Pensieri e riflessioni su "Cuori affini" di ROWAN SPEEDWELL

CUORI AFFINI – Rowan Speedwell 
ebook, 422 pagine 
ISBN-10: 1615818995 
ISBN-13: 9781615818990 
Editore: Dreamspinner Press LLC 
Pubblicazione: 25.09.2012 

Sinossi: 
L’affascinante mascalzone Tristan Northwood sembra avere tutto: un nome antico, un titolo ereditario, un’amabile moglie, e un figlio che adora. Le donne lo amano, gli uomini lo ammirano, e sembra che non ci sia niente che non possa fare, che sia sedurre una moglie dell’alta società, o vincere una corsa con i carri. La Società non sospetta affatto che il nome non significhi niente per lui, la sua fortuna sia sotto il controllo di suo padre, e che lui non abbia interesse nella moglie tranne per un’amicizia davvero distante. La Società lo annoia, e accetta le sfide perché si sente vivo solo quando si trova sul limite… fino a quando il fratello di sua moglie torna a casa dalla guerra. 
Charles Mountjoy, decorato eroe di guerra, tira fuori Tris dalla sua disperazione, inspirandogli sentimenti di passione che non aveva mai sospettato di essere in grado di provare. Quasi terrificanti quanto questi sentimenti per Charles sono i segni che Charles potrebbe ricambiare il suo affetto – o anche peggio, che Charles vede l’uomo che Tristan ha cercato così tanto di nascondere al mondo. 

Il pensiero di Amarilli73: 
Rispetto all’altro romanzo di Rowan Speedwell (ALLA RICERCA DI ZACH) che sinora è uno dei M/M preferiti, qui si cambia completamente registro. Ci troviamo in Inghilterra, a ridosso del 1814-1815, mentre in Europa infuriano le Guerre Napoleoniche, e i massacri di soldati si susseguono, battaglia dopo battaglia sino all’epilogo di Waterloo. 

In un contesto storico molto curato e molto verosimile, assistiamo all’insolito triangolo marito-moglie e fratello della moglie, occupati a destreggiarsi nell’oziosa e vita dei nobili e cercare di dare un senso alla propria vita, ma sempre nascondendo i segreti di famiglia agli occhi di una società molto poco permissiva: ai quei tempi, in caso di denuncia per sodomia, si rischiava ancora l’impiccagione (anche oggi molti uomini continuano a correre questo rischio, a dire il vero, e pure in paesi non troppo lontani dall’Europa). 

Direi che questo romanzo si può dividere in due parti. Ho amato la prima, che segue le peripezie di Tristan, il rampollo scapestrato: il suo matrimonio combinato con Charlotte, senza amore ma benedetto dall’affetto reciproco, la sua sorpresa di provare i primi sentimenti di padre, la sua inquietudine, il suo letto affondare nel male di vivere. 

In queste vicende, il personaggio chiave mi è sembrato in realtà la moglie, Lottie, questa ragazza stranissima ma molto determinata, incurante delle mode e di ciò che la circonda, perfettamente consapevole del tormento di Tristan e anche della medicina necessaria per curarlo: qualcuno che lo ami veramente (non lei, no; a questo si è rassegnata, fin da quando lo ha conosciuto, cinque giorni prima delle nozze). 

“Mio caro Tristan, alcuni di noi hanno bisogno dell’amore per respirare, e tu sei così. Altri, come me, vedono tutto questo concetto come qualcosa su cui si scrivono storie e opere o poco più. Penserei che essere il soggetto di una passione del genere sia solo scomodo. E certamente, non potrei contraccambiare. Charlie, d’altra parte…” Diede a suo fratello uno sguardo malizioso. “Lui ha tutta la passione che mi manca, vero, carissimo?” 

Anche se può sembrare un po’ forzato, è Lottie a incoraggiare la nascita della relazione tra Tristan e suo fratello Charlie, felice della loro felicità e ben disposta a permettere loro di vivere il loro amore offrendo una preziosa copertura sociale. Sottolineo l’aggettivo “forzato”, perché il romanzo finisce per concentrarsi sui due, lasciando gradatamente in ombra Lottie, e lasciandoci con il dubbio sui suoi veri sentimenti. Davvero a Lottie basta essere “la moglie di e la madre di”, e vivere la sua vita tra i suoi figli, i suoi libri e il suo salottino? Forse avrei preferito un po’ più di complicità tra loro tre: tutti in quella famiglia si vogliono bene, però la situazione di Lottie mi ha lasciato un po’ di amarezza. Cos’è meglio, alla fine, avere un marito con una vita separata e distante nonché pieno di amanti, o un marito con un solo amante ma con una vita ugualmente separata e distante? 

Nella seconda parte, a mio parere, la trama si ingarbuglia un po’ troppo con la ricostruzione dei grandi eventi storici, finendo per essere meno avvincente. Senza contare questa versione di Lottie come comprimaria silenziosa e rassegnata, che proprio non mi ha convinto. 
Amarilli73

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