Pensieri e riflessioni su "Il figlio" di Lois Lowry


Titolo: Il figlio
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti Editore
Collana: Y
ISBN: 8809776992
ISBN-13: 9788809776999
Pagine: 384

Sinossi:
Questa è la storia di Claire, ma anche di Jonas, Matty, Kira e di molti altri personaggi dell'inquietante realtà distopica inventata dall'autrice. Siamo al Villaggio, Claire ha solo 14 anni e ha ricevuto il ruolo di "Birthmother": dopo l'inseminazione artificiale diventerà un "contenitore" e partorirà il suo "prodotto". Nessuno le ha spiegato quanto sarà doloroso, nessuno l'ha avvertita che dovrà portare una benda che le impedirà di vedere suo figlio. Ma il parto di Claire è tutt'altro che semplice: subisce il primo cesareo di tutta la comunità. Per un'imprudenza dell'infermiera viene a sapere che il figlio, il numero 36, sta bene. A causa delle complicazioni, però, Claire viene "decertificata", dichiarata non adatta a essere una Birthmother e assegnata alla piscicoltura. La ragazza, sconvolta da un'atroce sensazione di perdita, ha ormai un unico scopo: ritrovare suo figlio. L'arrivo al vivaio della nave dei rifornimenti, giunta da un luogo sconosciuto chiamato "mare" con la sua strana ciurma, potrebbe essere il suo mezzo di fuga, quando rapirà il bambino...

Il mio pensiero:
Mi si spezza sempre un po' il cuore quando una serie si conclude. "Il figlio" infatti è il quarto volume della tetralogia distopica "The Giver" nata dalla penna della statunitense Lois Lowry.
Questo è il quarto, e forse il più toccante dei quattro capitoli.

Incentrato prevalentemente su Claire, va a chiudere l'intreccio dei fili creati dalle vite dei diversi personaggi incontrati in precedenza.
Ritroviamo infatti Jonas e Kira e anche Gabriel, tre dei personaggi a cui ci siamo maggiormente affezionati nei volumi precedenti, ma incontriamo di nuovo anche una presenza inquietante comparsa ne "Il Messaggero" (il direttore del baratto).

Claire con la sua costanza, la sua forza e la sua perseveranza, vi toccherà il cuore. 
Se in precedenza ci eravamo sentiti sopraffatti dalla tristezza per le sorti di quel piccolo bimbo, Gabe, ritenuto non idoneo ad entrare a far parte della comunità, in questo capitolo sarà proprio questa ragazzina costretta a partorire quel bimbo alla sola età di 14 anni, con l'unico scopo di dare alla comunità un nuovo individuo, o per usare il termine corretto, un nuovo "prodotto", ad intenerirci.
Una società futura in cui i sentimenti sono banditi, tenuti lontani e repressi grazie all'utilizzo di pillole speciali. Un mondo futuro dal quale il giovane Jonas è riuscito a fuggire.


Con la fronte aggrottata cercò il
termine giusto per esprimere il concetto.
«Era un Prodotto» disse alla fine. «Lo
eravamo tutti quanti.»

Seguire le sorti di Claire è stato molto emozionante e toccante. Pagina dopo pagina mi sembrava di poter sentire la sua tenacia ed il suo dolore. Quel dolore che è riuscita a darle la spinta per continuare, andare avanti ed approdare su un mondo migliore.


Gli mise la faccia sui capelli e li odorò.
Aveva un alito fetido e Claire si fece forza
per non arretrare disgustata.

Un romanzo che parla d'amore, della forza e della tenacia di una madre decisa a proteggere e riprendersi  suo figlio.

Una serie definita young adult che può venire apprezzata benissimo anche da un pubblico di lettori più maturo proprio per le tematiche affrontate.
Mi è piaciuta molto e piacerà senz'altro anche a voi se cercate dei romanzi che rompano gli schemi dei classici ya: qui non troverete la solita cotta adolescenziale o il solito amore impossibile, ma la vera forza dei sentimenti di fronte alla coscienza di un futuro votato alla scienza e alla tecnologia...

Arrivata all'ultima pagina sono contenta di aver letto tutta la serie. È servita per riflettere e farmi emozionare. Pensate che addirittura The Giver è entrato a far parte dei programmi scolastici di Stati Uniti, Canada e Australia.
Vi consiglio vivamente di leggere tutta la serie.
Stefania

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