Pensieri e Riflessioni su "Promettimi che ci sarai" di Carol Rifka Brunt

Titolo: Promettimi che ci sarai
Autore: Carol Rifka Brunt
Editore: Piemme
Pagine: 406

TRAMA
Se sei una quattordicenne timida e goffa e hai appena perso l'unica persona in grado di capirti, ti serve un rifugio, per stare da sola con la tua fantasia e i tuoi ricordi. Ecco perché June, con un cappuccio calato in testa e stivali da Robin Hood ai piedi, non perde occasione per avventurarsi nei boschi dietro la scuola, fingendo di essere stata catapultata nel 1987 dal Medioevo, l'epoca in cui sarebbe potuta diventare un falconiere. Sarebbe bello riuscire a richiamare a sé, proprio come falchi, le persone che sono volate via. Come lo zio Finn, che era il migliore amico di June, oltre che un grande pittore, ed è stato ucciso da una malattia di cui in famiglia è proibito parlare. Un giorno June riceve un pacco misterioso; all'interno, la teiera preferita di Finn e una lettera di Toby: l'uomo che nessuno, al funerale dello zio, ha osato avvicinare. E che ora chiede proprio a lei di incontrarlo in segreto. June dovrà fare i conti con la paura e la gelosia, prima di accettare di non essere stata l'unica persona speciale nella vita dello zio, e prima di dare inizio a un'amicizia clandestina che forse potrebbe aiutare entrambi a colmare quel grande vuoto. Ancora ignari che è stato Finn a legarli con una promessa, l'uno all'insaputa dell'altra, per realizzare il suo ultimo desiderio: riunire nella stessa cornice coloro che più ha amato, il suo vero capolavoro.

Il pensiero di Whatsername:
Ho concluso da un'ora questa meravigliosa storia d'amore. Non la solita storia d'amore, non l'amore che intendiamo tutti e a cui tutti i lettori sono abituati, ma l'amore che va al di là di tutto, al di là di ogni gelosia e di ogni comprensione. 

"Promettimi che ci sarai" è il primo libro di questa bravissima autrice ed è stato acclamato negli USA da lettori, librai e critica come uno dei libri più belli del 2012. 
Consigliato - tra gli altri - da Goodreads, Amazon, The Wall Street Journal e O, The Oprah Magazine, il romanzo si è aggiudicato l'Alex Award, ha conquistato la classifica del New York Times grazie al passaparola ed è attualmente in corso di pubblicazione in altri quindici paesi.

«Le persone speciali vivono per sempre. Dentro di te»

New York. Siamo nel 1987 ed l'AIDS è una malattia che ha fatto da poco capolino ufficialmente nella società; AIDS è ancora una parola tabù per molti, soprattutto per la famiglia di June. 
June è una ragazzina di quattordici anni che ama fantasticare ed immaginare di essere una povera ragazza medievale sperduta, nei boschi dietro la scuola. Lì June si sente libera, libera di essere ciò che vuole e di lasciar andare i pensieri...

«Non volevo spiegarle chi ero davvero: quella stramba che si portava dietro nello zaino l'antologia di scritti medievali, quella che indossava solo gonne, in genere con degli stivali medievali, quella che si faceva sorprendere ad osservare le persone».

Lo zio di June, Finn, il fratello della madre Denni, sta morendo a causa della nuova malattia scandalo. "La malattia degli omosessuali e dei drogati", come erroneamente, a causa dei pregiudizi, veniva chiamata allora.

Solitamente Denni accompagnava la domenica pomeriggio, le sue due figlie June e Greta a New York, per andare a trovare lo zio e per far in modo che lui completasse il ritratto che stava eseguendo alle due giovani sorelle.
Finn era un artista piuttosto famoso a New York e molto ambito, che da dieci anni a quella parte aveva smesso di esporre le proprie opere.

June ha sempre amato passare del tempo con il suo adorato zio, che era anche il suo migliore amico. 
Insieme hanno condiviso sogni, posti, giornate intere passate a chiacchierare perché solo lui la capiva, diversamente da Greta, la sorella sedicenne, che preferiva farsi da parte e pensare ad altro.

La morte di Finn porta a galla segreti mai detti e dolori mai rivelati, e anche quando il suo corpo non ci sarà più, il suo spirito ed il suo amore continueranno ad aleggiare intorno alle persone che lo hanno amato.

Una storia che insegna a non fermarsi alle apparenze, che l'Amore, quello con la A maiuscola non è sempre come lo immaginiamo noi, e non è sempre come la società vorrebbe che fosse, perché non si può decidere chi amare, come amare e quanto amare. Si ama e basta!
Per me infatti l'amore è proprio quello che descrive l'autrice attraverso le parole della piccola June.

«Se trovavi una persona così, non è che dovevi per forza farci sesso. Potevi semplicemente tenertela, no? Sedertici vicino, stringerti al suo corpo fino a sentire il movimento della sua macchina interna. Potevi premere l’orecchio contro la schiena di quella persona e ascoltarne il ritmo, sapendo che eravate fatti entrambi allo stesso modo. Potevi fare cose del genere. A volte, se si sta proprio vicino a qualcuno, non si capisce nemmeno di chi è lo stomaco che brontola. Ci si guarda, tutti e due, si chiede scusa e si dice “Era il mio” e poi si scoppia a ridere. Non hai bisogno di fare sesso per queste cose, perché il tuo corpo si dimentichi di dirti se ha fame. Perché scambi la fame dell’altro per la tua.»

All'inizio non capivo bene dove mi volesse portare la storia, ma senza accorgermene mi sono ritrovata immersa e partecipe delle vite dei protagonisti; subito dopo le prime pagine il romanzo ti arriva dritto come un pugno allo stomaco e, alla fine, esplodi in un pianto liberatorio, come è successo a me. Non potevo più fare a meno di June e di Finn. Volevo abbracciarli, stringerli a me, consolarli.

Ho amato tutto di questo libro! 
Ho amato la descrizione dei luoghi e dei personaggi, tanto che mi sembrava di essere lì. 
Ho amato quella delicatezza nel parlare di certi argomenti che solo le persone sensibili sanno fare. 
Ha parlato di omosessualità, amore, dolore e morte in modo delicato facendoti scordare tutto il resto, facendoti innamorare di June, di Finn, di Toby e di tutti i personaggi conosciuti in questo piccolo gioiello.

«È assurdo. Se fossi davvero così felice, allora vorresti rimanere vivo, no? Vorresti vivere per sempre, per continuare a essere felice.» Mi allungai per scrollare la cenere in un delizioso piattino di porcellana che Toby usava come posacenere.
«No, no. Sono le persone più infelici che vogliono rimanere vive, perché pensano di non aver fatto tutto quello che volevano. Credono di non aver avuto abbastanza tempo. È come se si sentissero imbrogliate.»

Consiglio a tutti di non farsi scappare questo libro meraviglioso che è riuscito a toccare le corde del mio cuore! 
Grazie a Carol Rifka Brunt. Grazie di tutto...
Whatsername

1 commento:

  1. non vedo l'ora di leggerlo *__*
    è entrato nel mio pozzo dei desideri appena l'ho addocchiato!

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