Review Party per "La vita invisibile di Addie La Rue" di Victoria Schwab



“Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.” 
E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?

Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.

Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

Victoria Schwab
La vita invisibile di Addie La Rue
Editore: Mondadori **
** ringrazio la CE per la copia e l'opportunità
Collana: Oscar Fantastica
ISBN: 9788804732334
492 pagine
Prezzo: € 24,00
Uscita: 24 novembre 2020



Cos’è una persona, se non il segno che lascia al proprio passaggio? 


Da Faust a Il maestro e Margherita, per tornare indietro sino alla tentazione atavica della mela: in quanti si sono misurati con il patto dei patti, la cessione dell'anima in cambio di un tesoro, dell'immortalità, del potere, dell'amore ricambiato? 

Adeline La Rue ha 23 anni e una vita grama, in un minuscolo villaggio francese, ai margini del bosco e sul finire del '600. La sua esistenza è già segnata, non sa neppure leggere, non le è consentito avere sogni, viaggiare, avere un'occupazione sua: si sposerà, invecchierà e morirà dimenticata, cancellata sotto una lapide che si sgretola con il passare delle stagioni.
Eppure Addie sente che c'è qualcosa d'altro, che il tempo è qualcosa con cui le può misurarsi, e sa chi glielo può offrire. 
Soltanto che occorre stare attenti a esprimere il desiderio sbagliato al dio sbagliato.
Ma siamo sicuri che fosse il desiderio sbagliato?
Quanto c'è di più umano di lasciare un segno, la tacca nella storia, di non scomparire nell'infinito scorrere di milioni di vite?
Per trecento anni Addie diviene un'ombra che vaga nella storia, finalmente libera e immortale, eppure maledetta. 
Subito dimenticata. Invisibile, appunto.


“Hai forse dimenticato” gli aveva domandato allora, “quando non eri altro che ombra e nebbia?” “Tesoro” aveva risposto lui in quel suo modo soave e ironico, “io ero la notte in persona.”


Il suo è il racconto di un procedere nei secoli, tra rivoluzione francese, proibizionismo, guerre mondiali, sino ai giorni nostri, che però non lascia traccia. Lei cammina e le sue orme sono cancellate, il suo viso non si imprime nella memoria, se non come suggestione per artisti e pittori. 
La beffa del demone che conosce la debolezza dell'uomo.

Fino al giorno in cui qualcuno - finalmente - sembra accorgersi di lei e persino nel destino spunta lo spazio di nuova speranza. Ma come si fa ad avere la meglio su una benedizione/maledizione divina, come si fa a corrompere il tempo e a prevalere su ciò che non è corruttibile, come si fa a non pagare il proprio debito quando la morte/il dio viene ad incassare?

Strutturato come solo la Schwab sa fare (in effetti, mi ha ricordato molto EVIL/VICIOUS e la sua struttura passato/presente/passato), ecco una grande intensa partita con l'oscuro, il diavolo, o l'essere che si muove tra le fronde del bosco, tra sentimenti ed emozioni comuni e desideri che ci fanno commuovere per quanto ci appartengono. Forse all'inizio la narrazione appare lenta, ma poi mi sono accorta che rendeva benissimo l'idea del tempo dilatato; ti porta inesorabilmente a un punto d'incontro nel presente e a poco a poco ti fa comprendere quanto sia importante "quel" presente, quanta fatica abbia comportato l'arrivarci.

«Le tue lentiggini sembrano stelle.»

Non è solo una storia d'amore, non è solo una storia di tristezza e solitudine, non è solo la storia di un dio che a volte è stanco di essere un dio, di un uomo che vuole essere accettato, di una ragazza che vuole vedere il mondo: è la presa di coscienza di quanto siamo fugaci, effimeri, probabilmente vanitosi, certamente mortali e destinati a scomparire.

Un romanzo-non romanzo, un saggio-racconto, un concentrato dello Schwab-pensiero, una lettura da centellinare e assaporare con magnifica lentezza.
Da riscoprire per una seconda rilettura dopo un po', lasciando scorrere la polvere del tempo.


«Perché la felicità è fugace, la storia rimane e, alla fin fine, tutti vogliono essere ricordati.»

Amarilli



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