fare con se stessi ci si sospinge ben oltre la soglia di ciò che piace o non piace. Diciamo che sento l’urgenza di dare voce e corpo a quel che mi abita, alla mia visione del mondo. È un modo per domare la fantasia. E domare la fantasia, spesso, aiuta a salvarmi la vita. Anche riguardo al come e al quando non posso rispondere in modo esaustivo, dipende da cosa scrivo, con che stato d’animo affronto le storie che emergono.

3) Com’è avvenuta la pubblicazione della tua opera prima?
Il Divoratore lo scrissi tra il 2006 e il 2007, lo pubblicai per la prima volta con un piccolo editore toscano nel 2008, ma compresi che nonostante la serietà della casa editrice non avrei mai potuto fare il salto di qualità a cui ambivo, decisi pertanto di rientrare in possesso dei diritti e ricominciare dal principio, cercando degli agenti e tornando a bussare alle porte delle grandi case editrici. È così che sono approdata alla Newton Compton. Nel 2011 Il Divoratore è stato un vero e proprio caso letterario, venduto e tradotto in sette Paesi. Ci sono voluti quattro anni, nel frattempo scrissi La Colpa, finalista al Premio Strega 2012.


4) Cosa credi sia indispensabile per riuscire a pubblicare?
Pubblicare e basta? Determinazione. All’inizio i rifiuti arrivano, ed è un bene. Misurarsi con la frustrazione è fondamentale. Pubblicare un buon libro è tutta un’altra storia, la determinazione non è sufficiente: ci vuole urgenza, mestiere, impegno, e disponibilità a scavare in quelle zone di noi che a volte sarebbe più semplice scordare.


5) Cosa pensi sugli editori a pagamento, la self-publishing e l’editoria tradizionale?
Gli editori a pagamento, per quel che mi riguarda, non sono editori. Se un editore pensa di non rientrare nemmeno nelle spese di stampa significa che non crede affatto nel libro, pertanto non vale la pena perdere tempo. La self-publishing ha dimostrato di essere una strada decisamente più dignitosa. L’editoria tradizionale significa tutto e niente. Ci sono case editrici che operano in modo straordinario e promuovono giovani autori investendo con coraggio, ho la fortuna di pubblicare con la Newton Compton, quindi so quel che dico.

6) Quale consiglio daresti agli esordienti?
Tenetevi ben distanti dagli editori a pagamento, leggete tanto e vivete come volete vivere. Le storie abitano sui sentieri che percorriamo.
      
   • Breve biografia:
Lorenza Ghinelli, classe 1981, vive a Santarcangelo di Romagna. Nel 2003 ha conseguito il master in tecniche della narrazione presso la Scuola Holden e si è poi laureata in Scienze della Formazione. Ha avuto modo di provare le sue capacità narrative con alcuni racconti e con il romanzo collettivo J.A.S.T., scritto con Simone Sarasso e Daniele Rudoni. Il suo romanzo d’esordio, Il Divoratore, diventò un caso letterario nel 2010. Oggetto di un'asta per i diritti internazionali alla Fiera del libro di Francoforte, fu venduto in sette paesi ancora prima di venire pubblicato. In Italia è stato pubblicato nel gennaio 2011 da Newton Compton Editori. Il suo secondo romanzo La Colpa, è finalista del Premio Strega edizione 2012. Sono stati pubblicati in seguito: Il canto dei suicidi, Con i tuoi occhi, Sogni di Sangue e Un regalo per te, editi da Newton e Compton. Per Rizzoli è uscito Almeno il cane è un tipo a posto.
In televisione ha collaborato come editor e sceneggiatrice al Il tredicesimo apostolo - Il prescelto, e per il teatro ha prodotto (con il Teatro della Clavicola) e diretto Larvale. Attualmente collabora con la Taodue come editor e sceneggiatrice e fa parte della redazione della rivista Carmilla.

L’ultimo libro di Lorenza Ghinelli in libreria:


 Almeno il cane è un tipo a posto 
Rizzoli Narrativa, 2015

Massimo non è uno sfigato: ce lo hanno fatto diventare. La colpa al novanta percento è di Vito. È lui ad avergli affibbiato il nomignolo di Minimo, e se ti danno quel soprannome negli spogliatoi della piscina, è difficile che gli altri pensino che il tuo è un problema di altezza o di torace stretto. Vito però ha un segreto, un segreto fatto di lividi e serate trascorse trincerato in camera sua, e Massimo, suo malgrado, sta per scoprirlo. Poi c’è Celeste, divisa tra l’essere se stessa o trasformarsi in come mamma e papà la vorrebbero; Stefania, che desidera soltanto dimagrire; Margò, alle prese con un’estate da gigante prima di tornare hobbit a settembre. Intorno a loro, un’intera galassia di amici, parenti e adulti alle prese con una tempesta di incontri e scontri che nel corso di una manciata di giorni li cambierà per sempre.                                                     

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