"The Black Forest" di Simona Diodovich

La foresta nera, prigione di Scarx, ora ha fame. Senza l’ex regina che getta anime al uso interno, quest’ultima medita vendetta. È Sofia stessa a darle la soluzione senza saperlo.
Sono passati ventun anni da allora. Riley e Venus sono sposati e hanno un figlio di vent’anni: Ian Tucher è l’erede al trono di Scarx, è potente, la sua magia è quella degli angeli e dei demoni insieme, a lui spetta il compito di salvare il suo mondo dal nuovo avversario.
La foresta nera si prepara all’ultimo round, il decisivo. Quello in cui solo uno di loro sopravvivrà. Scarx contro La Foresta Nera. Solo l’amore può sconfiggere tutto o vincerà l’odio?
Il loro territorio viene invaso dalla giungla stessa che apre il portale per ogni essere diabolico che ha al suo interno. Scarx vuole vincere, e quindi si gioca ogni carta possibile.
Chi può contrastare quella potenza inaudita, affamata e, per la prima volta, libera di potersi muovere?
Ian Tucher pagherà a sue spese l’odio di Sofia e della Foresta nera.

The Black Forest 
di Simona Diodovich


Estratti
Quando lo sguardo di lui incrociò quello di lei, assunse un’espressione che non poteva essere fraintesa nemmeno per sbaglio. Un lento sorriso sexy apparve sul suo volto «Ciao, amore. Ripetimi, quanto tempo è che non ti vedo?»
Venus scoppiò a ridere «Pochi minuti, credo. E il vestito che hai scelto ieri non è adatto a una cerimonia di quella portata.»
Riley si avvicinò a lei con quella sua camminata sexy che le scombussolava sempre lo stomaco, artigliandole le budella. Il fiato veniva a mancare, gli occhi diventavano lucidi e la salivazione andava a zero. Era sempre così. Inutile sconvolgersi, non avrebbe mai cambiato nulla di tutto ciò.
«Cosa dobbiamo fare di così importante, a questa cerimonia, da non poterci vestire con i nostri abiti normali?» Stava sorridendo e, al tempo stesso, avvicinava la sua bocca al collo di lei.
Venus fu costretta a tenersi al suo braccio, per non cadere al suolo. La sua vicinanza la rendeva sempre debole, ma non per la magia che scaturiva dai loro corpi, ma per l’amore travolgente che provava per lui «Sposarci, credo.»

Quando i loro occhi s’incontrarono, Riley aggiunse, baciandole il dorso della mano «Sei ore, quattordici minuti e una manciata di secondi senza di te, non mi fare mai più uno scherzo del genere. Sono stati momenti tremendi. Hai tormentato ancora una volta le mie ore, non posso stare senza di te.»
Venus trattenne il respiro, questa frase era stata già pronunciata da lui, quando tornarono dalla foresta e si erano lasciati per un po’ di tempo per aiutare le persone. Racchiudeva molto più di quel che in verità aveva detto in quel momento. Come allora, i suoi occhi fiammeggiarono di desiderio.
Riley alzò una mano per fingere di sfiorarla come fece quel giorno. Racchiuse poi a pugno vicino al suo volto. Gli occhi sprigionavano un tale desiderio, che Venus ne fu sopraffatta.
A lei non restò altro da fare che pronunciare, come fece a suo tempo, le stesse parole «Tormenti le mie ore e i miei minuti. Il mio corpo sente la tua mancanza ogni secondo e potresti attraversare i miei sogni solo per lasciarmi con ancora più voglia di te. Mi sei mancato così tanto, Riley…» allungò la mano per avvicinarla al suo volto. Riley chiuse gli occhi assaporando il gesto.
«Il mio amore bellissimo…» le baciò le labbra, sfiorandole appena.

La nuvola di vapore si allungò finché una sola punta di essa, come un dito, toccò la sua mente. «Ucciderti.» Non aveva parlato, era dentro il suo cervello.
Sofia si spaventò, per la prima volta fu sicura d’essere alla fine della sua lunga vita. Mille anni vissuti tra agi, battaglie e sacrifici immani e si trovava di fronte la sola cosa che poteva annientarla in pochi attimi. Si rizzò in tutta la sua statura, ben poca cosa di fronte alla possente foresta nera «Non dovresti, sono colei che ti ha nutrita per quasi mille anni. Non lo sapevi? Sono la regina Sofia, ho mandato qui ogni anno innumerevoli personaggi che, seppur con misere accuse, sono serviti per rifocillare il tuo spirito affinché tu non morissi. Cosa faresti ora se noi tre perissimo? Se succedesse a me? La nuova regina non manderà più nessuno. Piuttosto marciranno nelle segrete del castello e tu svaniresti. Saresti persa per sempre. Tre di noi, e siamo gli ultimi, e tu non avrai più nessuno che ti darà vigore ed energia. Sei destinata a morire insieme a me, a meno che non ci aiutiamo tra noi. Nessuno ti ama, lo sai, vero?»

«Ma papà, tu hai sconfitto la foresta nera. Tu sei andato là per Emma e hai trovato mamma. Tu hai usato la magia degli angeli nella foresta grazie a lei, dimmi, cosa ci può essere di frustrante in ciò, dopo tutto quello che sei stato in grado di fare?» Non si capacitava di ciò che gli stava dicendo.
Riley sorrise al figlio con aria dolcissima «Sono un padre ora, sono un re. Mia moglie sta per dare alla luce un altro figlio che amerò come il primo, non posso lasciare il mio posto qui per nulla al mondo. E la foresta non si è presentata ai miei piedi, ma ai tuoi. Questa è la tua battaglia figliolo, non la mia. Io non ho il potere degli ibridi. Solo tua madre ce l’ha, e non intendo farla scendere in campo finché non avrà partorito, e credimi ogni giorno mi tocca bloccarla. Questa è la tua battaglia e io sono impotente di fronte a ciò.»
Ian incurvò le spalle «Non mi sembra di avere fatto granché. Sono inefficace anch’io.»

«Lo so. Sento il pericolo.»
«Allora questa potrebbe essere la nostra ultima giornata insieme.»
Un sorriso triste attraversò lo sguardo di Ian. Le accarezzò il volto in un gesto disperato e meraviglioso allo stesso tempo «Sì.»
«Voglio baciarti. Voglio che tu mi dica che non finirà qui, noi resteremo insieme anche nelle ombre di Scarx.»
Il modo in cui lo disse fece scendere un brivido lungo il corpo di Ian «Sarò sempre al tuo fianco, anche se diventeremo ombre. Ti terrò sempre la mano. Ti amerò sempre. Sei la mia metà del mondo, perché il cielo non basta.» Avvicinò il volto a quello di lei e la baciò.

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