Release blitz: "Il siberiano" di Giovanna Roma
Maksim non ha ben chiaro contro chi ha dichiarato guerra. È giunto il momento di un cambio al vertice, di pagare per i propri errori. Lacrime di sangue righeranno le guance della sua bella Katerina.
Non supererà mai il dolore che gli infliggerò. Ha avuto l’audacia di tradirmi ancora, ma scoprirà sulla sua pelle che sarebbe stato meglio non essere ritrovati dal Siberiano.
TITOLO: Il Siberiano
AUTRICE: Giovanna Roma
Self-pubblishing
GENERE: Dark Contemporary
DATA PUBBLICAZIONE: 16 dicembre 2015
PREZZO: € 0,99 dal 16.12.15 al 21.12.15. In seguito il prezzo sarà di € 1,99
PAGINE: 347
**Attenzione**
Dark contemporary romance
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene molto forti, violente, esplicite e un linguaggio crudo. Non adatto a minori o persone particolarmente sensibili o suscettibili. Leggerlo potrebbe scioccarvi, persino disturbarvi.
L'autrice si presenta:
Sono nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che leggo spaziano tra thriller, psicologia, erotico e dark romance. Anche quando un autore non mi convince, concedo sempre una seconda possibilità, leggendo un altro suo libro.
EXCERPT REVEAL – “IL SIBERIANO” –
GIOVANNA ROMA
«Voglio che ricordi che io non sono l’eroe buono e mai lo sarò.» La voce densa mi aggroviglia lo stomaco e salire le lacrime agli occhi. A sentirlo parlare sembra davvero condannato alle fiamme per l’eternità e a non bramare altro. «Quindi era giusto ucciderli?» Ha un’espressione tesa. «Perché è questo che fanno i cattivi, uccidono i buoni, non è vero?» «Sta zitta!» scatta in piedi, stringendo forte i pugni. «Non c’è bontà in me, Kate. Non perdere tempo a cercarla.» Gli occhi sono inferociti e urlano un bisogno selvaggio di distruzione. «Non cerco la bontà, ma la tua paura.» Gli afferro un pugno delicatamente, ma lui tira via il braccio come scottato. «Vedi muscoli, testa, occhi.» Le sue mani grandi percorrono ogni parte del corpo. «E credi che dentro tutto questo ci sia un’anima. Ma non è così. Quei due vecchi pensavano che amandomi, avrebbero risvegliato qualcosa in quel bambino.» Si piega su di me, puntando le mani sui braccioli. Sprofondo quanto più posso con la schiena nella spalliera. Avverto il suo respiro caldo sulle labbra. «Hanno risvegliato la bestia e li ho uccisi.» La voce profonda è agghiacciante. Aprirgli il proprio cuore vuol dire solo morire tra atroci dolori, è questo che cerca di dirmi. Anche quando si è trattato di riconsegnarmi a Sergey, è uscito di testa. Temeva che lo abbandonassi. «Hai solo paura, Maksim.» Paura di rimanere solo, ma anche di non poter contraccambiare un sentimento così forte. Non sa come si fa? Se riuscisse a lasciarsi andare, ad aprire le braccia e accogliere quello che posso dargli, la situazione sarebbe diversa. Potrebbe perfino fidarsi di me. L’amore spaventa, però se non lottiamo in suo nome, quale può essere il significato delle emozioni?
Crede che qualsiasi gesto affettuoso possa compiere, non sia mai abbastanza? Non saprei e non ho tempo per rifletterci, perché mi attacca con un bacio profondo, rude. Morde barbaramente le mie labbra fino a farle sanguinare. Lotto con tutte le forze per togliermelo di dosso, ma si avvinghia con un braccio dietro la schiena e stende indietro il sedile. Il colpo mi fa strillare. Tento di allungarmi e raggiungere il suo pugnale sul lato destro. Se ne accorge e mi inchioda il polso sopra la testa. Con la mano libera si sbottona i denim e solleva il mio vestitino corto. Non porto le mutandine e gli è facile penetrarmi. Fa malissimo, non ero preparata. Si agita, grugnisce, mi morde le guance, il collo, l’orecchio. Provo dolore e non solo fisico. Il cuore è allo stremo delle forze. Ho taciuto i miei sentimenti al mondo intero, però adesso anche lui ha bisogno di sfruttare la sua voce ed è stanco di veder cibare solo il corpo. Vuole nutrirsi di quel nettare che soltanto un altro cuore sa donare. Maksim si blocca di punto in bianco. Non credo sia venuto e neanche che si sia addormentato. La testa immersa nei miei capelli non mi permette di vedere l’espressione del suo volto. «Puoi prendertela con me, come sei solito fare, però non cambierà nulla. Potevo scappare, invece sono rimasta.» La voce è spezzata dalle lacrime. Si solleva sulle braccia e mi fissa con occhi assenti.
«Voglio che ricordi che io non sono l’eroe buono e mai lo sarò.» La voce densa mi aggroviglia lo stomaco e salire le lacrime agli occhi. A sentirlo parlare sembra davvero condannato alle fiamme per l’eternità e a non bramare altro. «Quindi era giusto ucciderli?» Ha un’espressione tesa. «Perché è questo che fanno i cattivi, uccidono i buoni, non è vero?» «Sta zitta!» scatta in piedi, stringendo forte i pugni. «Non c’è bontà in me, Kate. Non perdere tempo a cercarla.» Gli occhi sono inferociti e urlano un bisogno selvaggio di distruzione. «Non cerco la bontà, ma la tua paura.» Gli afferro un pugno delicatamente, ma lui tira via il braccio come scottato. «Vedi muscoli, testa, occhi.» Le sue mani grandi percorrono ogni parte del corpo. «E credi che dentro tutto questo ci sia un’anima. Ma non è così. Quei due vecchi pensavano che amandomi, avrebbero risvegliato qualcosa in quel bambino.» Si piega su di me, puntando le mani sui braccioli. Sprofondo quanto più posso con la schiena nella spalliera. Avverto il suo respiro caldo sulle labbra. «Hanno risvegliato la bestia e li ho uccisi.» La voce profonda è agghiacciante. Aprirgli il proprio cuore vuol dire solo morire tra atroci dolori, è questo che cerca di dirmi. Anche quando si è trattato di riconsegnarmi a Sergey, è uscito di testa. Temeva che lo abbandonassi. «Hai solo paura, Maksim.» Paura di rimanere solo, ma anche di non poter contraccambiare un sentimento così forte. Non sa come si fa? Se riuscisse a lasciarsi andare, ad aprire le braccia e accogliere quello che posso dargli, la situazione sarebbe diversa. Potrebbe perfino fidarsi di me. L’amore spaventa, però se non lottiamo in suo nome, quale può essere il significato delle emozioni?
Crede che qualsiasi gesto affettuoso possa compiere, non sia mai abbastanza? Non saprei e non ho tempo per rifletterci, perché mi attacca con un bacio profondo, rude. Morde barbaramente le mie labbra fino a farle sanguinare. Lotto con tutte le forze per togliermelo di dosso, ma si avvinghia con un braccio dietro la schiena e stende indietro il sedile. Il colpo mi fa strillare. Tento di allungarmi e raggiungere il suo pugnale sul lato destro. Se ne accorge e mi inchioda il polso sopra la testa. Con la mano libera si sbottona i denim e solleva il mio vestitino corto. Non porto le mutandine e gli è facile penetrarmi. Fa malissimo, non ero preparata. Si agita, grugnisce, mi morde le guance, il collo, l’orecchio. Provo dolore e non solo fisico. Il cuore è allo stremo delle forze. Ho taciuto i miei sentimenti al mondo intero, però adesso anche lui ha bisogno di sfruttare la sua voce ed è stanco di veder cibare solo il corpo. Vuole nutrirsi di quel nettare che soltanto un altro cuore sa donare. Maksim si blocca di punto in bianco. Non credo sia venuto e neanche che si sia addormentato. La testa immersa nei miei capelli non mi permette di vedere l’espressione del suo volto. «Puoi prendertela con me, come sei solito fare, però non cambierà nulla. Potevo scappare, invece sono rimasta.» La voce è spezzata dalle lacrime. Si solleva sulle braccia e mi fissa con occhi assenti.
© Giovanna Roma - Il Siberiano
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