Pensieri e riflessioni su "UN AMORE DI FINE SECOLO" di Viviana Giorgi

È il 1898 e Camille Brontee, sfuggita al grigiore di Liverpool e della sua vita, sbarca a New York per andare incontro a un matrimonio combinato. Peccato che il promesso sposo, il “bastardo americano”, come subito lo soprannomina lei, non si presenti all’appuntamento. Per Miss Brontee inizia così l’avventura nel Nuovo Mondo, dove tutto è possibile, dove persino una donna può entrare a far parte di un universo tutto maschile come quello della redazione di un giornale, il Daily, e vivere una travolgente storia d’amore. Ma con chi? Con l’impacciato erede di un impero finanziario, Ken Benton, che la rispetta e la venera come una vestale, o con l’arrogante Frank Raleigh, spregiudicato editore del Daily, la cui sola vicinanza scatena in lei una guerra continua tra il cuore e la mente? Dovrà attendere gli ultimi sgoccioli del XIX secolo per scoprirlo... Nel suo consueto stile brillante e arguto, Viviana Giorgi ci racconta un’appassionata quanto tormentata storia d’amore. Sullo sfondo, tra realtà e finzione: una New York moderna e vibrante, il mondo dell'editoria e della finanza, i capricci della high society, i conflitti sociali e le prime rivendicazioni femminili. Ma non solo. C'è un altro personaggio che sgomita e spinge lungo tutto il romanzo per emergere: è il Novecento, il nuovo secolo, con le sue promesse e le sue speranze. Per Camille, il secolo dell'amore.

Autore: Viviana Giorgi
Titolo: Un amore di fine secolo
Editore: Emma Books
Genere: Storico, sentimentale
Formato: solo digitale
Pagine: 358
Pubblicazione: 16.05.2014

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Perché non riesco ad amarti, Ken?
Perché amava Frank Raleigh, ecco perché.
Un perché semplice, inevitabile e assurdo.


Seppure con vistoso ritardo, ho iniziato anch’io la “serie blu tardo vittoriana della Viviana” (la definizione è dell’autrice, quindi me la posso permettere).
Come al solito, la protagonista è una ragazzuola più resistente delle stecche del bustino che indossa, più determinata del sogno americano che l’attende appena sbarcata al porto di New York, con una gran dose di fortuna sfacciata, visto che il primo maschio che incontra (e che scambia per un cameriere) è “quel” Frank Raleigh, l’editore del Daily, e Camille è un’aspirante giornalista che ci crede davvero.
Da qui un paio d’anni di tumultuosa carriera, con la nostra che non si lascia certo fermare dal fatto d’essere nata donna (tanto più che siamo prossimi al nuovo secolo), e i maschi che le sbavano dietro, nonostante i suoi articoli d'avanguardia. Un triangolo, in particolare, viene a prendere il sopravvento: di qua Ken, il buono, tenero, ricchissimo e riguardoso spasimante (solo una coincidenza con il Ken superperfetto e plasticoso di Barbie?), di là il sanguigno, stizzoso, impetuoso, irriguardoso Frank. 
C’è bisogno di chiedere verso chi si orienta la brava ragazza, tutta presa a “battere per ore sulla sua macchina da scrivere e raccontare le novità del secolo che avanza”?
Un romanzo brioso, con varie scenette divertenti alla “Viviana”, altre romanticissime “alla Viviana” e una miniera di informazioni e curiosità storiche, abilmente celate nella trama. 
Per mio gusto personale, ho patito un po’ la lunghezza, ma va detto che io sono allergica ai tira e molla a oltranza. In ogni caso, l’apparizione di un certo maschio in completo da mandriano, sporco, stanco e innamorato, vale tutto il romanzo, e ripaga l’ansia di mille attese.

Ballarono nutrendosi degli sguardi e del tocco delle mani dell’altro.
Ballarono interrogandosi silenziosi sul loro domani, chiedendosi se mail futuro avrebbe potuto essere come quel valzer, dolce e tanto inebriante da far girare la testa.
Poi il valzer terminò.
Amarilli

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