Pensieri su "TI REGALO LE STELLE" di Jojo Moyes

1937. Quando Alice Wright decide impulsivamente di sposare il giovane americano Bennett Van Cleve, lasciandosi alle spalle la sua famiglia e una vita opprimente in Inghilterra, è convinta di iniziare una nuova esistenza piena di promesse e avventure nel lontano . Presto però le sue rosee aspettative e i suoi sogni di ragazza si scontrano con una realtà molto diversa. Costretta a vivere sotto lo stesso tetto con un suocero invadente, il dispotico proprietario della miniera di carbone locale, Alice non riesce a instaurare un vero rapporto con il marito e le sue giornate diventano sempre più tristi e vuote. Così, quando scopre che in città si sta costituendo un piccolo gruppo di donne volontarie il cui compito è diffondere la lettura tra le persone disagiate che abitano nelle valli più lontane, lei decide con entusiasmo di farne parte.

La leader di questa biblioteca ambulante a cavallo è Margery O'Hare, una donna volitiva, libera da pregiudizi, figlia di un noto fuorilegge, una donna autonoma e fiera che non ha mai chiesto niente a nessuno, tantomeno all'uomo che ama. Alice trova in lei una formidabile alleata, un'amica su cui può davvero contare, specie quando il suo matrimonio con Bennett inizia inevitabilmente a sgretolarsi. Altre donne si uniranno a loro e diventeranno note in tutta la contea come le bibliotecarie della WPA Packhorse Library. Leali e coraggiose, cavalcheranno libere sotto grandi cieli aperti e attraverso foreste selvagge, affrontando pericoli di ogni genere e la disapprovazione dei loro concittadini per portare i libri a persone che non ne hanno mai visto uno, allargando i loro orizzonti e cambiando la loro vita per sempre.
Ispirato a una storia vera, "Ti regalo le stelle" è una dichiarazione d'amore per la lettura e i libri.

Jojo Moyes
TI REGALO LE STELLE
Editore: Mondadori
Grazie alla CE per la copia digitale!
Uscita: 13 ottobre 2020
Pagine: 408 pagine
ISBN-10 : 8804729864




Dopo aver pianto valli di lacrime su letture e riletture di "Io prima di te" ero curiosa di leggere la Moyes in versione storica.
Diciamo che sono rimasta soddisfatta a metà.

Alice parte per gli States per sfuggire dalla noia inglese e rincorrendo il progetto romantico di sposare un giovane promettente, visitare New York, vedere le meraviglie moderne dell'America, ecc. 
In realtà si ritrova immersa nella vita sonnacchiosa di un paesotto del Kentucky, tra ignoranza e bigottismo, povertà dei minatori e dei contadini, razzismo e vagonate di misoginia contro le donne che non vogliono restare sempre e solo "devote" madri di famiglia.
Il marito è un imbelle, il suocero un vedovo vendicativo e prepotente. 

Eppure i buoni sentimenti di Alice emergono anche qui, nel momento in cui entra a far parte del team delle bibliotecarie della WPA Packhorse Library, donne che a dorso di mulo o cavallo gestiscono un servizio di libri "a domicilio", portando novità, cultura e svago negli angoli più sperduti della contea.
Quindi le donne si organizzano, sono solidali tra loro, superano le discriminazioni e la diffidenza, offrendo un fulgente esempio ai beceri maschietti che non riescono a vedere più in là del loro naso (e ne sono, ovviamente, terrorizzati).
Da qui tentativi di boicottaggio e caccia alle streghe.

Se la storia è interessante e si rifà a fatti in parte veri, la parte che meno mi ha convinto è l'approfondimento dei personaggi. 
Alice, Margery, le altre donne, hanno un certo spessore, mentre in generale i maschi sono sbiaditi. O malvagi per eccellenza, o buoni (e troppo virtuosi, tipo Fred e Sven) per eccellenza. 
Tante condotte non vengono davvero spiegate: solo per fare un esempio, Bennett resta un po' un mistero. Perchè era andato in Inghilterra a cercare moglie, se forse aveva già qualche simpatia? Il suo modo di approcciarsi, e la sua infelicità di fondo, sono conseguenze di un'ignoranza di fondo oppure di altre difficoltà?

A mio parere alcune spiegazioni meritavano più spazio. 
La coralità del romanzo, seppur apprezzabile, ha un po' soffocato alcuni personaggi minori.
Resta invece intatta la mia ammirazione per le bibliotecarie impavide e le loro missioni libresche!

Amarilli

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