"Sia fatta la tua volontà" di Stefano Baldi
FEBBRAIO 2013 - NASCE
3.0 OLTRE IL GENERE
UNA NUOVA COLLANA NEWTON COMPTON
UNA NUOVA COLLANA NEWTON COMPTON
Titolo: Sia fatta la tua volontà
Autore: Stefano Baldi
320 PAG.
9,90 €
ISBN: 978-88-541-4653-2
Con il romanzo di Stefano Baldi Sia fatta la tua volontà, s’inaugura una nuova collana di narrativa Newton Compton.
Autori italiani e stranieri, esordienti e nomi già affermati che ci regalino storie vere e intense in cui ci si possa rispecchiare. Romanzi per tutti, racconti familiari, contemporanei, per lettori appassionati e sempre in cerca di stimoli ed emozioni nuove.
9,90 €
ISBN: 978-88-541-4653-2
Con il romanzo di Stefano Baldi Sia fatta la tua volontà, s’inaugura una nuova collana di narrativa Newton Compton.
Autori italiani e stranieri, esordienti e nomi già affermati che ci regalino storie vere e intense in cui ci si possa rispecchiare. Romanzi per tutti, racconti familiari, contemporanei, per lettori appassionati e sempre in cerca di stimoli ed emozioni nuove.
UN ROMANZO GIOIOSO ANCORCHÉ STRAZIANTE, UN INNO ALLA SPERANZA,
UNA PREZIOSA LEZIONE PER CHI HA PERSO DI VISTA
LA BELLEZZA DEL MONDO
UNA PREZIOSA LEZIONE PER CHI HA PERSO DI VISTA
LA BELLEZZA DEL MONDO
«...È un romanzo davanti al quale ogni commento è superfluo, un messaggio d’amore e di speranza che non può far altro che rinfrancare, esortare a cogliere le opportunità della vita prima che un evento catastrofico la sconvolga per sempre.»
Pupi Avati
«Questo racconto doloroso e pieno di grazia, leggero nonostante tutto e profondo, tocca chi lo legge con il suo umorismo, con la sua voglia di trovare un senso alla vita che sfugge, una solidarietà con gli ultimi della terra e una prospettiva diversa».
«Questo racconto doloroso e pieno di grazia, leggero nonostante tutto e profondo, tocca chi lo legge con il suo umorismo, con la sua voglia di trovare un senso alla vita che sfugge, una solidarietà con gli ultimi della terra e una prospettiva diversa».
Corriere della Sera
«Un romanzo che fa male e poi fa bene».
«Un romanzo che fa male e poi fa bene».
La Repubblica, Marco Lodoli
«Teniamolo ancora un po’ questo libro, lì sul comodino, anche quando avremo voltato l’ultima pagina. E di sera, magari, prima di chiudere gli occhi, diamoci uno sguardo. Si fa così con i regali. Perché questo romanzo è un regalo, di quelli preziosi.»
«Teniamolo ancora un po’ questo libro, lì sul comodino, anche quando avremo voltato l’ultima pagina. E di sera, magari, prima di chiudere gli occhi, diamoci uno sguardo. Si fa così con i regali. Perché questo romanzo è un regalo, di quelli preziosi.»
Avvenire
«Con ironia, fermezza e coraggio, Stefano è stato in grado di ripercorrere le tappe della sua esperienza, e il suo libro è una testimonianza toccante e profonda di una vita resa straordinaria dall’intensità con la quale è stata vissuta.»
«Con ironia, fermezza e coraggio, Stefano è stato in grado di ripercorrere le tappe della sua esperienza, e il suo libro è una testimonianza toccante e profonda di una vita resa straordinaria dall’intensità con la quale è stata vissuta.»
Katia Cocchi, moglie di Stefano Baldi
LUCA LAZZARINI DETTO LAZZARO
HA VENTISEI ANNI, UN’AUTO A METANO E UN SACCO DI PROBLEMI.
Vive in un paesino nella nebbiosa pianura bolognese, è ancora vergine, non proprio bello e di una timidezza patologica. Vivacchia Luca, lavora a testa bassa per dimenticare i suoi insuccessi, le sue serate sono fatte di pochi amici fidati e qualche partitella a carte con i vecchietti del circolo Arci. Un fratello ritardato di cui vergognarsi e una ma- dre che ancora non gli ha perdonato di essersene andato di casa completano il quadro. Una vita senza colore, la sua, nell’attesa del grande amore.
Ma di tempo Luca non ne ha più. Una brutta tosse trascurata, lunghe analisi mediche e una diagnosi che non lascia scampo. Insieme all’angoscia e alla paura arriva, però, anche la fede e ha la voce di Don Edoardo, il sacerdote degli anni del catechismo, perso di vista da anni. Ed è questo incontro a far nascere in Lazzaro il desiderio di voler dare un senso al tempo che gli rimane. E così, anche l’incontro con Anna, prostituta dal viso bellissimo e dall’atroce passato, riesce a fargli superare definitivamente la paura di vivere e di morire.
RICCA DI ELEMENTI AUTOBIOGRAFICI E SCRITTA CON UN’IRONIA PUNGENTE E SPIETATA, QUESTA È L’INTIMA TESTIMONIANZA CHE STEFANO BALDI CI HA LASCIATO PRIMA DI ANDARSENE.
La vita di Luca Lazzarini è come quella di tanti giovani: gli studi all’università non troppo convinti, un lavoro poco entusiasmante, i fine settimana sempre gli stessi. Le giornate passano tutte uguali nella nebbiosa pianura bolognese. Nella frustrante attesa di una fidanzata. Vivacchia, Luca. Tutto è molto tiepido, incolore, sbiadito. Poi i primi sintomi. I tremendi colpi di tosse che lo lasciano senza aria. Lazzaro respira a fatica: la tosse lo sveglia di notte e non lo molla più, scuote il suo corpo e inizia a scuotere anche la suaesistenza. Il tumore è incurabile. Buio, paura, disperazione.
Luca incomincia a guardarsi allo specchio in modo diverso e sente di voler dare un senso altempo che si sta consumando. Allora lo smarrimento cede lentamente il passo al coraggio, il vuoto si riempie del desiderio di vivere pienamente i legami, gli affetti e ogni singolo giorno che resta. Scopre la fede e tutto pare acquistare nuova linfa. Prende in mano, deciso, la realtà; talvolta sembra sfidarla, con insaziabile e spietata ironia. Accetta l’idea di dover morire. Baldi, in questo dramma denso di passaggi autobiografici, non scansa gli interrogativi più dolorosi e penetranti. Stefano Baldi ci lascia questo racconto di speranza, a ripensare alla preziosità di ciò che siamo e abbiamo. È morto il 10 gennaio, a trentaquattro anni. Ha finito di scrivere il romanzo pochi giorni prima della sua scomparsa.
Il guaio è che le persone, fin dalla nascita, vivono con una strana illusione nel cervello. Quella di essere semirette. Un punto d’inizio, la nascita, e una direzione: l’infinito. Le persone vanno a scuola. Rinunciano al loro tempo libero, ai giochi, alle amicizie, agli anni divertenti e spensierati della vita, per imparare tante cose che serviranno loro più in là. Da grandi, nel futuro.
Le persone risparmiano. Non spendono tutto il loro denaro, lo investono, si creano delle pensioni integrative, fanno piani di accumulo: in pratica si tosano sempre a zero fin da piccole per il rischio di rimanere un giorno calve. Contraggono mutui trentennali perché tanto fra trent’anni ci saranno ancora, anche solo per festeggiare l’estinzione della sanguisuga. E non si comprano la macchina preferita, perché se poi capita una spesa imprevista… E non mangiano al ristorante, perché poi si prendono delle abitudini che ti portano a perdere… E rinunciano, investono e rinunciano, perché un giorno… un giorno si godranno il frutto del loro risparmio.
Un giorno quando? Boh, non lo sanno, perché il futuro è sempre nascosto in mezzo ai trattini della loro semiretta.
Poi alle persone capitano cose strane.
Un tizio esce il lunedì mattina con il suo scooter e le palle girate perché la sua squadra ha perso il derby. Un altro tizio esce il lunedì mattina con il suo furgone e le palle girate perché la sua squadra ha perso il derby. Il primo tizio ha il semaforo verde, il secondo rosso, ma anche tanta fretta. Un colpetto leggero, roba da niente, se fosse una macchina. Ma uno scooter no: uno scooter vola via! Il primo tizio si fracassa contro un palo e muore sul colpo. Il secondo tizio, asfaltato dai sensi di colpa, diventa un vegetale e il suo mondo sparisce nella nebbia dei perché.
Parenti e amici, ad arrovellarsi su quanto corta e quanto strana sia la vita. Sorprendente, verrebbe da dire.
Perché tutte le persone, tutte le semirette, in realtà sono da sempre dei segmenti. Senza la consapevolezza di esserlo.
Così, riempiono la propria vita di illusioni, nella speranza che i trattini portino davvero all’infinito, o comunque più in là possibile. E proseguono, proseguono nella loro beatitudine.
Ma a volte la semiretta diventa consapevole. Consapevole di essere, in realtà, solo un segmento. Fin dall’inizio.
Perde i trattini in fondo e vede un punto, lì davanti, ben preciso.
Sempre più vicino. E in quel momento?
STEFANO BALDI è morto di tumore il 10 gennaio 2009, a trentaquattro anni. Ha finito di scrivere Sia fatta la tua volontà pochi giorni prima della sua scomparsa. Questo è il suo unico romanzo.
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