Pensieri su "SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE" di Patrick Ness



Una notte di luna e brezza leggera, il piccolo Conor si sveglia di colpo sentendo bussare alla finestra della sua cameretta. Terrorizzato, allunga l'orecchio per cogliere qualche rumore sospetto dal piano di sotto. Nulla. Sono passati sette minuti dalla mezzanotte. L'ora in cui i mostri sono in agguato. D'un tratto, Conor sente chiamare il suo nome e il panico lo invade: potrebbe essere l'apparizione spaventosa che da giorni lo tormenta nel sonno, l'incubo che viene a trovarlo da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Un'entità fatta di tenebra, di vortici, di urla... Ma questo mostro è un po' diverso. Non ha artigli o denti aguzzi: è semplicemente un albero. Antico e selvaggio, come una storia perduta e indomabile. Il mostro è pronto a stringere un patto con Conor: nelle notti successive gli narrerà tre storie, di quelle che aiutano a uccidere i draghi nascosti nel profondo di ciascuno di noi, storie che spingono ad affrontare le paure più grandi. Ma in cambio la creatura misteriosa vuole da lui una quarta storia, che deve contenere e proteggere la cosa più pericolosa di tutte: la verità. 

Con grazia struggente, Patrick Ness dà vita a un racconto sincero ed emozionante, un potente romanzo di formazione, ruvido e accecante come un diamante grezzo, capace di illuminare di un'unica luce il bene e il male e toccare il cuore del bambino che ognuno di noi è stato.



"Che cosa vuoi da me?" chiese Conor.
Il mostro premette la faccia sulla finestra.
"La questione non è cosa voglio da te, Conor O'Malley, disse la creatura. Ma cosa tu vuoi da me."
"Non voglio niente da te."
"Non ancora", disse il mostro. "Ma cambierai idea."


Un libriccino che fa piangere tanto. 
Volevo leggerlo insieme a mio figlio, convinta che fosse un horror per ragazzi. Alla fine ho continuato da sola e non si è rivelato ciò che credevo. 

L’ennesima conferma che non c’è solo bianco e nero, nemmeno la morte lo è. Non c’è solo giusto o sbagliato, ogni racconto ha più versioni. Non c’è solo sogno o incubo, anche i mostri sono interpretabili. 
E a volte un tasso antico (l’albero) nasconde tra le fronde l’intera saggezza del mondo. 

Direi che questa è una lettura perfetta da leggere nel periodo in cui ricordiamo anche i nostri defunti, perché qui dentro è racchiusa la storia un bambino alle prese con la morte, con la paura della perdita e della solitudine, e che tenta di superare il terrore di sopravvivere e restare indietro rispetto a chi ama con le armi che l'infanzia (ma non solo) mette a disposizione.

Ed ecco allora che persino una creatura fatta di sogni e terrore, può aiutare a esorcizzare quel buio profondo e quel silenzio che non riusciamo a interpretare e definire.
Io mi sono commossa, ho avvisato.

Amarilli

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