Pensieri e riflessioni su "Inferno Canti delle terre divise" di Francesco Gungui

Inferno
Canti delle terre divise
di Francesco Gungui
Editore: Fabbri 
pagine: 350 
EAN: 9788865970621

Sinossi:
Se sei nato in Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradise, la zona dove i ricchi vivono nel lusso più sfrenato e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'inferno che Dante ha immaginato nella "Divina Commedia", qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi rendono la vita difficile ai prigionieri, che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno, quella di scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere, prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli...

Il mio pensiero:
Altro splendido ed indimenticabile romanzo che mi lascia con un'infinita voglia di leggere presto il seguito. Inizierò a contare con impazienza il passare dei giorni che mi separano dall'uscita del secondo volume, con la magra consolazione che, già adesso perlomeno, ho una data. Una meta. Mi basterà attendere solo fino a novembre l'uscita del secondo Canto.

"Inferno Canti delle terre divise" è il primo capitolo della versione moderna e futuristica della "Divina Commedia dantesca", creata dal bravissimo e già noto autore Francesco Gungui, ed edito lo scorso 8 maggio dalla Casa Editrice Fabbri.
Un'idea unica, originale e strepitosa. Un successo.

Un romanzo che si legge tutto d'un fiato e appassiona sempre di più per regalare un crescendo di emozioni che culminano in un finale che lascia a bocca aperta. Un finale crudo quanto avvincente, una conclusione che lascia volutamente degli spiragli aperti su alcuni personaggi, delle pagine tormentate e reali.
Un romanzo al quale, secondo il mio parere, non manca proprio nulla.
Tutti gli ingredienti al posto giusto. Ciò che cerco sempre nelle mie letture l'ho trovato in questo gioiello.

L'idea geniale dell'autore è stata quella di creare un mondo che rispecchi in un certo senso i famosi versi danteschi. Chi non è rimasto affascinato, a scuola, dal viaggio intrapreso da Dante? 
Qui troviamo una ingegnosa unione di passato, presente e futuro: le idee di Dante vengono riprese e rimodellate dall'autore per adattarle ad una situazione futura, nata dall'amarezza generata dal presente.

Siamo nel 2100 (la data non la troverete leggendo nel libro; è una chicca che ha regalato l'autore durante una presentazione del romanzo a cui ho assistito) e tra i nostri futuri discendenti, i più fortunati vivranno nel Paradiso (immaginatevi ville da lusso con tutti i confort possibili, circondate dalla natura incontaminata), mentre quelli verso cui la sorte non è stata benevola, invece abiteranno ad Europa cercando di sopravvivere come meglio si può, tra prostitute, spacciatori e criminali.
Sopra tutti regnano gli oligarchi: un governo imposto da un gruppo ristretto di persone.
Come fare a mantenere l'ordine? Le prigioni non bastano più. Bisogna pensare a qualcosa di più potente delle quattro mura di un carcere e qualcosa che allo stesso tempo serva da monito per tutti: l'Inferno.
Sorge su un'isola vulcanica ed è come un cono rovesciato formato da un susseguirsi di cerchi concentrici che si stringono via via verso la punta. Un diametro di 25 Km. I cerchi sono come dei terrazzamenti, occupati dai dannati in base al crimine commesso: lussuria, violenza, tradimento... Oltre alle guardie, bestie mostruose come sorveglianti.
Sopravvivere è quasi impossibile.

Come se queste premesse non bastassero ad incuriosire un lettore, cosa aggiunge Gungui?
La forza dell'amore, due ragazzi di sedici e diciassette anni che si innamorano nonostante le barriere sociali, due esempi di ribellione e libertà: Maj e Alec.
Due giovani che si troveranno catapultati nell'Inferno ed insieme affronteranno pericoli, insidie e paure.
E qui mi viene subito da fare un paragone con il noto Hunger Games di Suzanne Collins:

la ghiandaia imitatrice come il gesto di Alec che trasforma il saluto dell'oligarchia in un simbolo di ribellione.
Maj come Katniss.

Vi chiederete perciò: Hunger Games come Inferno?
Aspetto le vostre opinioni a lettura terminata. Dal canto mio posso dirvi che senza ombra di dubbio - i fans della Collins non ne abbiano a male - Gungui mi ha dato ciò che in Hunger Games mi è mancato: le emozioni vere e crude. La schiettezza dei sentimenti. La loro forza prorompente. Diversamente dalla mia passata esperienza con Hunger Games, qui le lacrime sono affiorate facilmente sul finale.
Io adoro questi romanzi, ormai mi conoscete. Ne voglio ancora!

Ripensò al volto della ragazza quando l’aveva sorpresa in lacrime
dentro la chiesa. La sua pelle era chiara e liscia, non vi
era un segno, un neo o un graffio. I suoi pensieri si fermarono
sul bacio che si erano appena dati e gli sembrò di baciarla per
la seconda volta tanto era intenso il ricordo.

Tanti altri personaggi, oltre Maj e Alec, altrettanto indimenticabili, popolano le pagine di questo libro e vi cattureranno per le varie sfaccettature caratteriali. L'autore lo sa: io ho un debole per Guido.
Le descrizioni incantano e vi faranno sognare ad occhi aperti. 

Forza cari lettori, non voglio sbilanciarmi di più e svelarvi troppi particolari. Resto in attesa dei vostri pareri e pronta a parlarne quando volete!
Stefania

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