Pensieri su “Un’ereditiera da conquistare” di Courtney Milan



Jane Fairfield è da tutti considerata una signorina priva di gusto, di buonsenso e di senno, ma è anche un’ereditiera. Lo zio, tutore della sorella minore, vuole che sposi il primo uomo che le chiederà la mano oppure la caccerà di casa, mentre Jane è intenzionata a tenere a bada i cacciatori di dote e a proteggere la sorella, almeno finché non incontra Oliver Marshall. 

Figlio naturale di un duca cresciuto da un contadino, Oliver ha un solo scopo nella vita: conquistarsi un ruolo nella politica per dare voce alla gente comune attraverso una riforma che estenderà il diritto di voto. Non può innamorarsi di lei. 

Ma c’è qualcosa in Jane che lo attrae in modo pericolosamente irresistibile…


“Un’ereditiera da conquistare”Autrice: Courtney Milan
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1245
Ambientazione: Inghilterra, 1867 (epoca vittoriana)
Premi e riconoscimenti della critica: All About Romance DIK (Desert Isle Keeper)


La serie BROTHERS SINISTER
1) IN GUERRA E IN AMORE (The Duchess War);
http://www.sognipensieriparole.com/2022/05/pensieri-in-anteprima-per-in-guerra-e.html
2) UN’EREDITIERA DA CONQUISTARE (The Heiress Effect)
3) “The Countess Conspiracy”, di prossima pubblicazione.




«Non mentitemi. Cosa dite a voi stessa nel cuore della notte, quando nessuno vi ascolta? 
Chiudete gli occhi e attendete con impazienza il domani, 
o temete per ogni nuovo giorno e li contate a uno a uno?
Contate. Ecco cosa significa non appartenere a niente: significa contare. 
Sarebbe insopportabile, se non sapeste che finirà. 
Quanti giorni, signorina Fairfield, prima di poter far cadere questa illusione? 
Quanto giorni prima che smettiate di fingere?»


Giunta al secondo libro, mi spingo a dire che la Milan è un po' il livello evoluto del genere HR.
Dove altre autrici si limitano alla storia d'amore, più o meno combattuta, a un po' di contorno e a tanti dialoghi romantici o scene spicy, lei eleva tutto a un grado superiore, scrivendo in realtà una fiction storica con annessa storia d'amore.

In questo romanzo ci sono moltissimi temi, se ci si pensa:
1) la condizione delle donne in balia di un tutore;
2) il bullismo sociale e il disprezzo per il diverso;
3) la lotta per il diritto di voto universale (sebbene ancora maschile);
4) il razzismo e la repressione indiana ad opera del colonialismo inglese;
6) l'ignoranza della medicina, con esperimenti sui pazienti e la soluzione facile del manicomio;
7) la malattia mentale, l'agorafobia, la mancanza di adeguata comprensione del prossimo;
8) le difficoltà incontrate a livello scientifico dai teorici del darwinismo;
9) l'ottusità generale di un'epoca e le molte sofferenze che patirono intere generazioni di donne/malati/non-inglesi/figli-illegittimi.
Ho apprezzato molto che tutti, bene o male, siano stati inseriti nella vicenda generale, perché così si riesce ad avere l'esatta percezione del contesto storico-sociale-politico in cui si muovono i protagonisti, comprendendo meglio comportamenti, decisioni e magari errori.

Ma veniamo al romanzo in sé. 
465 sono i giorni che separano dalla libertà due sorelle: Jane diventerà maggiorenne, disporrà del suo (notevole) patrimonio e potrà proteggere la minore, Emily, affetta da fenomeni convulsivi, a causa dei quali viene tenuta segregata e sottoposta a invasive "cure mediche" dallo zio che ne ha la tutela.
Così entrambe devono apparire giudiziose e obbedienti e Jane deve pure evitare qualsiasi proposta di matrimonio, che la allontanerebbe alla sorella e la porrebbe sotto il potere di un nuovo (marito) padrone.
Cosa fare per respingere i corteggiatori di fatto? Jane si è resa eccessiva, spregiudicata, fintamente sciocca e volgare, pur sapendo di essere lo zimbello della società locale.

Finché non incontra Oliver. Lui è il figlio illegittimo di un duca, come lei disprezzato alle spalle dalla società, ma è deciso a fare carriera politica, lottando per estendere il diritto di voto, pronto ad accettare compromessi e forse pure accordi scorretti pur di ottenere il consenso degli altri nobili.

E a sua volta Emily, decisa a non farsi rovinare dalla propria malattia, incontra Anjan, studente di legge indiano, anch'egli deciso a divenire avvocato, nonostante il razzismo che lo circonda.

Tutti, in realtà, in modi diversi, sono personaggi che non accettando di farsi emarginare e sfidano le convenzioni, come gli operai e le donne, nello stesso momento, lottano per i cambiamenti sociali.

Questa serie mi sta piacendo moltissimo: ben scritta, ben contestualizzata, con un messaggio che trascende il passato.

Amarilli

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