Pensieri e riflessioni su "Le affinità alchemiche" di Gaia Coltorti

Titolo: Le affinità alchemiche
Autore: Gaia Coltorti
Editore: Mondadori
ISBN: 8804626208
ISBN-13: 9788804626206
Pagine: 357

Sinossi:
Giovanni ha diciotto anni, trascorsi quasi tutti a Verona, dove è nato. Una vita tranquilla, qualche amico e, ogni giorno, i lunghi allenamenti in piscina per prepararsi alle gare. Anche a casa regna la quiete: Giovanni vive solo con suo padre, notaio, in quel genere di grande appartamento abitato da due uomini che ogni donna può immaginarsi. Selvaggia ha diciotto anni, molte amiche e diversi spasimanti, vive sul mare e assapora l'estate appena iniziata quando sua madre le sconvolge la vita: si trasferiranno per ragioni di lavoro. Selvaggia cambierà scuola, dovrà ricominciare tutto da capo e lo dovrà fare a Verona, la città dove è nata e da cui proprio la mamma, tanti anni prima, l'aveva portata via, separandola dal padre e dal fratello gemello. Quando Selvaggia varca per la prima volta la soglia della nuova casa, Giovanni è rintanato in camera sua. Gli basta la voce di lei per capire che nulla sarà più come prima. Giovanni scopre quella voce come un regalo, ma al tempo stesso la riconosce, è un suono che vive da sempre dentro di lui: Selvaggia, la sorella perduta, è tornata nella sua vita, per sempre. Lei a Verona non conosce nessuno: solo Johnny - come lo ha subito ribattezzato - può farle da guida e tenerle compagnia nei tre lunghi mesi che devono trascorrere prima della ripresa scolastica. Selvaggia è bellissima, piena di fascino ma anche capricciosa fino allo sfinimento, croce e delizia per il fratello ritrovato. Presto tra i due si sprigiona un'elettricità, un magnetismo, un'affinità...

Il mio pensiero:
Le affinità alchemiche è il primo romanzo della giovane autrice Gaia Coltorti edito dalla Casa Editrice Mondadori lo scorso 15 gennaio.

Definito da molti come la storia moderna di "Romeo e Giulietta", da lettrice romantica quale sono, proprio non ho voluto lasciarmelo sfuggire. 

Se l'amore narrato da Shakespeare viene decantato come il più grande, romantico e passionale, quello tra Giovanni e Selvaggia ci si avvicina parecchio, pur con qualche precisazione...
L'amore sbocciato tra i due giovani del tardo 1500 è un amore osteggiato dalla rivalità tra le due antiche famiglie di Mantova e Verona; l'amore trattato in questo romanzo è qualcosa di diverso, considerato incestuoso e proibito.

Se finiremo tra i lussuriosi insieme, e se tu sarai con me, 
io non avrò paura dell’inferno, volevo dirtelo.

Giovanni e Selvaggia, i protagonisti di questa storia ambientata ai giorni nostri, sono fratelli gemelli. I loro genitori hanno deciso di separarsi quando i figli avevano circa un anno e da allora i due hanno condotto vite separate: Giovanni in quel di Verona e Selvaggia a Genova.
Dopo diciotto anni i genitori si riavvicinano e decidono di riprovarci così che i due fratelli fanno per la prima volta conoscenza.
Per Giovanni è amore a prima vista e anche Selvaggia non nasconde una certa attrazione nei confronti del bel nuotatore.
Eppure, a causa di qualche miracolosa e struggente alchimia,
lei già ti capiva molto più di qualunque altra ragazza...

Presto ricondotti a vivere sotto lo stesso tetto passeranno dai baci e dagli abbracci fraterni a qualcosa di più intimo...
Perché Margherita è un sogno, 
perché Margherita è sale, 
perché Margherita è il vento, 
e non sa che può far male, 
perché Margherita è tutto, 
ed è lei la mia pazzia. 

L'argomento trattato è sicuramente scottante e più e più volte durante la lettura mi son trovata ad essere combattuta tra varie emozioni e stati d'animo. Sicuramente emerge la forza prorompente e dilagante dell'amore in grado di offuscare anche la ragione.
Se Giovanni lo si può facilmente immaginare come un "sardone sotto'olio" in balia del carattere della sorella, il personaggio di Selvaggia mi ha dato forse più da pensare. 
Si tratta della bravura dell'autrice nel delineare un carattere complesso e lasciare trarre al lettore le sue conclusioni? Spero di sì. Spero cioè che dietro le apparenze, dietro ad alcuni atteggiamenti un po' superficiali della gemella, si nasconda dell'altro che la Coltorti ha lasciato solo intendere... (per chi ha letto il romanzo, visto che non voglio fare spoiler, mi riferisco al comportamento avuto nei confronti di Giovanni e della gara di nuoto).
Resta il fatto che tra i due gemelli, Johnny è quello che mi ha fatto più tenerezza.

La lettura mi ha interessata fin da subito, vuoi per l'argomento originale (non ho sentito parlare di altri romanzi che parlino di una vicenda simile, se non "Proibito" di Tabitha Suzuma), e comunque per me è la prima lettura su questo argomento, vuoi per lo stile della Coltorti che ci da quasi l'impressione di ascoltare una cara amica che si rivolge in modo confidenziale a Giovanni.

Tirando le somme il mio giudizio è comunque positivo, e il romanzo entrerà a far parte della libreria che espongo fiera in casa, solo che non vi nascondo avrei preferito qualche colpo di scena in più e un finale meno frettoloso. Ammetto che personalmente apprezzo i romanzi che oltre a scuoterti per la tematica trattata ti fanno anche brillare gli occhi o versare qualche lacrima. Ho sospirato e atteso invano proprio fino alle ultime pagine quella scena con cui Shakespeare mi ha fatto bagnare di lacrime tanti fazzoletti. È come se alla conclusione mancasse qualcosa... Pathos? O forse ancora uno o due squarci da angolazioni diverse sull'ultima scena? Non saprei. Tutto accade così veloce e senza darmi modo di capire di essere arrivata alla conclusione, se non per il fatto di essere giunta alla pag. 365 di 367, che non mi ha dato modo di "vivere la fine".

È un romanzo comunque che ricorderò a lungo e che sicuramente consiglio.
Stefania

4 commenti:

  1. Ho letto Proibito un bel pò di tempo fa e nonostante il tema scomodo l'ho trovata una lettura molto piacevole, sarei curiosa quindi di leggere anche "Le affinità alchemiche", fino ad ora non sono ancora incappata in una recensione negativa!

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    1. Mi piace l'aggettivo che hai usato: scomodo. Concordo. Vedrai che ti piacerà anche questo. Di questo io ho amato molto lo stile dell'autrice: molto confidenziale e scorrevolissimo.

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  2. L'aspetto “scomodo” e anche in modo adatto urticante di “Le affinità”, è il tema del desiderio, dall'autrice magnificamente svolto. Il desiderio è famelico quanto il mare: può digerire tutto quel che divora. Senza sforzi, tramite le sue “febbri” irresistibili e le sue micidiali escalation, il desiderio mimetico può trasformare gli esseri umani in veri e propri mostri morali, oltre che fisici. Così, è nel cuore esatto del maëlstrom indotto dal desiderio che Johnny e Selvaggia, sprofondando, nel corso della festa di Capodanno ballano per l’ultima volta avanti ai nostri occhi, nel loro modo indimenticabile.

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    1. Grazie per il tuo contributo Chiara. È sempre bello condividere più punti di vista.

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