Pensieri su "COME DIRE TI AMO AD ALTA VOCE" di Karole Cozzo

Jordyn preferisce stare al di sotto dei radar.
Odia la sensazione di avere gli sguardi degli altri addosso, l'ha sempre odiata. Ne ha avuti troppi nel corso degli anni, anche se non erano su di lei, per essere precisi. Perché Jordyn Michaelson ha sedici anni, grandi occhi color nocciola e un segreto di nome Phillip, suo fratello. Quando la sua famiglia si è trasferita in Pennsylvania, le è sembrata l'occasione perfetta per ricominciare da zero: una nuova città, un nuovo quartiere, una nuova scuola. Una nuova vita. Da allora Jordyn ha tenuto tutti a distanza costruendo, giorno dopo giorno, un inespugnabile castello di bugie, per far sì che nessuno potesse scoprire la verità sulla sua famiglia. Né i suoi nuovi amici né tantomeno Alex, il ragazzo che ha baciato la scorsa estate e che non ha mai smesso di sognare. Ma è più facile a dirsi che a farsi, e le cose sono inevitabilmente destinate a complicarsi non appena il fratello inizia a frequentare la sua stessa scuola. Jordyn imparerà presto che le bugie hanno un costo, a volte decisamente molto alto. Saprà trovare il coraggio di dire la verità prima di perdere tutto, per sempre?

Titolo: Come dire ti amo ad alta voce
Traduttore: Albertazzi M.
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Data di Pubblicazione: settembre 2016
ISBN: 882006040X
ISBN-13: 9788820060404
Pagine: 240
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Ho riflettuto un po' se scrivere o no i mei pensieri su questo libro.
Avevo il timore di essere o banale o insensibile e, quindi, di arrecare una sofferenza a chi già sta soffrendo ogni giorno. Poi ho pensato che se questo romanzo è arrivato a me vuol dire che ha necessità che qualcuno gli dia voce.
Dal titolo pensavo che fosse una storia YA scontata e sempre uguale a tante altre storie scritte con lo stampino. Mi sbagliavo e sono contenta di questo. Il vero protagonista del libro non è il sentimento tra i due ragazzi, ma l'autismo di Phillip, il fratello della protagonista.
Il romanzo, scritto in prima persona, cattura fin dalla prima riga in un excursus di sentimenti dolorosi, forti, pungenti e duri come un pugno in pieno viso. Jordyn è sempre e solo la "sorella di Phillip", il "pazzo, lo svitato" ed è consapevole di amare questo fratello quindicenne autistico ma anche di vergognarsene perchè le altre persone cambiano atteggiamento quando lo scoprono. La trattano da diversa, da pazza, da strana come se lei, venendo dalla stessa famiglia, fosse "tarata" per osmosi. Qui non viene risparmiato nulla al lettore ma con una tecnica di scrittura talmente particolare da indurre a non fermarsi, a non posare il libro fino all'ultima frase.
L'incontro con Phillip è d'impatto. Ci si arriva dopo qualche pagina, quando il romanzo sembrerebbe posarsi su binari ben assestati.

"Se si cerca su Google «gente famosa che soffre di autismo», il motore di ricerca genera nomi tipo Mozart. Daryl Hannah. Andy Warhol. Persino Albert Einstein, per la miseria. Visto da fuori, sembrerebbe che la maggior parte delle persone autistiche siano brillanti, affermate, interessanti, persino stilose. Mio fratello non è nessuna di queste cose." 

Continuando a leggere ho anche colto le differenze abissali tra il concetto americano di assistenza alle famiglie con bambini disabili e noi.
Qui tutto è conquistato, anche un'ora in più di sostegno, a forza di litigi, carte bollate, burocrezia, sacrificio, pianto. Là è normale avere scuole specializzate, assistenza continua anche extrascolastica e terapie di aiuto. Perchè anche i familiari devo essere sostenuti.
Tra i sentimenti che prova Jordyn c'è la rabbia nei confronti del fratello perchè aveva voluto intensamente un fratellino da amare e da cui essere amata ma non è così. Lei prova un'atroce sofferenza perchè vorrebbe che Phillip le dicesse "ti voglio bene" ma lui non può farlo, non è in grado di farlo.
Chiudo questa mia lunga riflessione invitandovi a leggere e a far leggere ai nostri adolescenti questo libro.
Se anche solo si capisse che un ragazzo autistico non va deriso per i suoi comportamenti in società ma accettato come essere umano uguale e diverso da tutti gli uguali e diversi esseri umani, sarebbe già un piccolo passo per diventare una società migliore.

Ledra

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