Pensieri su "Chi ha ucciso Mr. Wickham?" di Claudia Gray

 

Il mondo regency si tinge di giallo. Il romanzo che sarebbe stato scritto se Jane Austen e Agatha Christie avessero preso un tè insieme. E se i più famosi e amati personaggi di Jane Austen si scoprissero detective... o magari assassini? È un'estate molto calda a Donwell Abbey, residenza di Emma Knightley e marito, che, ormai sposati da sedici anni, si godono la meritata felicità, su cui nessuno avrebbe scommesso. Nonostante il caldo, però, i doveri della vita sociale non si fermano: Mrs e Mr Knightley stanno organizzando un summer party, i cui invitati, ivi compresi Elizabeth Bennet e il marito, Mr Darcy, sono pronti a godersi chiacchiere e socialità, conditi naturalmente di tè e buone maniere. Ma c'è qualcuno che non è affatto bene accetto: Mr Wickham, il personaggio più cattivo di Orgoglio e pregiudizio, l'odioso amico di Darcy, che gli altri ospiti, in barba al bon ton, sarebbero ben felici di vedere morto. Eppure restano tutti a bocca aperta quando si ritrovano davanti nientedimeno che il suo cadavere. Adesso che ci è scappato il morto, gli invitati sono tutti nella lista dei sospettati, e tutti sono ugualmente prigionieri della splendida casa di campagna dei signori Knightley, consapevoli che tra loro c'è un assassino. Tra Emma, L'abbazia di Northanger, Ragione e sentimento e naturalmente l'intramontabile Orgoglio e pregiudizio, un irresistibile giallo regency che è anche un gioco letterario in cui figurano tutti, ma proprio tutti, i personaggi più amati di Jane Austen.

Claudia Gray
Chi ha ucciso Mr. Wickham?
Editore: Piemme
Pagine: 412
Uscita: 20 settembre 2022



Cos’altro si sarebbe potuto fare? 
Guai a discorrerne in una conversazione educata, 
anche se di fatto nessuno sarebbe riuscito a pensare ad altro. 
Le regole mondane imponevano che tutti seguitassero a fare colazione 
mentre nella stanza accanto giaceva un cadavere.

Anche stavolta vi parlo di un libro che avevo considerato diverso da fuori: la trama prometteva di deliziare le appassionate di romanzi storici e la cover simpatica prometteva un giallo condito da humour nero inglese. 

In realtà le mie aspettative sono state in gran parte deluse.
Non è un testo ironico. Qui tutti si prendono sul serio, senza nessuna indulgenza a sorridere un po'.

Va apprezzato il tentativo lodevole di riunire tutti i più celebri personaggi della Austen e costringerli a interagire tra loro in una sorta di Dieci Piccoli Indiani. 
Soltanto che, inserendo i personaggi preimpostati, chi scriveva si trovava un 30% di lavoro fatto e doveva/poteva dedicarsi a sviluppare il resto; invece qui, per quanto sia tutto di rigore e accurato dal punto di vista storico-letterario, i personaggi sono ingessati all'interno delle dinamiche e si finisce per sonnecchiare in più di un capitolo.

Per me arrivare in fondo è stato quasi un sollievo.
Incredibile, ma vero, la Gray è riuscita a rendere le varie figure più noiose dei rispettivi personaggi austeniani. La Austen al confronto era la Kinsella dell'Ottocento.
Infine non le perdono una Elizabeth Bennet così trasformata: da carismatica e risoluta ragazza che si fa valere di per sé, a madre-moglie stanca, piena di livore e sfiancata dai lutti. 
E ho detto tutto.

La morte è una delle più gravi preoccupazioni umane. 
Il ballo no.

Amarilli

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