Pensieri e riflessioni su "L'eredità di Jenna" di Mary E. Pearson
Titolo: L'Eredità di Jenna
Autore: Mary E. Pearson
Editore: Giunti Editore
Collana: Young
Pagine: 448
ISBN: 8809767721
Sinossi:
Jenna, Kara e Locke, tre amici inseparabili, tornando da una festa rimangono uccisi in un terribile incidente. I loro corpi non possono essere salvati ma le loro menti vengono tenute in vita e intrappolate in un computer. Jenna è la prima a risvegliarsi con un corpo artificiale grazie a un esperimento di biotecnologia avanzata. Kara e Locke invece vengono dimenticati e rimangono isolati in un lunghissimo limbo telepatico dove esistono solo i loro pensieri e i loro sentimenti. Passano gli anni e poi i secoli e finalmente, dopo 260 anni, Locke e Kara si trovano di nuovo nei loro corpi, resi perfetti da uno scienziato intraprendente. Ma il mondo in cui si risvegliano è un luogo nuovo dove tutto e tutti quelli che conoscevano sono ormai scomparsi. Tutti tranne Jenna Fox.
Il mio pensiero:
Sequel del fortunato "Dentro Jenna", non solo affascina per l'ambientazione futuristica e per la trama avventurosa, ma affronta temi spinosi, come gli esperimenti estremi di biotecnologia, con uno sguardo profondo sull'animo umano.
"Non riesco a smettere di fissarla per una ragione che lei conosce fin troppo bene.
Perchè la amo.
Lei è tutto quello che ho."
Ammetto che con una quarta di copertina del genere, il mio cuore romantico ha sussultato sperando in un "Dentro Jenna" rivisto attraverso gli occhi di Ethan (un "Midnight Sun" in salsa distopica!). La storia che ho ritrovato tra le pagine di questo secondo capitolo è meno scontata e decisamente più interessante.
A parlare non è Ethan, ma è Locke: amico di Jenna, coinvolto insieme a lei e a Kara nell'incidente che ha segnato la loro vita. Morto. O almeno così pensavamo.
In questo nuovo capitolo scopriamo che le menti di Locke e Kara che Jenna pensava di aver "salvato", sono sopravvissute per 260 anni grazie ad un backup segreto. Dentro le scatole i loro pensieri hanno continuato a girare e nell'oscurità senza suoni, odori o sensazioni alcune, uno ha potuto sentire solo la voce dell'altro. Si risvegliano prigionieri di uno scienziato, che li tiene come trofei e li usa per vendere la sua grande invenzione: la creazione di copie umane. Aiutato da Kara, Locke riesce a scappare e si ritrova in un nuovo mondo .
Qui, dopo 260 anni, scopre che tutti quelli che conosceva sono morti. La vita stessa è cambiata e tutte le regole sono state totalmente stravolte. Il luogo in cui si ritrova è popolato da scienziati senza scrupoli, persone che non vogliono morire, robot che sembrano umani ed umani senz'anima come un robot. La città che ricordava ormai non esiste più: sono sparite le case, le strade in cui giocava da bambino hanno cambiato ogni aspetto e persino gli edifici storici hanno altre denominazioni. Il mondo che ricordava come luogo sicuro ora è un posto sconosciuto, popolato da persone pericolose e senza scrupoli. Locke inizia una corsa sfrenata per sfuggire al dott. Gatsbro, lo scienziato che ha creato i loro corpi e che adesso li rivuole, e per trovare l’unica persona che li può aiutare: Jenna.
Rispetto al primo, questo libro è molto più avventuroso. Il ritmo è incalzante e i fatti si succedono uno dopo l’altro, dandoti l’impressione di essere in fuga anche tu. Il mondo descritto è interessante e nuovo. Piacerà agli amanti del genere distopico: la scrittrice ha creato un universo in cui lo “standar Jenna” si riflette sulla struttura delle persone e sulla nuove invenzioni. Questo mondo è il risultato di una rivoluzione importante, che ha diviso gli stati e che ha creato classi sociali diverse e che mal convivono tra loro. Le città sono divise, protette e le persone controllate. E “sotto la superficie” vive un’organizzazione definita “Rete” che aiuta chi ne ha bisogno, ma che esige in cambio dei favori..
Alla fine ho chiuso il libro con una certa commozione, perché il viaggio di Locke è un viaggio non solo fisico, ma anche interiore. Questo percorso lo porta verso la liberazione dei molti pesi che ha sulle spalle: la rabbia verso l’umano che lo ha imprigionato, ingannato e sfruttato, negandogli la libertà di vivere e morire; il dolore per le persone che ha perso, per la vita che non ha vissuto e per ciò che non riuscirà più ad avere; il senso di colpa per aver causato l’incidente che ha portato lui e le sue migliori amiche verso questa situazione dolorosa. Locke riuscirà ad aggiungere alla sua vita la parola “speranza”: speranza di un futuro, forse felice, ma che rappresenta sicuramente una nuova possibilità.
Dentro di lui ad aiutarlo e a dargli forza c’è l’amore: per Jenna, la ragazza che ha sempre adorato e per Kara, l’unica che ha avuto a fianco per 260 anni. Il racconto che fa del loro rapporto è toccante. Locke, un ragazzo timido e insicuro, vive nell’amicizia con Jenna e Kara un’esperienza profonda e preziosa. L’amore che prova per loro è enorme: nel tempo che hanno avuto a disposizione (poco più di un anno prima dell’incidente) le due ragazze diventano le sue ancore di salvezza, diventano tutto il suo mondo. Sono i ricordi di loro, della loro amicizia e dei sentimenti che gli hanno fatto provare che lo tengono ancorato alla realtà per i 260 dentro all’inferno del "cubo". E’ solo grazie a questo che ne esce sano e che dopo tanto tempo può davvero ricominciare a vivere.
Locke raggiunge Jenna e ritrova una ragazza che esteriormente è come ricordava, ma che dentro è “invecchiata” di 260 anni: matura, consapevole e mamma. Chi come me si è affezionato al suo personaggio, troverà interessante scoprire cosa le è successo in questi anni, che sono poi il tempo intercorso tra l’ultimo ed il penultimo capitolo di “Dentro Jenna”.
Mi è molto piaciuto il personaggio di Kara. Alter ego di Locke, esce dall’esperienza dei 260 anni in prigione molto cambiata. La sua mente non regge a tutto il dolore e la paura di vivere in un inferno fatto solo di buio e pensiero. E’ lei il motore che fa partire la fuga ed è lei che tira tutti i fili della storia. Senza la sua rabbia, la sua determinazione e la sua sete di vendetta, Locke non avrebbe mai avuto la forza di scappare e cambiare la sua vita. Kara è un personaggio necessario anche se negativo. E’ lei che ci regala il colpo di scena più commovente, grazie al quale anche al lettore più audace scapperà la lacrima.
Consiglio molto questo libro perché, anche se pensavo non ce ne fosse bisogno (Dentro Jenna è un libro definibile come "autoconclusivo") “L’eredità di Jenna” ci offre un secondo punto di vista e completa la storia di Jenna con una parte della sua vita piacevole e importante.Alla fine del libro la domanda che ci si pone è:
ne vale davvero la pena?
Appena terminato! Nella recensione, ho concordato sul fatto che Dentro Jenna fosse perfetto come libro unico, ma questo sequel è stato piacevolissimo. Per la prima volta da tanto, poi, uno ya con un narratore maschile!
RispondiElimina