Teaser Tuesday (111)

Buon martedì sera con la Rubrica settimanale Teaser Tuesdays, ideata da MizB del Blog Should Be Reading a cui anche questo Blog aderisce.
In cosa consiste? 

1. Prendi il libro che stai leggendo 
2. Aprilo a una pagina a caso 
3. Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser") 
4. Fai attenzione a non scrivere spoilers! 
5. Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.

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Per questa settimana il nostro teaser è tratto da:

Titolo: Oltre i limiti
Autore: Katie McGarry
Editore: De Agostini
Collana: Le gemme
ISBN: 8841899271
ISBN-13: 9788841899274
Pagine: 432

Sinossi:
Nessuno sa cosa sia successo a Echo Emerson, la ragazza più popolare della scuola, la notte in cui le sue braccia si sono ricoperte di cicatrici. Nemmeno lei ricorda niente, e tutto ciò che vuole è ritornare alla normalità, ignorando i pettegolezzi e le occhiate sospettose dei suoi ex-amici. Ma quando Noah Hutchins, il "bad boy" del quartiere irrompe nella sua vita con la sua giacca di pelle, i suoi modi da duro e la sua inspiegabile comprensione, il mondo di Echo cambia. All'apparenza i due non hanno nulla in comune, e i segreti che custodiscono rendono complicato il loro rapporto. Eppure, a dispetto di tutto, non riescono a fare a meno l'uno dell'altra. Dove li porterà l'attrazione che li consuma e cos'è disposta a rischiare Echo per l'unico ragazzo che potrebbe insegnarle di nuovo ad amare?

«Aspetta!» Feci per togliermi la sua giacca. «Stai dimenticando questa.»
«Tientela» rispose, senza voltarsi. «Me la restituirai lunedì, quando parleremo delle
ripetizioni.»
E Noah Hutchins, tossicomane sfrutta-ragazze e salvatore di gente senza giacca, sparì
nel buio.
«Quello che non capisco è perché le hai lasciato la giacca.» Beth era sdraiata sul letto,
con la testa penzoloni e i capelli che le ricadevano giù dal materasso. Prese un tiro dallo spinello e lo passò a Isaiah.
«Perché aveva freddo.» Sprofondai così tanto nel divano che, se mi fossi rilassato di più,
probabilmente si sarebbe aperto e mi avrebbe inghiottito. Mi veniva da ridere. Quella roba era maledettamente buona.
Dopo l’incontro con Echo, avevo comprato un po’ di erba, recuperato Beth e Isaiah nei
boschi dietro la casa di Michael Blair, e poi dritti a casa di Shirley e Dale. Ero certo che nessuno dei due sarebbe rimasto sobrio per guidare al ritorno, e io avevo intenzione di fottermi il cervello al massimo quella notte.
Stando al fascicolo della mia assistente sociale, sia io che Isaiah, l’altro ragazzo in
affido, dormivamo nella camera da letto di sopra. Nella realtà, vivevamo tutti e tre in questo infernale buco gelido, più simile a un blocco di cemento che a un seminterrato. Dormivamo a turno sul letto matrimoniale che avevamo trovato in una Onlus. Avevamo lasciato a Beth il letto di sopra, ma quando sua zia Shirley e suo zio Dale litigavano, il che accadeva praticamente sempre, lei
divideva il materasso con Isaiah e io dormivo sul divano.
Oltre ai miei fratelli, Isaiah e Beth erano le uniche persone che consideravo parte della
famiglia. Li avevo conosciuti quando Keesha mi aveva spedito da Shirley e Dale alla fine del
secondo anno. I servizi sociali avevano mandato qui Isaiah durante il suo primo anno. Più che una casa, era un albergo.
Shirley e Dale facevano i genitori affidatari per soldi. Loro ignoravano noi, e noi
ignoravamo loro. Gli zii di Beth erano gente a posto, per quanto avessero qualche problema a
gestire la rabbia, ma almeno la riservavano l’uno all’altra. La madre di Beth e il suo fidanzato di turno, d’altro canto, preferivano scaricarla su Beth, perciò anche lei era qui. Keesha, ovviamente, non era a conoscenza di questa sistemazione.
Beth si girò, per non continuare a vedermi al contrario. «Sul serio. Te la fai?»
«No.» Ma dopo esserle stato tanto vicino, non riuscivo a smettere di pensare a come
sarebbe stato sentire il suo corpo morbido sotto il mio. Avrei voluto dare la colpa alla canna, ma in quel cortile ero maledettamente pulito, come quando avevo fatto il test antidroga richiesto dal tribunale. Quei capelli rossi e setosi sembravano brillare al chiaro di luna, gli occhi verdi che mi guardavano come se fossi una specie di risposta alle sue domande, e − dannazione − profumava
come un dolce di zucchero e cannella appena sfornato. Mi massaggiai la testa e sospirai. Che
diavolo mi prendeva?

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